Storie e leggende antiche
S
i narra che Giano dopo aver cacciato il figlio e coreggente Camese che, rimase unico signore d'Italia e divise il regno in due parti lasciando quella al di la del Tevere a Crana sua figlia e la parte al di qua, che è la Toscana, a Crano Razzenuo altro suo figlio; quando Crana muore, il fratello Crano Razzenuo la commemora solennemente; a Razzenuo successe il figlio Auruno che accolse in Italia i "Griffonij Armenij" e li unì ai popoli ivi presenti degli "Ianigeni Razenui" (Ianigeni per Iano/Giano) visto che il nonno Giano era originario delle loro stesse terre d'Armenia; negli stessi anni dal mare venne Aesona, che Auruno accolse nell'Italia Orientale (oppure la conquistò in 7/8 anni); ad Auruno successe Malot Tagete che accolse Fetonte, proveniente dalla Libia, nelle terre che presero il nome del figlio Ligure(1)(2); secondo Lucano, "Aramei et Hebrei per Malot intendono indovino, angelo, nontiatore, e responsore. Adunqne Tage Re, hebbe per cognome Malot"(1); va precisato che in tempi antichi tradizione e religione influenzavano assai l'operato dei reggenti e per questo certe notizie vanno ampiamente interpretate; detto ciò ci viene narrato che "In Italia Tagete adulterādo i sacri Riti lassati da Giano, gli ridusse a superstitiose Empietà, per le quali corroppette il vero culto di Dio, e lassò a i posteri aperta la strada degli errori; fin che doppo XLI. anno del suo regno venuto a morte fu sepolto in Perugia; & alcuni nostri scrittori credono, che à lui fosse consecrato il vicino Monte verso Occidente, da lui detto Malot, o Maloz , poi per sincope proferito Malz, che vuol dire luogo de' responsi, e de' Vaticinij; ma che finalmente có la prima voce corrotta fosse chiamato Montemalbo; e che sopra di quello fosse à lui eretto un Tempio, dove egli rendeva gli oracoli, & i responsi, il qual Tempio hora è consecrato alla Santissima Trinità"(2).Nel luogo della SS. Trinità si ricorda che "... forse per una certa antica institutione ogn'anno tutte le domeniche di settembre, nel qual mese gli arabi, et gli egitij (come alcuni hanno detto) incominciano gli anni loro; percioche essi credettero, che l'mondo fosse stato creato da Dio nell'equinottio autumnale, perché in quel tempo gli arbori per lo più hanno i frutti loro sogliono tanto i cittadini, qanto i contadini nostri andare a schiera a visitare, et honorare quel tempio, et ivi con molte sorti di danze, & di musiche, con suoni di cetere, et di tamburi, e con ogni altra qualità d'istrumenti sonori, celebrar talmente quei giorni, che tutto l'monte par che dall'allegrezza si commuova, et ne risuoni."(3).
La chiesa
Le prime notizie di questa chiesa sono incerte; si sostiene che questa sia stata fondata dall'ordine camaldolese e che, con il nome di "Santissima Trinità di Monte Teccio" e nel 1154 (o nel 1120(4)) viene aggregata al monastero di S. Salvatore di Val di Castro nel fabrianese(5)*1.
La prima citazione certa della la chiesa della SS. Trinità si ha invece nella prima metà del sec. XIII quando Giovanni Toscolani, Vescovo di Perugia dal 1206 al 1231, concede alla "Ecclesie S.ti Trinitatis" una porzione di terra boschiva di cui è proprietario, situata nelle pertinenze di Corciano; questa disposizione viene poi confermata dal Vescovo successivo, Salvo Salvi, che nel 1242 concede in perpetuo alla comunità del castello di Corciano un'area boschiva sul versante occidentale di Monte Malbe ad eccezione dei beni già concessi alle chiese della SS. Trinità di Monte Malbe e di S. Maria in Via presso Chiugiana(4)(6).
Nel 1332-34 vengono registrati i pagamenti delle decime alla diocesi perugina da parte del rettore "dominus Franciscus" per la "ecclesie S. Trinitatis de Monte Albio" (oppure "Monte Malo" o "Monte Malbi")(7). Nel sec. XIV, la "Ecclesia Sancte Trinitatis de Monte Malbo" è nell'elenco delle chiese dipendenti dall'episcopato perugino(8).
Nel 1341 "frater Paulutius Putii et frater Bartolus Putii, fratres loci Sancte Trinitatis de Monte Malbe porte Sancte Subxanne" (i fratelli frate Paoluccio "Putius" e frate Bartolo "Putius", nel luogo della SS. Trinità di Monte Malbe in P.S.S.) dichiarano che, per mano del notaio "Andree magistri Putii notarli" (sembrano essere tutti e tre fratelli di sangue?!), hanno ricevuto due terze parti dell'elemosina annua concessa dal Comune di Perugia ai frati del vicino eremo di S. Maria del Sasso; due giorni prima lo stesso notaio aveva registrato l'accettazione del pagamento dell'altra terza parte da parte dei frati di S. Maria del Sasso (9); Sembrera quindi che i frati di S. Maria abbiano condiviso con la parrocchia della SS. Trinità due terzi dell'elemosina concessa a loro dal Comune.
Nel sec. XV Giovanni di Angelo, chierico perugino, chiede di avere la cura della chiesa della SS. Trinità di Monte Malbe il cui frutto annuo è di 15 fiorini d'oro(!)(10).
Nel 1489 la chiesa della SS. Trinità in villa di Fontana è iscritta al catasto con due appezzamenti di terreno(11).
A partire dal 1550 fino al sec XVII a sono ricordati una serie di parroci eletti a beneficio di questa chiesa; nel 1567 la si ricorda essere da molto tempo ridotta a beneficio semplice, cioè senza la cura delle anime e "di assai scarsa rendita"; sempre nel 1567 il Cardinale della Corgna unisce questa chiesa al Collegio del seminario dei Gesuiti ma l'anno successivo, nel 1568, lo stesso Cardinale la toglie al Collegio perché di scarsa redditività e la chiesa della SS. Trinità torna ad sotto la cura di parroci; fino al '700 si ricorda esserne proprietaria la famiglia Sambuci, poi in enfiteusi è passata ad un Antonio Ricci(4)
Tra il 700 e l'800 si rammenta l'ancora viva antica tradizione di far festa solenne con gran concorso di popolo nella terza domenica di settembre e che gli edifici e i terreni annessi vengono mantenuti in buono stato dal proprietario enfiteuta del tempo(4).
A causa dello scarso profitto, nel 1883 si decide di vendere il "Podere della Trinità" al Signor Ferdinando Cesaroni, unendolo così alla grande tenuta di Fontana fino a quando, negli anni Cinquanta, la tenuta come tale scomparve per l'urbanizzazione del Colle(12).
Nel 1909 si ribadisce ancora che la chiesa era a beneficio semplice(13); sempre nei primi del 900 si ricorda che in questo posto "C'è una casetta abitata da un colono. Addossata a questa c'è una piccola chiesetta che viene officiata nella terza domenica di settembre, il giorno della festività dedicata alla Santissima Trinità. Quel giorno non mancano le carovane dei perugini che arrivano fin lassù a piedi. Si ristorano con il vino contenuto nelle damigiane poste sopra un tavolino e con la porchetta allestita da qualche porchettaro. Il tiro al gallo richiama gli appassionati, sovente in cagnara con il pollare, che astutamente cerca di imbrogliare la gara."(14); nel 1957 si conferma ancora che "Si fa tuttora festa il giorno della SS. Trinità, che è l'unico in cui la chiesa viene aperta."(15).
Per aumentarne l'accoglienza, nel 1965 don Pasquini, parroco di Fontana, fa ingrandire la chiesa ricavando uno spazio dietro l'altare della chiesa; nel frattempo era stato aperto il ristorante vicino la cui attività durante le celebrazioni nuziali comprometteva la solennità religiosa dei riti; non trovando un accordo con il ristoratore, il Vescovo decretò che "non venissero più celebrati matrimoni per la ristrettezza della chiesa e perché le persone esterne non partecipano alla cerimonia perché a contatto con luogo di pubblico ritrovo"(12).
Ricerca e Sintesi
Strade e posti
Fonti
(1) I cinque libri de le antichita de Beroso, sacerdote Caldeo.
(2) Delle memorie annali et istoriche delle cose di Perugia.
(3) Della historia di Perugia.
(4) Belforti-Mariotti.
(5) Vite de' Santi e Beati dell'Umbria.
(6) Studi sull'Umbria medievale e umanistica.
(7) Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV.
(8) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.
(9) I Fraticelli di montemalbe a Perugia nel secolo XIV.
(10) archiviodistatoperugia.it
(11) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.
(12) Fontana - Storia di una pieve e di una comunità rurale nel territorio perugino.
(13) Memorie storiche e amministrative del comune di Corciano.
(14) Usi e Costumi nel Territorio Perugino agli inizia del '900.
(15) Chiese perugine dipendenti da monasteri (in Benedictina).
Note
*1 Diverse fonti, tra cui le fonti(4) e(15), fanno riferimento a quanto riportato dalla fonte(5) che però, come spiego di seguito, risulta essere molto imprecisa e spesso in contraddizione.
Tra i monasteri camaldolesi nel perugino elencati dalla fonte(5), ci sono "la Trinità, e S. Maria di Monte Teccio" o solamente "la santissima Trinità di monte Teccio"; in Monte Tezio (cioè "Teccio") però, non si conosce nessuna chiesa con questo titolo e per ciò si sostiene che in verità il monte è quello di Monte Malbe.
L'unica chiese camaldolese conosciuta con il titolo di S. Maria presente in Monte Tezio è quella del Romitorio di Monte Tezio che però è stata fondata con certezza nel 1214 dal monaco camaldolese Salimbene e non, come vien detto dalla fonte(5), nel 1248 dal Beato Martino, Generale di S. Salvatore di Val di Castro (vedere Romitorio di Monte Tezio); altra chiesa presente in Monte Tezio con il titolo di S. Maria è quella di Pieve Petroia, ma nulla c'entra con i monaci camaldolesi (vedere Chiesa di Santa Maria di Pieve Petroia); anche la chiesa camaldolese di S. Maria "de Vallibus districtus fluminis", che la fonte(11) dice di trovarsi presso il Tezio, si trova in realtà a nord-est del lago Trasimeno (in 'Annales Camaldulenses ordinis Sancti Benedicti' è citata come "S. Marie de Vallibus districtus castri Fluminis iuxta Lacum Transimenum").
Tornando alla chiesa della SS. Trinità, nella fonte(5) è scritto che le chiese edificate da S. Romualdo camaldolese dopo l'anno 1007 "...Nel territorio di Perugia eresse il Monastero di San Severo dentro la Citta, & i Monasterii di S. Agnese, e della Santissima Trinità, di fuori"; per quello che riguarda il monastero di S. Agnese la stessa fonte(5) afferma in un altro punto che è stato costruito nel 1248 dal Beato Martino; per quanto riguarda la SS. Trinità fuori Perugia, prima di tutto è da escludere che sia quella che la stessa fonte(5) cita come "la Santissima Trinità di Monte Corona" (o Monte Acuto) la cui esistenza è in dubbio cosi come è in dubbio l'esistenza di una chiesa della Trinità citata in ('Dissertazione' di Roberto da Montecorona) e indicata in Pian di Nese; forse anche la prima di Monte Corona, ma certamente la seconda di Pian di Nese, sono in realtà quella di "Palliola"(Pallotta) che si trovava fuori le mura di Perugia ed edificata con certezza dai camaldolesi nel 1209 (vedere note in Pian di Nese).
Per concludere si può affermare che l'unica chiesa camaldolese nel territorio di Perugia conosciuta con il titolo della SS. Trinità, è certamente solo quella della Pallotta fuori le mura.