Castello di Monte Nero

N

el 589, mentre i longobardi sono impegnati nella nomina del nuovo re, il comandante bizantino Romano, riconquista Perugia. Nel 592-595 l'imperatore di Costantinopoli Maurizio, in conflitto con il Papa romano Gregorio, fa ritirare le sue truppe dal Ducato Romano; saputo questo, il nuovo re longobardo Agiulfo invade rapidamente il territorio perugino, cinge d'assedio la città e la riconquista. Fatto ciò, "doppo aver devastato il contorno di Perugia e atterrati alcuni principalissimi castelli, tra quali l'antichissimo Torsciano [Torgiano], il forte Montenero, e altri; carico di prede e di rapite ricchezze, se ne tornasse a Pavia"(1).

Di storie e leggende riguardanti Carlo Magno e il suo passaggio lungo il territorio italiano nel 780, ce ne sono alcune "tra le narrazioni delle più semplici vecchiarelle"; "Nella terra di Spello si mostra una misura del suo ginocchio; e sotto Montenero, vicino a Diruta additasi una misura del suo piede; in Ispello stesso si mostra la prigione"(1).

Nel 1228 "Tra i miracoli, che furono proposti nella Canonizzazione di S. Francesco si riferisce, che un giovane da Montenero Perugino de Saccucci, stroppiato dal mezo in giù, al sepolcro del Santo orando, vide uscire chi lo sanò, e tralassandone altri infine la nostra Città [Perugia] in guisa si eccitò alla devotione di quel Santo"(1)*1.

Di queste antiche storie, lascio a ognuno decidere quale possa essere la loro attendibilità; in comune hanno però il merito di raccontare di un luogo e un castello molto antichi, la cui storia può essere tramandata solo oralmente.

Il castello di Monte Nero ha una storia simile a quella del vicino Castel Perugino presso Deruta; presumibilmente costruiti in età franca o longobarda a difesa dei confini del corridoio bizantino e della via Amerina sulla riva sinistra del Tevere dai longobardi che occupavano i colli a est, vengono precocemente abbandonati e dimenticati (vedere Perugia Vecchia)(2); da questo punto il castello di Monte Nero poteva anche controllare l'attraversamento sul Tevere nei pressi di Ponte Nuovo*2.

Il distretto di Monte Nero di Porta S. Pietro sembra comprendere principalmente due o tre località: il castello di Monte Nero*3, la villa e/o il piano di Monte Nero (a volte distinte, altre menzionati assieme "villa Plani Montis Nigri") e anche la "villa Ponte Nuovo" è occasionalmente menzionata in Monte Nero ("Ponte Nigro" o Ponte di Monte Nero).

Il "Castrum Muntis Nigri" in P.S.P. è iscritto nell'elenco delle comunità del contado perugino nel primo censimento del 1258. Nel 1276 e 1282 in "castrum Montis Nigri de Dirutta" sono censiti 20 focolari(famiglie); il censimento del 1319 non si riferisce più al castello ma alla "villa Plani Montis Nigri" con 39 focolari e alla "villa Pontis Novi" con 48 focolari. Nei registri nel 1370 si trovano ancora menzionate "villa Plani Montis Nigri" e "villa Pontis Novi" ma dal 1380/1438 anche queste non cio sono più(3), probabilmente unite a Deruta e Torgiano.

    Mainardo        Leonardo
   ____|____       ____|____
  |         |     |         |
Matteo     Pepo  Oddo   Iacopuccio
            |
            |
        Nicoluccio
            |
            |
         (figli)

I primi signori di Monte Nero di cui si ha notizia sono i fratelli Oddo e Iacopuccio figli di Leonardo, e i fratelli Matteo e Pepo figli di Mainardo tra gli anni 1260-1299(4).

Nel 1276 nel perugino "Furono fatte molte fabriche notevoli", tra cui "fu fatto il Ponte di Monte Nero detto Ponte Nuovo sopra il Tevere non molto da Deruta lontano, altri sopra diversi fiumi benche tutti fossero sospesi per insino a tanto, che quello di Deruta si compiva perfettamente"(5).

Nella costruzione del ponte sono coinvolti "homines de curia molendinorum Dirute et homines de Plano Montis Nigri, qui homines bene cognoscant de aqua" (gli uomini del mulino di Deruta e di Monte Nero, uomini che conoscono bene le acque) per controllare la correttezza dei lavori. Per garantire una custodia del ponte a lungo termine, si esentano dal pagamento delle imposte per 10 anni gli uomini che non abitano nel comitato di Perugia (i forestieri) e che si trasferiscono presso il ponte. In questi anni assieme al "Pons Novus... qui dicitur 'ponte Dirrute'" (detto ponte di Deruta), si edifica anche il castello di Torgiano(6). Queste iniziative spiegano le ragioni dei cambiamenti rilevati nei registri catastali tra il 1282 e il 1319, cioè la comparsa e rapida ascesa demografica delle località di "villa Plani Montis Nigri" e di "villa Pontis Novi" e la scomparsa del castello di Monte Nero come riferimento del luogo.

Nel censimento del 1285 Nicoluccio figlio di Pepo è tra gli uomini più benestanti di Monte Nero con 3500 libre; nel 1286 sempre Nicoluccio di Pepo è ricompensato dal comune di Perugia per aver prestato servizio nella guerra contro Foligno(4).

Nel 1299 "Et essendosi in principio del presente anno eletti alcuni Cittadini di giudicio perché andassero a vedere dove si fosse potuto fabricare, ò castello, ò fortezza ad ornamento, & utilità publica, e particolarmente in alcuni luoghi dove si andava pensando di farlevi; hora questi tali essendo andati in molte parti, deliberarono che si dovesse fare un castello con buone muraglie, & fossi all'intorno nel luogo detto il Poggio, overo Monte Negro, ch'allora si chiamava il Poggio Perugino, nelle pertinenze, e Territorio della Villa di Scontarello, e un'altro simile & honorato se ne facesse nel luogo, dove erano all'hora le case della villa della Fratta de' figliuoli d'Azzo."(5). Il castello nella "Ville Fracte Filiorum Azonis" (presso Cerqueto e Papiano) probabilmente lo si doveva costruire da zero(7), mentre Monte Nero necessitava di una ricostruzione o rimessa a nuovo. Il Pellini riporta fedelmente questo passaggio della delibera del comunale*4; è al quanto significativo che per localizzare Monte Nero ci si debba riferire ad altri nomi e luoghi vicini (Poggio Perugino e villa Scontarello).

Non è chiaro se la decisione del 1299 sia stata effettivamente messa in opera, sta di fatto che l'ultima citazione trovata di Monte Nero come castello risale al 1331, dove ci si riferisce alle "terre campie ipsius ecclesie Sancti Benedicti, posita in commitatu Perusii, in pertinentiis castri Montls Nigri"(terre e campi della chiesa di S. Benedetto (di S. Nicolò di Celle) nel comitato perugino, nelle pertinenze del castello di Monte Nero)(8).

Nel Libro Rosso dei nobili perugini del 1333, su cinque facoltosi di Monte Nero di P.S.P., quattro sono figli di Nicoluccio di Pepo(9).

Nel 1390 a dieci derutesi sono concessi dei salvacondotti per recarsi a Perugia e trattare di certi crimini avvenuti nelle loro terre ma nonostante questa garanzia, tre di loro vengono uccisi. Deruta si ribella e i ribelli non perdono tempo e ne approfittano; l'abate del monastero di San Pietro, Francesco Guidalotti, con alcuni armati arriva peri primo a Deruta raggiunto poi da Michilozo dei Michilotti con duecento cavalieri da Cortona e da altri cinquecento ne arrivano da Spello; questi, "arsero le case del pôte nuouo [Ponte Nuovo], & presero alcuni cittadini che stavano alla guardia di Montenero, & fecero molti danni per quel territorio.". I Priori, "sdegnati dell'ingiuria che s'era loro fatta, mandarono subito bandi, che qualunque desse nelle mani della Corte alcuno di quelli che havevano fatto cosi atroce delitto, fi guadagnasse dugento fiorini". Nello stesso anno, dopo il tentativo fallito dei ribelli di prendere Perugia, Deruta si riappacifica con la città e l'abate viene cacciato(5)(10).

L'accordo di pace siglato del novembre 1393 tra il Papa e la città di Perugia, prevede che siano restituite a Perugia delle terre e dei castelli occupati; ma la pace non è accettata da alcuni della fazione dei nobili alleati del Papa, tra questi Braccio Fortebracci da Montone e Corrado Prospero Tedesco lasciato dal Papa signore di "Cannaia" (Cannara); questo secondo con alcuni fuoriusciti ribelli della città, inizia a predare il contado perugino da Ponte San Giovanni fino a "Montenero non molto da Deruta lontano e lo presero; il qual poi per alcune cortesie usate dalla Città a M. Corrado, che con tutte le genti sue se ne parti, fu verso la fine dell'anno riavuto"*5. Corrado Prospero si dirige poi verso "Monte Bagnolo, dove a quei tempi era un Palazzo in forma di fortezza", fino a "S.Caterina dalla città lontano"(5)(11).

Le chiese di Monte Nero erano soggette alla chiesa di S. Maria di Roncione che si trova poco a est di Deruta che a sua volta era l'unica chiesa nel territorio perugino a dipendere direttamente dal monastero di Farfa in Sabina(12).

Nel 1332-34 "dompno Senso" era rettore e pagava le decime alla diocesi di Perugia per le "ecclesie S. Andree de Plano Monte Nigri et S. Petri in Cerreto sicho"(S. Pietro in Cerreto Secco)(14); la "Ecclesia Sancti Andree de plano Montis Nigri" è iscritta nei registri del sec. XIV tra i beni del monastero di Farfa(3)(13).

Nel sec. XIV è anche una "Ecclesia Sancti Bartholomei de Monte Nigro" dipendente dal monastero di Farfa(3)(13);

Nel 1332-34 "dompno Thebaldo" era rettore e pagava le decime alla diocesi di Perugia per la "ecclesie hospitalis S. Christofori de Monte nigro"(14); l'"Hospitale Sancti Christofari de plano Montis Nigri" è iscritta nei registri del sec. XIV tra i beni in beneficio straordinario(3)(13) cioè tra i beni concessi a vita in usufrutto ai religiosi per compensarli dei loro uffici.

Nell'800 il vicino casolare a sud-ovest del castello (nell'attuale toponomastica chiamato Turione o Monte Nero) era ancora abitato ed il colle e la zona era un luogo di villeggiatura e di caccia. Già nel 1860 circa (come oggi), del castello rimanevano tre ruderi al centro della sommità della collina con i resti della cinta muraria che delimitava l'antico castello(15).

Ricerca e sintesi

Strade e Posti

Fonti

(1) Delle memorie annali et istoriche delle cose di Perugia.

(2) BDSPU - Da Totila a Rachi - Perugia e il suo territorio nei primi secoli del Medioevo.

(3) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.

(4) Repertorio delle famiglie e dei gruppi signorili nel perugino e nell' eugubino tra XI e XIII secolo.

(5) Della Historia di Perugia.

(6) Statuto del comune di Perugia del 1279.

(7) Memorie storiche del comune di Marsciano fino a tutto il sec. XVI.

(8) Liber contractuum.

(9) Documenti di storia perugina.

(10) Cronaca della città di Perugia dall'anno 1309 al 1491.

(11) Un esempio di dominio signorile all'epoca dello scisma la signoria di Biordo Michelotti su Assisi.

(12) BDSPU - I possessi dell'Abbazia di Farfa in Umbria nei secoli VIII-XII.

(13) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.

(14) Rationes decimarum.

(15) tenutamontenero.it

Note

*1 Non si sa di quale Monte Nero sia abitante il "giovane da Montenero Perugino de Saccucci"; lo considero residente in quello di Porta S. Pietro solo per un'affinità postuma (senza prove) con un Sacco/Saccolo di Mainardello(1298-99), discendenti di Mainardo(4).

*2 La fonte(2) (e in sostanza la storiografia locale) afferma che la via Amerina da Deruta "... giungeva fino al Chiascio. In prossimità di questo fiume si divideva: un tratto raggiungeva la vicinissima Bettona, mentre l'altro, dopo aver superato il fiume, toccava l'attuale insediamento di Brufa, scavalcava il Tevere in prossimità di Ponte S. Giovanni e giungeva a Perugia."; in effetti la costruzione del ponte di Ponte Nuovo e l'inizio di sviluppo di questa località, si ha dal 1276; credo però che la decisione di costruire un ponte sia stata presa in quanto doveva già esistere un certo traffico lungo questo ramo viario; voglio quindi considerare la possibilità che prima del ponte, in questa zona ci sia stato, a seconda delle fasi storiche e stagionali, un guado o una attraversamento del Tevere su sbarca che, come alternativa al percorso indicato, era più breve per arrivare a Perugia.

*3 Spesso le fonti citano genericamente Monte Nero senza specificare se castello o villa/piano e spesso si trovano notizie che riguardano un Monte Nero senza che sia specificato il rione di appartenenza, se di Porta S. Angelo (a nord di Perugia) o di Porta S. Pietro (o di Deruta).

*4 In ("Castelleone, Pomonte, Sorgnano, Perugia-Vecchia") si riporta quanto deliberato dalle autorità cittadine e dai "boni homines": "Est utile et cedit honori comunis Perusii quod unum pulcrum castrum de bonis muraliis et formis de novo fieri debeat et hedifìcari in Podio seu Monte Nigro, quod nunc nuncupatur Podium Perusinum, in pertinentiis et territorio Ville de Scentarelle"(È utile e confacente all'onore del popolo perugino che un bel castello con buone mura e forme ricostruito e costruito sul poggio ovvero Monte Nero, che oggi si chiama Poggio perugino, nelle pertinenze e nel territorio del Ville de Scentarelle).

*5 La fonte(3) da notizia di un prestito di 500 fiorini chiesto dal comune di Perugia il 4 dicembre 1392 per "riconquistare il castello di Monte Nero, occupato dai fuoriusciti". Ritengo che questo intervento sia stato necessario per riprendere il Monte Nero di P.S.A. coinvolto anche questo nelle lotte tra i ribelli e la città e perché, salvo errori di datazione, il prestito è stato chiesto un anno prima che il Monte Nero di P.S.P. fosse occupato dai ribelli nel 1393 e sul finire dello stesso anno riconquistato.

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