La Santa
F
ermina era figlia del Prefetto di Roma Calfurio; giovane credente in Cristo, deve allontanarsi da Roma per sfuggire dalla mondanità e alle persecuzioni dell'Imperatore Diocleziano e dei parenti e si trasferisce in un luogo solitario chiamato Agoliano distante otto miglia da Amelia(1).Il Consolare e Prefetto di Amelia Olimpiade, ricercando i cristiani come ordinato dall'Imperatore, conosce la giovane e bella Fermina e se ne innamora tanto da volerla sposare se solo avesse accettato di rinnegare Dio e offerto sacrifici agli Dei, ma lei si rifiuta; Olimpiade cerca di convincere la Santa prima tentandola e poi con la forza, ma il Signore interviene per difenderla e punisce il Prefetto ferendolo alle braccia e alle mani; Fermina si commuove delle sofferenze patite da Olimpiade e si offre di sanarlo se avesse accettato Cristo; dopo essersi fatto battezzare dal sacerdote Felice, Olimpiade guarisce e dopo quanto accaduto, novantotto familiari di Olimpiade si convincono e si fanno anch'essi battezzare da Felice(1).
Quando l'Imperatore Diocleziano viene a conoscenza dell'accaduto, invia ad Amelia un nuovo prefetto Magnezio che fa arrestare e uccidere Olimpiade(1).
Magnezio fa arrestare anche la vergine che nel frattempo era tornata al villagio di "Erubro d'Agoliano"; per il suo continuo fermo a rifiuto di sacrificare agli Dei, Fermina viene fatta spogliare e flagellata in pubblico; Dio interviene ancora in difesa sella Santa e colpisce il braccio del carnefice Ursicino che la perquote senza pena e fa apparire un uomo per che la riveste; anche questa volta Fermina intercede con Dio per far sanare il braccio di Ursicino e convinto della bontà e della Santità di Fermina si fa battezzare dal Prete Valentino; Ursicino viene in seguito arrestato da Magnezio e riceve il martirio dopo Fermina ad Amelia il 13 Gennaio del 303(?); intanto Magnezio continua a tormentare la Santa fino a che, straziata dai supplizi, muore vergine e martire il 24 novembre del 303. Il corpo di S. Fermina rimane "per il Vico, o Borgo d'Erubro" nel villaggio di Agoliano presso il Tevere nel Territorio di Tenaglie fino a che nella notte un uomo di nome Honorio la prende e la seppellisce assieme a S. Olimpiade in un punto segreto di quel villaggio(1).
Dopo tante ricerche e preghiere, il luogo della sepoltura viene rivelato in sogno al Vescovo d'Amelia Pasquale nel 870; in onore di S. Fermina si costruisce un Tempio poi ingrandito a Cattedrale nella quale dal 1642 sono custoditi i corpi dei due Santi(1).
Si crede anche che S. Firmina di Amelia sia di "originaria identità africana"; si ipotizzano due modi con cui può essere avvenuta la traslazione del suo culto (come quelli di altri Santi) in Umbria: con la fuga delle popolazioni cristiane dall'Africa settentrionale verso la Sardegna e in seguito trasferite in Umbria (oppure arrivate direttamente in Umbria) durante la penetrazione dei Vandali tra i secoli V e VI, oppure, con la successiva presenza di truppe bizantine nel corso delle guerre gotiche; quindi si configura "la via Amerina (e l'area interessata dal corridoio bizantino fino a Gubbio) come il principale canale di penetrazione di culti e reliquie di provenienza africana, presumibilmente contestuale al passaggio o allo stanziamento di profughi africani, forse provenienti dalla Sardegna (o di truppe bizantine giunte in seguito dall'Africa)"; successivamente, per la ben nota opera di riorganizzazione del territorio a loro rimasto portata avanti dai bizantini a partire dal 598, si affida l'amministrazione delle varie località a "milites" che favoriscono la diffusione di culti per alcuni santi di origine orientale o africana(2).
La chiesa
Santa Fermina (o Firmina), alla quale è stata dedicata la chiesa ed il borgo con il titolo di "Pievania"(3), fu martire cristiana del sec. III e Patrona di Amelia*1.
Con il termine "plebs" (pieve) si indica una struttura religiosa provvista di fonte battesimale e dotata di una circoscrizione territoriale ad essa soggetto dal punto di vista amministrativo e religioso.
La prima notizia della "plebs Sancte Firmine" come chiesa, si ha nel diploma di Federico I del 1163 con il quale la si conferma soggetta al vescovo di Perugia(4).
Nel 1172 il monastero di S. Maria in Valdiponte ottiene in dono beni presso "plebem Sancre Firmine" e in altre zone circostanti(5).
Nel 1332-1334 si ha che il "plebano" "dompno Niccholao" della "plebis S. Fermine de porta S. Angeli", assolve al pagamento delle decime alla diocesi di Perugia(6).
Nel sec. XIV la chiesa di S. Fermina è citata in relazione alla villa di S. Maria di Cenerente e nello stesso secolo "Ecclesia plebis Sancte Fermine" è tra le chiese dipendenti dall'episcopato perugino(7)(9).
Nel catasto del 1489, la chiesa di S. Cristoforo della villa omonima nel contado di porta S. Angelo, risulta avere 11 appezzamenti di terreno. Nello stesso documento sono incluse la "Ecclesia Plebis Sancte Formine de villa Sancti Cristofori" e la chiesa di S. Faustino, quest'ultima con 2 partite di terreno(7)(8).
Nal '500 si compila il catastino della chiesa di S. Firmina(3).
Nel 1559 si la parrocchia di S. Firmina è unita a quella di S. Maria Maddalena in Cenerente(10); il Parroco doveva dire messa nella chiesa di S. Firmina ogni 15 giorni(3); i documenti parrocchiali almeno fino al 1860 riportano ambedue i titoli di S. Maria Maddalena e S. Firmina in Cenerente, successivamente i documenti sono intestati alla sola S. Maria Maddalena(10)(11).
Sin dal 1564 si conosce la presenza del fonte battesimale in S. Firmina, ma non si conosce la data di erezione. Nel 1577 viene ordinato di non battezzare più nella chiesa di S. Firmina ma solo in quella di S. Maria Maddalena di Cenerente; fino a questa data, S. Maria di Cenerente era in "auxilium" di S. Firmina alla quale anche le altre parrocchie vicine di Canneto, Capocavallo, Rabatta pagavano il "pleberium"(10).
Nel 1645 una parte delle reliquie della Santa Patrona di Amelia sono donate al Duomo di Perugia e poi trasferite, con una grande festa, in parte alla chiesa di S. Maria di Cenerente e in parte in quella di S. Firmina(3). A inizio ottocento le reliquie della Santa risultano conservate nella chiesa di S. Angelo di Perugia (il Tempietto), forse provenienti proprio dalla chiesa di S. Firmina, evidentemente rimasta incustodita*2.
Fino agli anni 80 del XX secolo si svolgeva la bellissima processione dell'Ascensione che partiva alle sette del mattino da Cenerente, arrivava alla Pievuccia (dove si faceva la messa e il pranzo), rientrava a Cenerente passando e sostando al "Castellaccio"; in tutto 10 chilometri tra i boschi e una intera giornata di festa(11).
Il borgo
Nelle attuali carte geografiche questa località è chiamata "la Pievuccia".
Nei elenchi e catasti successivi al 1282, la Pieve di S. Fermina è sostanzialmente assente e forse unita alla "villa S. Marie Rivi Cenerentis"(7); è certo invece che dal sec. XV la pieve faceva parte del distretto di villa Colle S. Cristoforo(3)*3. "v. S. Cristofori de Monte Tiezo" compare per la prima volta nei censi dal 1282 con 11 focolari(7)*4(vedere Ville di Colle San Cristoforo e di San Faustino in Proculiano di Monte Tezio).
Ricerca e Sintesi
Strade e posti
Fonti
(1) Vite de' Santi e Beati dell'Umbria
(2) Il cristianesimo a Gubbio tra tarda antichità e alto medioevo.
(3) Belforti-Mariotti.
(4) Le più antiche carte della cattedrale di San Lorenzo di Perugia.
(5) Le più antiche carte dell'abbazia di S. Maria Val di Ponte.
(6) Rationes decimarum Italiae.
(7) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.
(8) san.beniculturali.it
(9) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV
(10) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.
(11) cenerente.altervista.org Claudio Maccherani.
(12) Le piante et i ritratti delle Città e Terre dell Umbria Sottoposte al Governo di Perugia.
Note
*1 La versione del racconto della vita di S. Fermina che differisce in alcuni punti dalla Passio sintetizata ne ('Il corridoio bizantino e la via Amerina In Umbria nell'alto medioevo').
*2 Nella "Descrizione topologico istorica della città di Perugia" di Stefano Siepi del 1822, della chiesa si trova descritto: "Sul muro ai fianchi dell'altare in due nicchie fra pilastri sono due grandi reliquiari di legno inargentato con varie particelle di sacri corpi, e sott'essi due piccole urne con le ossa de' SS. Fermina e Saverino fanciulli martiri.".
*3 Che la Pieve di S. Fermina entra a far parte del distretto di Colle S. Cristoforo è confermato dalla fonte(3); la fonte(7) riporta un testo del 1417 di un "Luca Andreoli della detta villa di Pantano dichiara di aver lasciato il contado da 1 anno, a causa della guerra, e di essere andato nel territorio di Gubbio; chiede di tornare con la moglie e 2 figli e di poter andare ad abitare nella villa di Colle S. Cristoforo, in 'loco dicto Sancta Firmina'."(7); in un'intestazione catastale del sec. XV è citata la "Ecclesia Plebis Sancte Formine de villa Sancti Cristofori"(8).
*4 Nel censo del 1282 la fonte(7) riporta distinte le comunità di "v. S. Cristofori de Monte Tiezo" e di "v. Collis S. Christofori" entrambe con 10/11 Focolari; queste sembrano essere la medesima località riportata due volte.
Coordinate GPS 43.167718, 12.354676