Castel San Giuliano

Il castello

L

'antico toponimo della località in cui sorge Castel San Giuliano, "Fratta di Adamo" (alias "Monte Giuliano")*1, testimonia come poteva essere lo stato di selva di queste terre.
Da destra, profilo dei ruderi di Castel San Giuliano, Tempietto di Sant'andrea e casolare in Monte Giuliano

Una prima citazione di Fratta di Adamo è in una conferma pontificia fatta da Pasquale II all'abbazia di S. Paolo in Valdiponte nel 1110 di diritti su diversi beni tra i quali quelli "in fracta de Adamo" appunto, che costituivano la dote originaria dell'abbazia; nel 1193 Celestino III conferma ancora all'abbazia "Quicquid habetis in fratta Adamo et eius pertinentijs"(Tutto quello che si ha in Fratta in Adamo e sue pertinenze)(1)(2); quali siano i beni non lo possiamo sapere.

Il castello invece si conosce per la prima volta nella conferma fatta da Gregorio IX al monastero di S. Pietro nel 1231 di "ius quod habetis in castello Fracte Adami et in ecclesia Sancti Iohannis"(diritti che si hanno nel castello di Fratta di Adamo e nella chiesa di S. Giovanni)(17) e nel 1232 in un contratto di divisione ereditaria dove un fondo terriero, sito in "Fracta Adami", confinava in un lato con "castrum Montis Iuliani"(3).

Nel più antico elenco delle comunità del contado perugino del 1258, nel rione di Porta S. Angelo sono riportate distintamente le località di "Fracta Ade" che di "Muns Gilianus"; nella lista degli enti ecclesiastici e delle località alle quali è imposto il pagamento della tassa speciale "impositio bladi" del 1260, sono indicate anche "v. [villa] Fracte Adami" e "v. Montis luliani"; nei censimenti successivi del 1278 e del 1282 troviamo riportata la sola "v. Montis Iuliani" con 12/7 focolari (famiglie)(4); nelle successive liste dei borghi e castelli perugini a partire dal 1370, anche il distretto di Monte Giuliano è assente(4) probabilmente perché accorpato a quello di Prozonchio(17)*2; E' importante notare che in questi elenchi Monte Giuliano e/o Fratta di Adamo sono sempre identificate come villa*3.

       Giovanni "de Fracta"
               |
               |
  "Rainerii de Monte Giuliano"
       _________|_________
      |                   |
   Berardo             Giovanni              Riguccio
      |             ______|______               |
      |            |             |              |
    Carlo     Lucciarello     Riguccio        Lello
                   |                            |
                   |                            |
  Berardello     Nero                    ?   Paoluccio
      |                                  |
      |                                  |
  Bartolomeo                         Riguccio

I più antichi esponenti della famiglia di cui si ha notizia sono Giovanni "de Fracta" citato in un documento del 1250 e il figlio "Rainerii de Monte Giuliano" nel 1255(5).

Targa in cemento 'R. Dott. R. T. A 1929'

La guerra tra Perugia e Gubbio del 1216 sembra concludersi nel 1217 attraverso un arbitrato chiamato lodo Pandolfo con il quale si assegnano a Perugia il controllo di diversi castelli posti lungo il confine dei due comuni; la sentenza è iniqua e penalizzante per Gubbio che nei decenni successivi fa di tutto per rovesciarla per riottenere quanto tolto; "Correva l'Anno 1258, quando i Conti di Santa Christina, & altri Nobili di Gubbio effettuarono interamente ciò che tanto tempo prima havevano risoluto, & intrapreso, cioè d'alienarsi dalla Patria [Gubbio], e di mettere se medesimi, & i loro domini a coperto sotto la protezion di Perugia, facendosi ad essa soggetti"(6); questo avviene quando in questo stesso anno "Rainerio de Monteiulgano" dichiara, in presenza del capitano del popolo, di possedere "pro comuni Perusii il castrum di S. Cristina, videlicet cassarum et turrium ipsius castri et totam partem quam habent domini de S. Cristina in dicto castro"(per il comune di Perugia il castello di S. Cristina, cioè il castello e le torri del castello stesso, e tutta la parte che hanno i signori di S. Cristina nel detto castello)(5); in realtà i signori di S. Cristina continuano ad agire nel castello da titolari della loro giurisdizione(5)(2), sembra quindi che questo atto sia stato solo una provocazione per un ulteriore strappo utile a scoraggiare le pretese di Gubbio sul castello di S. Cristina.

Nel 1562 i domini Berardo e Giovanni di "Rainerii de Monte Iuliano" sono condannati per aver portato armi proibite, aver aggredito il priore e alcuni uomini di Vicolo; la lite riguarda un terreno presso la chiesa di Vicolo(5).

Nel 1279 gli uomini abitanti di Monte Giuliano si fanno rappresentare da due sindaci in una controversia (non si sa riguardante cosa) contro il comune di Perugia(7).

Nel 1281, tra i "milites" remunerati per essere andati al servizio del Papa in Romagna, c'è un nobile "de Monte Iuliano"; il nome non si conosce ma probabilmente doveva essere uno dei due figli di Rainerio, Giovanni o Berardo(5).

Nel 1283 alcuni proprietari di mulini lungo il Tevere, tra i quali "Iohannis et Rainerii de Monte Zuiano"(Giovanni e il padre Raniero) che avevano un mulino a Monteverde, impongono ai loro mugnai di interrompere la produzione e di non riprenderla fino a nuovo ordine. Le ragioni di questa 'serrata' non sono chiare, ma è probabile che all'origine di tutto ci sia un intervento dell'autorità finalizzato a imporre ai mugnai un qualche gabella supplementare in denaro, in natura o in lavoro, per finanziare il conflitto in corso sin dall'anno precedente con Foligno che stava mettendo a dura prova le finanze del comune(5)(8).

Nel 1285 "Ranerii de Monte Iuliano" è allibrato per 5000 libre (stima dei beni posseduti) ed è tra i più ricchi magnati perugini(5)(4).

Nel 1286. "Giovanni d. Ranerii de Monte Iuliano" è ricompensato dal comune di Perugia per alcuni servizi resi, tra cui aver prestato servizio nella guerra contro Foligno; suo figlio "Rigutius d. Iohannis de Monte Iuliano" nel 1296 è ricompensato per altri servizi prestati al comune(5); nel 1333 sempre Riguccio assieme a "Crolus d. Berardi de Monte Iuliano" e "Nerius Lucciarelli d. Iohannis de Monte Iuliano" compaiono nella lista del Libro Rosso dei nobili perugini(5).

Nel settembre 1323 Paoluccio di Lello di Riguccio dei nobili di Monte Giuliano (della famiglia detta poi degli Arrigucci(10)), mercante, è ambasciatore a Montefalco per trattare della guerra del Comune di Perugia contro i ghibellini di Spoleto; nel novembre 1325 è uno dei buoni uomini incaricati della cavallata (cioè la formazione della milizia a cavallo) di duecento cavalli(9); dal 1337 al 1342 è inviato ad Arezzo come "Conservadore di pace, & Giudice delle Appellationi [...] Paoluccio Lello di Riguccio Perugino de' Nobili di Monte Giuliano hoggi de gli Arigucci chiamati"(11); tale ufficio fu solo simbolico dato che l'effettivo controllo di Arezzo era dei fiorentini(9).

Dal 1361 dei nobili perugini fuoriusciti e ribelli alla città occupano alcune località presso il lago Trasimeno; nel 1363 alcuni di loro sono catturati e decapitati, tra cui un Bartolomeo di Berardello da Monte Giuliano(10)(11).

Nel 1391 un cavaliere di Oddo dei Baglioini è accusato dell'uccisione di un uomo; il sospetto che questo stesso cavaliere abbia ucciso un anno prima (nel 1390) "Riguccio dei Nobili di Monte Giuliano"(11)(Riguccio è forse un nipote di Riguccio di Giovanni oppure un figlio di Paoluccio?); questi sospetti fanno sfiorare lo scoppio di uno scontro armato tra le famiglie dei Ranieri e gli Arcipreti contro i Baglioni(11)(12)*4.

Nel 1411 "Paolo Orsino, e Sforza da Cotignuola, essendosi tornati verso Roma, intendendo, che Braccio con gli altri suoi fuorusciti di Perugia travagliavano in quelle parti, se n'andarono in aiuto suo con un buon numero di cavalli, & fanti, talmente che con gli altri, che v'erano prima, secondo che da gli scrittori nostri si narra, non erano meno di quatre mila cavalli con poca fanteria; Braccio, a cui era stato dato il carico di tutta la guerra, conoscendo, che gli era necessario di havere un ponte sul Tevere per poterlo passare a voglia sua, deliberò d'assalire il Ponte di Pattolo luogo per lo Castello che vi è, più degli altri munito, & gagliardo" e "passato il ponte trascorse per tutte le Castella, che sono intorno a quelle colline, & abbrusciate, & scaricate molte ville, & palazzi, e fatta una grossa preda s'appresentò alla vista della Città, ma non essendogli uscito alcuno incontra, ritornato in dietro abbruciò Pretola, & ruinò tutte le molina, ch'erano per quelle contrade, poi se ne tornò a gli alloggiamenti, ch'erano vicino al Tevere al luogo detto Bucarello, & indi a non molti giorni essendo ito con l'esercito di là dal fiume verso la montagna glie si diedero volontariamente molte Castella"(6); in questi eventi viene sicuramente coinvolta anche l'area di Monte Giuliano.

Nel 1413 è inviato come ambasciatore presso Papa Giovanni XXIII "M. Felcino degli Armanni oggi detti della Staffa Cavaliere molto honorato..." che "... oltra il chiamarlo nobile perugino li si da anco titolo di Conte di Monte Giuliano Castello del Territorio d Perugia"(11)(13). Quella degli Armanni era una famiglia che nel XV secolo ebbe un consistente incremento fondiario in Prozonchio e nei dintorni(13); all'inizio di questo secolo quindi al familgia Armanni della Staffa affianca in Monte Giuliano quella originaria degli Arrigucci.

Nel 1446 la comunità è esentata per un anno dal pagamento di metà del focolare per fortificare le mura del castello(11).

Nel 1503 i capitani di ventura Giampaolo e Gentile Baglioni prendono Ponte Felcino e costringono gli uomini di Carlo Baglioni a ritirarsi per difendere la città; conseguentemente "Gio: Paolo veduta la fuga de nimici suoi, riunite legenti se n'andò per le Castella vicìne, & hebbea [a] patti la Colamella, Civitélla delle benedittioni, il Ponte di Pattolo, & monte giuliaino con molte altre Castella di quelle contrade...", molti di questi luoghi, feudi di Girolamo Della Penna(Arcipreti)*4 e dei Della Staffa; l'occupazione del contado impedisce così l'arrivo dei soccorsi a Carlo Baglioni e permette ai due capitani di entrare a Perugia(7)(11)(14).

Da censimenti pontifici, nel 1656 in Montre Giuliano vi abitano 18 anime, nel 1701 e 1708 rispettivamente 25 e 16 anime(15); nei censimenti succesivi Monte Giuliano è assente.

Tra il XVIII e il XIX secolo, il complesso fortificato risulta appartenere ancora ai conti Della Staffa(16).

Da notizie trovate in rete, sembra che un centinaio danni fa il castello sia stato ristrutturato e in uso all'azienda agricola a cui apparteneva; una targa in cemento nella parete di un edificio posto tra i due ingressi pare proprio testimoniare la data di questo intervento, il 1929. Durante la seconda guerra mondiale, la zona di Monte Giuliano è presidiata dai tedeschi in ritirata e due colpito di carro inglesi finiscono per il castello.

Oggi il castello e gli edifici intorno sono in vendita e in condizioni molto precarie, necessitano di una consistente ristrutturazione.

La chiesa

La chiesa Parrocchiale di S. Giovanni (o di S. Giuliano*5) in Monte Giuliano è stata un membro antichissimo del monastero di S. Pietro dei monaci Cassinesi(7); il 22 settembre 1231 Gregorio IX conferma al monastero di S. Pietro di Perugia le sue proprietà, tra cui "ius quod habetis in castello Fracte Adami et in ecclesia Sancti Iohannis, sita in eodem castro"(Diritti nel castello di Fratta di Adamo e nella chiesa di S. Giovanni situata nello stesso castello)(17).

Nel 1331 avviene una cessione in affitto due terreni presso Prezzonchio e Fratticiola Imperetola da parte di "Dompnus Nichola Iohannis prior ecclesie Sancti Iohannis de Fracta Adami"(il monaco di S. Pietro di Perugia, Nicola di Giovanni, priore di S. Giovanni della Fratta di Adamo)(9)(17); questo significa che almeno in questa data don Nicola, priore di S. Giovanni, gestiva anche le parrocchie di Prezzonchio e Fratticiola Imperetola.

Nel 1332-34 troviamo di nuovo "dompnus Niccholaus", poi successivamente "dompno Donato", rettori della "ecclesie S. Iohannis de Fracta Adami", ad assolvere al pagamento delle decime alla diocesi perugina per (18).

Nel sec. XIV il controllo della "Ecclesia Sancti lohannis de Fracta Adamy" è ancora confermato al monastero di S. Pietro e a lui è tributaria(19). Sempre in questo sec. pare che la chiesa di S. Giovanni fosse subordinata alla parrocchia di Prozonchio, come come anche il territorio di Fratta di Adamo (o Monte Giuliano)(17).

Nel 1378 il monastero di S. Pietro assegna in commenda la chiesa di S. Giovanni al monaco Corrado Berardelli e la unisce a quella di S. Maria di Pitignano(17).

Nel 1379 nel libro dei pagamenti dei canoni al monastero di S. Pietro risulta la chiesa intitolata a "S. Giovanni della Fratta di Adamo e di Monte Giuliano"(17); nel 1387 S. Giovanni di Monte Giuliano risulta tributaria al monastero e per una mina di grano; questa chiesa è ancora confermata a S. Pietro di Perugia nel 1445 da Eugenio IV(4)(7); tra il 1489 e il 1605 è registrata un'intestazione catastale a nome della "Ecclesia Sancti Iohannis de villa Porzonchii"(20).

Spesso due parrocchie potevano essere unite tra loro senza che vi fosse un decreto vescovile e rimanere in questa situazione per un certo tempo, trascorso il quale ciascuna riacquista la propria autonomia per poi magari riunirsi nuovamente tra loro o con altre parrocchie, questo è il caso delle chiese di S. Giovanni Battista del castello di Monte Giuliano, di S. Pietro e di S. Biagio in Migiana di Monte Tezio(21). La parrocchia di S. Pietro di Migiana risulta unita alla chiesa senza cura d'anime di S. Giovanni di Monte Giuliano negli anni 1473(17) e 1478(17); dal 1480 al 1481 viene assegnato a Tommaso di Giuliano Paltoni il priorato di S. Rufino di Forcella e la cura delle chiese di S. Giovanni di Monte Giuliano e di S. Pietro di Migiana di Monte Tezio(22); nel 1505 le chiese di S. Pietro e S. Giovanni risultano ancora unite con il parroco della chiesa di S. Pietro che pagava al monastero di S. Pietro il canone di una libbra di candele per ciascuna parrocchia(17); sempre nella visita dell'abate del 1505 si registra che la chiesa di S. Giovanni aveva una rendita di 7 some di grano e 4 mezzolini di olio e in quella del 1525 di 4 some di grano e 12 mezzolini di olio(17). Nel sec. XVI (1555(21)), alla parrocchia di S. Giuliano e S. Pietro risulta unita anche la parrocchia di S. Biagio di Monte Tezio(9)(21)(17), dipendente dalla cattedrale di Perugia(19). Nel 1571 il vicario Donato Turrio disunisce la parrocchia di S. Giovanni dalla parrocchia di S. Pietro Migiana che a sua volta assume il titolo delle due chiese del posto, cioè di S.S. Pietro e Biagio di Migiana di Monte Tezio(7)(21).

Dopo una lunga disputa tra il vescovo di Perugia e il monastero di S. Pietro, nel 1655 si ha un concordato che, tra le altre cose, sancisce il passaggio della chiesa di S. Giovanni di Monte Giuliano al vescovo(9)(17).

Nel 1724, con un decreto del vescovo De' Buoi, le parrocchie di S.S. Pietro e Biagio di Migiana di Monte Tezio (anche lei passata al vescovato) e di S. Giovanni di Monte Giuliano sono definitivamente accorpate con quella di S. Giovanni soppressa(21)(7).

La chiesa di S. Giovanni Battista è rimasta aperta al culto fino al 1920, ma solo in ricorrenza della festa del santo titolare(13).

Nei dintorni del castello v'erano due oratori: Uno di S. Andrea Apostolo (100m a ovest del castello) della famiglia Arrigucci, nei primi del '700 con matrimonio passato ai marchesi Bourbon di Sorbello i quali nel 1763 ne sono ancora proprietari(7), riedificato nel 1865 da Scipione Conestabile della Staffa, oggi è in in condizioni molto precarie (vedi Tempietto di Sant'Andrea); adiacente o all'interno del castello, l'altro è l'oratorio di S. Girolamo dei conti della Staffa(13) che, anche se non apparteneva al monastero di S. Pietro di Perugia, nel 1505 risulta amministrato dal parroco della parrocchia S. Pietro di Migiana di Monte Tezio e registrato con una rendita annua di una soma di grano e un mezzolino di olio(9)(17)*6.

 

Ricerca e Sintesi

Strade e posti

Fonti

(1) An umbrian abbey San Paolo di Valdiponte.

(2) Le signorie rurali nell'Umbria settentrionale.

(3) Le pergamene dell'Ospedale di S. Maria della Misericordia di Perugia Dalle origini al 1400.

(4) Citta e territorio tra medioevo ed età moderna.

(5) Repertorio delle famiglie e dei gruppi signorili nel perugino e nell' eugubino tra XI e XIII secolo.

(6) Delle lettere del signor Vincenzo Armanni 1608-1647.

(7) Belforti-Mariotti.

(8) Araldica e storia sociale possibili esempi perugini tra medioevo ed età moderna.

(9) Liber contractuum.

(10) Cronache della città di Perugia.

(11) Della Historia di Perugia.

(12) Gli Arcipreti della Penna una famiglia nella storia di Perugia.

(13) Castelli, monasteri, ville ed eremi dell'alta valle tiberina.

(14) Biografie dei capitani venturieri dell'Umbria.

(15) La popolazione dello Stato Romano (1656-1901).

(16) I quaderni del monte.

(17) Le carte dell'archivio di S. Pietro di Perugia.

(18) Rationes decimarum.

(19) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.

(20) san.beniculturali.it

(21) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.

(22) Documenti pontifici del monastero di S. Pietro di Perugia.

Note

*1 Alcune fonti associano "Castrum Montis Luliani" con il castello di Monte Giuliano; in realtà Monteluiano è una località a ovest di Gubbio quindi, ad esempio, le conferme alla canonica di S. Martino di Gubbio del 1143 da Celestino II, del 1170 da Alessandro III, del 1182 da Lucio III e i privilegi di Federico I a Gubbio del 1163 ("Archivio per la storia ecclesiastica dell'Umbria"), non si riferiscono a Monte Giuliano di Perugia

Monte Giuliano è spesso confuso con altre località come con villa (o castello) di S. Giuliano delle Pignatte (chiamato a volte solo S. Giuliano) in P.S.A. presso Montecorona oppure con una villa S. Giuliano in P.S.P. ubicata tra S. Nicolò di Celle, S. Angelo di Celle e Monte Corneo e attualmente scomparsa.

Fratta di Adamo e Monte Giuliano sono considerate da molti una medesima località, ma questo non è esatto: Nei censi del 1258 e del 1260(4), le due località sono censite distintamente come distinte sono nella cartina della stessa fonte(4); in un documento del 1232, un podere posto in "Fracta Adami" risulta confinante con il "fossato Riosmero a Bagnaia", con "il Tevere,[e con] castrum Montis Iuliani"(3); la fonte(17) afferma i due nomi essere alla medesima località e indica "Fracta Adami" "tra Monte Nero, Prozonchio e Fratticciola... " quindi a sud di Prozonchio, quando invece Monte Giuliano e Castel S. Giuliano gli sono a nord; il colle a sud di Prozonchio, dove la fonte(17) e nella cartina della fonte(4) indicano la Fratta di Adamo, è in realtà la località di villa Caiano nel distretto di Monte Nero.

Sembra che oggi come nel passato si sia fatta un po' di confusione con questi due luoghi.

Io ritengo che questi due luoghi fossero molto vicini ma distinti: Nell'odierna topografia Monte Giuliano non è il nome del colle dov'è il castello, ma del colle più a sud; Fratta di Adamo doveva essere quindi il nome del colle dove anche oggi è Castel S. Giuliano, mentre Monte Giuliano era (com'è anche oggi) il vicino colle a sud del castello, cioè il colle che si trova tra Castel S. Giuliano e Prozonchio; questi due rilievi (a nord e a sud) sono ben collegati da una strada a ovest intorno alla quale, dalla osservazione sul posto e da una visione aerea, si notano numerose colture abbandonate.

*2 La fonte(4) assegna erroneamente a Monte Giuliano i censi di S. Giuliano delle Pignatte.

*3 Effettivamente le citazioni esplicite di Monte Giuliano (o Fratta di Adamo) come castello non sono molte: Nella conferma di Gregorio IX nel 1231(17), in un documento del 1232(3), il Pellini(11) nel 1413 e 1503; poi la fonte(7)(citando gli annali) e ancora il Pellini(11) nel 1446.

*4 Non conosco quale legame ci potesse essere tra le famiglie degli Arrigucci e degli Arcipreti ma negli scontri del 1491 sembra partecipare solo una parte della famiglia degli Arcipreti(12); come successivamente riportato negli eventi del 1503 e dalla fonte(12), anche gli Arcipreti avevano degli interessi nel contado di Porta S. Angelo presso Ponte Pattoli e Monte Nero.

*5 A volte la chiesa di S. Giovanni è detta di S. Giuliano, in particolare dalle fonti che riportano le notizie del Riccardi (ad esempio le fonti(4)(7)), oppure nella biografia "Girolamo Tezi" in cui si narra di Giovanni Paolo Tezi nominato canonico di S. Lorenzo nel 1572 e subentrante nel beneficio "S. Giuliano di Monte Giuliano"; questo tipo di errore è stato riscontrato anche dalla fonte(17) quando ammette che nel 1482 per "negligenza dell'attuario [S. Giovanni] è detta S. Giuliano de Monte Sabiano (leggasi Juliano)"(17).

La fonte(4) riporta in "villa de Sesse", piccolo vocabolo poco a nord di Migiana di Monte Tezio, la presenza nel 1493 di due chiese: S. Cristoforo e S. Giuliano; credo che sia corretto affermare che quella chiamata di S. Giuliano sia in realtà di S. Giovanni di Monte Giuliano; ipotizzo che l'associazione delle due chiese di S. Cristoforo di Sessi e di S. Giuliano (S. Giovanni) di Monte Giuliano del 1493 sia dovuto a una provvisoria unione.

*6 La presenza di due chiese, di S. Giovanni e S. Girolamo all'interno del castello come affermato dalla fonte(17) pare poco credibile; in un annuncio di vendita del castello è scritto: "...Due sono le antiche porte d'accesso: una, a nord-est, definita da un arco a sesto leggermente acuto; l'altra, invece, è rivolta a levante. Al suo interno presenta un'ampia corte con al centro un pozzo. Ai margini del piccolo pianoro situato fuori dalle due porte principali del castello, vi è un'altra costruzione antica di circa 574m cubi parzialmente diruta, fatta della stessa pietra del castello. Si tratta dell'Oratorio di S. Girolamo, di forma rettangolare ed è formato da due stanze...."; secondo queso annuncio qundi, S. Girolamo è il rudere che si trova di fronte all'ingresso del castello.

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Coordinate GPS 43.200774, 12.401557

Edificio di fronte ai due ingressi, probabile Oratorio di San Girolamo
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Strade e Posti

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