Il castello
N
on sembra esserci nessuna origine storica al nome di San Giuliano che oggi attribuiamo a questo castello; in verità però, si trovano alcune citazioni apparentemente errate della chiesa di questi luoghi a cui viene dato il nome (o che viene collocata) di S. Giuliano anziché di S. Giovanni in Monte Giuliano: La fonte(1) riporta in "villa de Sesse", piccolo vocabolo poco a nord di Migiana di Monte Tezio, la presenza nel 1493 di due chiese: S. Cristoforo e S. Giuliano; è evidente che quella chiamata di S. Giuliano era in realtà di S. Giovanni di Monte Giuliano in quest'anno unita a quella di Sesse; la fonte(2) ammette che nella visita dell'abate di S. Pietro di Perugia del 1505 per "negligenza dell'attuario (S. Giovanni) è detta 'S. Giuliano de Monte Sabiano' (leggasi Juliano)"; la chiesa di S. Giovanni è detta di S. Giuliano nelle notizie provenienti dalle Memorie del Riccardi e riproposte dalle fonti(1) e(3); anche nella biografia di ('Girolamo Tezi'), in merito a Giovanni Paolo Tezi nominato canonico di S. Lorenzo nel 1572, il Riccardi "lo ricorda anche subentrare nel beneficio di S. Giuliano di Monte Giuliano".L'antico toponimo della località in cui sorge Castel S. Giuliano, cioè Fratta di Adamo (alias Monte Giuliano)*1, indica lo stato di selva in cui potevano trovarsi queste terre.
Una prima citazione di Fratta di Adamo è in una conferma pontificia fatta da Pasquale II all'abbazia di S. Paolo in Valdiponte nel 1110 di diritti su diversi beni tra i quali quelli "in fracta de Adamo" appunto, che costituivano la dote originaria dell'abbazia; nel 1193 Celestino III conferma ancora all'abbazia "Quicquid habetis in fratta Adamo et eius pertinentijs"(Tutto quello che si ha in Fratta in Adamo e nelle sue pertinenze)(4)(5); non si sa quali siano i beni in questione e non si hanno altre notizie dell'attività dell'abbazia di S. Paolo in questi luoghi.
Il castello è invece citato per la prima volta nella conferma fatta da Gregorio IX dei beni del monastero di S. Pietro nel 1231 che comprendevano i "ius quod habetis in castello Fracte Adami et in ecclesia Sancti Iohannis"(diritti che si hanno nel castello di Fratta di Adamo e nella chiesa di S. Giovanni)(2) e nel 1232 in un contratto di divisione ereditaria dove un fondo terriero, sito in "Fracta Adami", confinava in un lato con "castrum Montis Iuliani"(6)*2.
I più antichi esponenti della famiglia di questi luoghi di cui si ha notizia sono Giovanni "de Fracta" citato in un documento del 1250 e il figlio "Rainerii de Monte Giuliano" nel 1255(7).
Nei censimenti successivi Monte Giuliano e di Fratta di Adamo sono assenti perché sono entrate a far parte del distretto di Prozonchio come sappiamo dalle informazioni sulla chiesa di questo luogo di S. Giovanni(2)(9).
"M. Giuliano" è raffigurato nella mappa del territorio perugino di Ignazio Danti del 1577-1580.
Il coinvolgimento dei nobili di Monte Giuliano in questioni civiche e cittadine piuttosto che locali, evidenzia il loro progressivo inurbamento.
La guerra tra Perugia e Gubbio del 1216 sembra concludersi nel 1217 con un arbitrato detto Lodo Pandolfo con il quale si assegnano a Perugia il controllo di diversi castelli lungo il confine tra i due comuni; la sentenza è iniqua e assai penalizzante per Gubbio che nei decenni successivi cerca in ogni modo di ribaltarla per riottenere quanto gli è stato tolto; "Correva l'Anno 1258, quando i Conti di Santa Christina, & altri Nobili di Gubbio effettuarono interamente ciò che tanto tempo prima havevano risoluto, & intrapreso, cioè d'alienarsi dalla Patria (Gubbio), e di mettere se medesimi, & i loro domini a coperto sotto la protezion di Perugia, facendosi ad essa soggetti"(10); in questo stesso anno "Rainerio de Monteiulgano" dichiara, in presenza del capitano del popolo, di possedere "pro comuni Perusii il castrum di S. Cristina, videlicet cassarum et turrium ipsius castri et totam partem quam habent domini de S. Cristina in dicto castro"(per il comune di Perugia il castello di S. Cristina, cioè il castello e le torri del castello stesso, e tutta la parte che hanno i signori di S. Cristina nel detto castello)(7); "Raineiro" di Monte Giuliano quindi ufficializza l'annessione del castello di S. Cristina al comune di Perugia visto che i signori di S. Cristina continuano ad amministrare il castello come titolari(7)(5).
Nel 1262 i domini Berardo e Giovanni di "Rainerii de Monte Iuliano" sono condannati per aver portato armi proibite e aver aggredito il priore e alcuni uomini di Vicolo; la lite riguarda un terreno che si trova presso la chiesa di Vicolo(7).
Nel 1279 gli uomini abitanti di Monte Giuliano si fanno rappresentare da due sindaci in una controversia (non si sa riguardante cosa) contro il comune di Perugia(3).
Nel 1281, tra i "milites" remunerati per essere andati al servizio del Papa in Romagna, è citato un nobile "de Monte Iuliano"; il nome non si conosce ma probabilmente doveva essere uno dei due figli di Rainerio, Giovanni, Berardo o altri(7).
Nel 1283 alcuni proprietari di mulini lungo il Tevere, tra i quali "Iohannis et Rainerii de Monte Zuiano"(Giovanni e il padre Raniero) che avevano un mulino a Monteverde, ordinano ai loro mugnai di interrompere la produzione e di non riprenderla fino a nuovo ordine. Le ragioni di questa 'serrata' non sono chiare, ma probabilmente all'origine di tutto è stato un intervento dell'autorità finalizzato a imporre ai mugnai un qualche gabella supplementare in denaro, in natura o in lavoro, per finanziare il conflitto in corso dall'anno precedente contro Foligno che stava mettendo a dura prova le finanze del comune(7)(11).
Nel 1285 "Ranerii de Monte Iuliano" è allibrato per 5000 libre (stima dei beni posseduti) ed è tra i più ricchi magnati perugini(7)(1).
Nel 1286. "Giovanni d. Ranerii de Monte Iuliano" è ricompensato dal comune di Perugia per alcuni servizi resi, tra cui aver prestato servizio nella guerra contro Foligno; nel 1296 suo figlio "Rigutius d. Iohannis de Monte Iuliano" viene ricompensato per altri servizi prestati al comune(7).
Nel 1333 sempre Riguccio assieme a "Crolus d. Berardi de Monte Iuliano"(Carlo) e "Nerius Lucciarelli d. Iohannis de Monte Iuliano"(Nero) compaiono nella lista del Libro Rosso dei nobili perugini(7).
Nel settembre 1323 Paoluccio di Lello di Riguccio dei nobili di Monte Giuliano (della famiglia detta appunto degli Arrigucci(12)), mercante, è ambasciatore a Montefalco per trattare della guerra del Comune di Perugia contro i ghibellini di Spoleto; sempre Paoluccio nel novembre 1325 è uno dei buoni uomini incaricati della cavallata (cioè la formazione della milizia a cavallo) di duecento cavalli(13); dal 1337 al 1342 è inviato ad Arezzo come "Conservadore di pace, & Giudice delle Appellationi (...) Paoluccio Lello di Riguccio Perugino de' Nobili di Monte Giuliano hoggi de gli Arigucci chiamati"(14); tale ufficio era solo simbolico dato che l'effettivo controllo di Arezzo era dei fiorentini(13). Il Riguccio a cui succedono il figlio Lello e il nipote Paoluccio non può essere lo stesso Riguccio figlio di Giovanni.
Dal 1361 dei nobili perugini fuoriusciti e ribelli alla città occupano alcune località presso il lago Trasimeno; nel 1363 alcuni di loro sono catturati e decapitati, tra cui un Bartolomeo di Berardello da Monte Giuliano(12)(14).
Nel 1391 un cavaliere di Oddo dei Baglioini è accusato dell'uccisione di un uomo; si sospetta che questo stesso cavaliere abbia ucciso un anno prima (nel 1390) "Riguccio dei Nobili di Monte Giuliano"(14); Riguccio deve essere per forza un discendente dei due descritti sopra; queste accuse fanno sfiorare uno scontro armato tra le famiglie dei Ranieri e degli Arcipreti contro i Baglioni(14)(15)*4.
Nel 1411 "Paolo Orsino, e Sforza da Cotignuola, essendosi tornati verso Roma, intendendo, che Braccio con gli altri suoi fuorusciti di Perugia travagliavano in quelle parti, se n'andarono in aiuto suo con un buon numero di cavalli, & fanti, talmente che con gli altri, che v'erano prima, secondo che da gli scrittori nostri si narra, non erano meno di quatre mila cavalli con poca fanteria; Braccio, a cui era stato dato il carico di tutta la guerra, conoscendo, che gli era necessario di havere un ponte sul Tevere per poterlo passare a voglia sua, deliberò d'assalire il Ponte di Pattolo luogo per lo Castello che vi è, più degli altri munito, & gagliardo" e "passato il ponte trascorse per tutte le Castella, che sono intorno a quelle colline, & abbrusciate, & scaricate molte ville, & palazzi, e fatta una grossa preda s'appresentò alla vista della Città, ma non essendogli uscito alcuno incontra, ritornato in dietro abbruciò Pretola, & ruinò tutte le molina, ch'erano per quelle contrade, poi se ne tornò a gli alloggiamenti, ch'erano vicino al Tevere al luogo detto Bucarello, & indi a non molti giorni essendo ito con l'esercito di là dal fiume verso la montagna glie si diedero volontariamente molte Castella"(10); in questi eventi viene sicuramente coinvolta anche l'area di Monte Giuliano.
Nel 1413 è inviato come ambasciatore presso Papa Giovanni XXIII "M. Felcino degli Armanni oggi detti della Staffa Cavaliere molto honorato..." che "... oltra il chiamarlo nobile perugino li si da anco titolo di Conte di Monte Giuliano Castello del Territorio d Perugia"(14)(16). Quella degli Armanni era una famiglia che nel XV secolo ha avuto un consistente incremento fondiario in Prozonchio e nei dintorni(16); all'inizio di questo secolo quindi, Felcino degli Armanni della Staffa, fatto Conte di Monte Giuliano entra in possesso di questi luoghi assieme alla famiglie degli Arrigucci e Ranieri.
Nel 1446 la comunità è esentata per un anno dal pagamento di metà del focolare per fortificare le mura del castello(14).
Nel 1503 i capitani di ventura Giampaolo e Gentile Baglioni prendono Ponte Felcino e costringono gli uomini di Carlo Baglioni a ritirarsi per difendere la città; conseguentemente "Gio: Paolo veduta la fuga de nimici suoi, riunite legenti se n'andò per le Castella vicìne, & hebbea (a) patti la Colamella, Civitélla delle benedittioni, il Ponte di Pattolo, & monte giuliaino con molte altre Castella di quelle contrade...", molti di questi luoghi, feudi di Girolamo Della Penna(Arcipreti)*4 e dei Della Staffa; l'occupazione del contado impedisce così a Carlo Baglioni di ricevere i soccorsi e permette ai due capitani di entrare in Perugia(3)(14)(17).
Tra il 1605 e il sec. XVIII si trovano diverse intestazioni catastali riguardanti esponenti della famiglia degli Arrigucci definirsi "de Nobilibus de Monte Iuliano"(9).
Tra il XVIII e il XIX secolo, il complesso fortificato risulta appartenere ancora ai Conti Della Staffa(18).
Da notizie trovate in rete si scopre che il castello, in uso dell'azienda agricola a cui apparteneva, un centinaio danni fa è stato ristrutturato; una targa in cemento nella parete di un edificio posto tra i due ingressi pare proprio riportare la data di questo intervento, il 1929. Durante la seconda guerra mondiale i tedeschi hanno posizionato una batteria di artiglieria presso il castello per coprire la ritirata; la batteria viene annientata dai carri inglesi ma un paio di colpi centrano il castello fortunatamente disabitato.
Oggi il castello e gli edifici intorno sono in vendita e in condizioni molto precarie, necessitano di una consistente ristrutturazione.
La chiesa
La chiesa Parrocchiale di S. Giovanni di Monte Giuliano è stata un membro antichissimo del monastero di S. Pietro dei monaci Cassinesi(3); il 22 settembre 1231 Gregorio IX conferma al monastero di S. Pietro di Perugia le sue proprietà, tra cui "ius quod habetis in castello Fracte Adami et in ecclesia Sancti Iohannis, sita in eodem castro"(Diritti nel castello di Fratta di Adamo e nella chiesa di S. Giovanni situata nello stesso castello)(2).
Nel 1331 "Dompnus Nichola Iohannis prior ecclesie Sancti Iohannis de Fracta Adami"(il monaco di S. Pietro di Perugia, Nicola di Giovanni, priore di S. Giovanni della Fratta di Adamo) cede in affitto due terreni presso Prezzonchio e Fratticiola Imperetola da(13)(2); è possibile che in questa data don Nicola fosse priore, oltre che di S. Giovanni, anche delle parrocchie di Prezzonchio e Fratticiola Imperetola.
Nel 1332-34 troviamo di nuovo "dompnus Niccholaus", e successivamente "dompno Donato", rettori della "ecclesie S. Iohannis de Fracta Adami" che assolvono all'impegno di pagare le decime alla diocesi perugina(19).
Nel sec. XIV il controllo della "Ecclesia Sancti lohannis de Fracta Adamy" è ancora confermato al monastero di S. Pietro e a lui è tributaria(20). Sempre in questo secolo pare che la chiesa di S. Giovanni fosse subordinata alla parrocchia di Prozonchio, come anche del distretto di Prozonchio faceva parte quello di Fratta di Adamo (o Monte Giuliano)(2).
Nel 1378 il monastero di S. Pietro assegna in commenda la chiesa di S. Giovanni al monaco Corrado Berardelli e l'unisce a quella di S. Maria di Pitignano(2).
Nel libro dei pagamenti dei canoni al monastero di S. Pietro di Perugia del 1379, risulta la chiesa intitolata a "S. Giovanni della Fratta di Adamo e di Monte Giuliano"(2); il canone annuo di una corba di grano (circa dai 168,9Kg ai 208,54Kg), nel 1387 viene ridotta a una mina (1/4 di corba); quuesto canone è ancora confermato nel 1443 da Eugenio IV(1)(3).
Spesso due parrocchie potevano essere unite tra loro senza che vi fosse un decreto vescovile e rimanere in questa situazione per un certo tempo, trascorso il quale ciascuna riacquista la propria autonomia per poi magari riunirsi nuovamente tra loro o con altre parrocchie, questo è quanto è accaduto alle chiese di S. Giovanni Battista di Monte Giuliano e di S. Pietro e di S. Biagio in Migiana di Monte Tezio(21): La parrocchia di S. Pietro di Migiana risulta unita alla chiesa senza cura d'anime di S. Giovanni di Monte Giuliano negli anni 1473(2) e 1478(2); dal 1480 al 1481 il priorato di S. Rufino di Forcella viene assegnato a Tommaso di Giuliano Paltoni assieme la cura delle chiese di S. Giovanni di Monte Giuliano e di S. Pietro di Migiana di Monte Tezio(22); nella visita dell'abate del 1505 le chiese di S. Pietro e di S. Giovanni risultano ancora unite e il parroco della chiesa di S. Pietro pagava al monastero di S. Pietro il canone di una libbra di candele per ciascuna parrocchia(2); nella stessa visita del 1505 si registra che la chiesa di S. Giovanni aveva una rendita di 7 some di grano e 4 mezzolini di olio e nella visita successiva del 1525 di 4 some di grano e 12 mezzolini di olio(2). Nel sec. XVI (1555(21)), alla parrocchia di S. Giuliano e S. Pietro risulta unita anche la parrocchia di S. Biagio di Monte Tezio(13)(21)(2), dipendente dalla cattedrale di Perugia(20). Nel 1571 il vicario Donato Turrio disunisce la parrocchia di S. Giovanni dalla parrocchia di S. Pietro Migiana la quale assume il titolo delle due chiese de di Migiana, cioè di S.S. Pietro e Biagio di Migiana di Monte Tezio(3)(21).
Tra il 1489 e il 1605 è registrata un'intestazione catastale a nome della "Ecclesia Sancti Iohannis de villa Porzonchii"(9).
La lunga disputa tra il vescovo di Perugia e il monastero di S. Pietro, viene risolta nel 1655 da un concordato che stabilisce, tra le altre cose, il passaggio della chiesa di S. Giovanni di Monte Giuliano al vescovo(13)(2).
Nel 1724, con un decreto del vescovo De' Buoi, le parrocchie di S.S. Pietro e Biagio di Migiana di Monte Tezio (anche questa passata al vescovato) e di S. Giovanni di Monte Giuliano sono definitivamente accorpate con quella di S. Giovanni che viene soppressa(21)(3).
La chiesa di S. Giovanni Battista è rimasta aperta al culto fino al 1920, ma solo in ricorrenza della festa del santo titolare(16).
Sebbene si dica che questa chiesa si trovasse all'interno del castello, è possibile che in realtà ne fosse fuori e/o che alcune sue parti siano state riutilizzate per una casa nei paraggi(vedere Podere San Giovanni).
Nei dintorni del castello v'erano due oratori: Uno di S. Andrea Apostolo (100m a ovest del castello) della famiglia Arrigucci, nei primi del '700 con matrimonio passato ai marchesi Bourbon di Sorbello i quali nel 1763 ne sono ancora proprietari(3), riedificato nel 1865 da Scipione Conestabile della Staffa, oggi è in condizioni molto precarie (vedi Tempietto di Sant'Andrea); adiacente o all'interno del castello, l'altro è l'oratorio di S. Girolamo dei Conti della Staffa(16) che, anche se non apparteneva al monastero di S. Pietro di Perugia, nel 1505 risulta amministrato dal parroco della parrocchia S. Pietro di Migiana di Monte Tezio e registrato con una rendita annua di una soma di grano e un mezzolino di olio(13)(2)*5.
Ricerca e sintesi
Strade e posti
Fonti
(1) Citta e territorio tra medioevo ed età moderna.
(2) Le carte dell'archivio di S. Pietro di Perugia.
(3) Belforti-Mariotti.
(4) An umbrian abbey San Paolo di Valdiponte.
(5) Le signorie rurali nell'Umbria settentrionale.
(6) Le pergamene dell'Ospedale di S. Maria della Misericordia di Perugia Dalle origini al 1400.
(7) Repertorio delle famiglie e dei gruppi signorili nel perugino e nell' eugubino tra XI e XIII secolo.
(8) La popolazione dello Stato Romano (1656-1901).
(9) san.beniculturali.it
(10) Delle lettere del signor Vincenzo Armanni 1608-1647.
(11) Araldica e storia sociale possibili esempi perugini tra medioevo ed età moderna.
(12) Cronache della città di Perugia.
(13) Liber contractuum.
(14) Della Historia di Perugia.
(15) Gli Arcipreti della Penna una famiglia nella storia di Perugia.
(16) Castelli, monasteri, ville ed eremi dell'alta valle tiberina.
(17) Biografie dei capitani venturieri dell'Umbria.
(18) I quaderni del monte.
(19) Rationes decimarum.
(20) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.
(21) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.
(22) Documenti pontifici del monastero di S. Pietro di Perugia.
Note
*1 Alcune fonti associano "Castrum Montis Luliani" con il castello di Monte Giuliano; in realtà Monteluiano è una località a ovest di Gubbio quindi, ad esempio, le conferme alla canonica di S. Martino di Gubbio del 1143 da Celestino II, del 1170 da Alessandro III, del 1182 da Lucio III e i privilegi di Federico I a Gubbio del 1163 ("Archivio per la storia ecclesiastica dell'Umbria"), non si riferiscono a Monte Giuliano di Perugia.
Monte Giuliano è spesso confuso con altre località come con villa (o castello) di S. Giuliano delle Pignatte (citato a volte solo come S. Giuliano) in P.S.A. presso Montecorona oppure con una villa S. Giuliano in P.S.P. ubicata tra S. Nicolò di Celle, S. Angelo di Celle e Monte Corneo e attualmente scomparsa.
Fratta di Adamo e Monte Giuliano sono considerate da molti una medesima località, ma questo non è esatto: Nei censi del 1258 e del 1260(1), le due località sono censite distintamente come distinte sono nella cartina della stessa fonte(1); in un documento del 1232, un podere posto in "Fracta Adami" risulta confinante con il "fossato Riosmero a Bagnaia", con "il Tevere,(e con) castrum Montis Iuliani"(6); la fonte(2) afferma i due nomi essere alla medesima località e indica "Fracta Adami" "tra Monte Nero, Prozonchio e Fratticciola... " quindi a sud di Prozonchio, quando invece Monte Giuliano e Castel S. Giuliano gli sono a nord; il colle a sud di Prozonchio, dove la fonte(2) e nella cartina della fonte(1) indicano la Fratta di Adamo, è in realtà la località di villa Caiano nel distretto di Monte Nero.
Ritengo che questi due luoghi erano certamente molto vicini ma distinti: Nell'odierna topografia (IGM e regionale) "Monte Giuliano" è il nome del vicino colle a sud del castello e a nord-ovest di Prozonchioche(coordinate GPS 43.19420, 12.40148) mentre il castello "Castel S. Giuliano" è in un anonimo colle a nord (coordinate GPS 43.200607, 12.401397); è possibile quindi che Fratta di Adamo fosse il colle dove oggi è il castello, mentre Monte Giuliano lo stesso colle di oggi a sud del castello; questi due rilievi sono ben collegati da una strada a ovest lungo la quale si notano numerose colture abbandonate.
Un'altra valida ipotesi è che Fratta di Adamo fosse nel vicino poggio ad est del castello oggi chiamato "Podere S. Giovanni" (coordinate GPS 43.19867, 12.40725 vedere Podere San Giovanni), e che Monte Giuliano fosse dov'è il Castello ('Perduti nel tempo - Castelli in rovina del territorio di Perugia').
*2 Effettivamente le citazioni esplicite di Monte Giuliano (o Fratta di Adamo) come castello non sono molte: Nella conferma di Gregorio IX nel 1231(2), in un documento del 1232(6), il Pellini(14) nel 1413, 1446 e 1503; poi la fonte(3)(riportando gli annali).
*3 La fonte(1) assegna erroneamente a Monte Giuliano i censi di S. Giuliano delle Pignatte.
*4 Non conosco quale legame ci potesse essere tra le famiglie degli Arrigucci e degli Arcipreti ma negli scontri del 1491 sembra partecipare solo una parte della famiglia degli Arcipreti(15); come successivamente riportato negli eventi del 1503 e dalla fonte(15), anche gli Arcipreti avevano degli interessi nel contado di Porta S. Angelo presso Ponte Pattoli e Monte Nero.
*5 La presenza di due chiese, di S. Giovanni e S. Girolamo all'interno del castello come affermato dalla fonte(2) pare poco credibile; in un annuncio di vendita del castello è scritto: "...Due sono le antiche porte d'accesso: una, a nord-est, definita da un arco a sesto leggermente acuto; l'altra, invece, è rivolta a levante. Al suo interno presenta un'ampia corte con al centro un pozzo. Ai margini del piccolo pianoro situato fuori dalle due porte principali del castello, vi è un'altra costruzione antica di circa 574m cubi parzialmente diruta, fatta della stessa pietra del castello. Si tratta dell'Oratorio di S. Girolamo, di forma rettangolare ed è formato da due stanze...."; secondo l'annuncio quindi, S. Girolamo sarebbe il rudere che è di fronte all'ingresso del castello.
Coordinate GPS 43.200774, 12.401557