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Nonostante papa Giovanni XXII (1316-1334) con la bolla 'Sancta Romana' del 30 dicembre 1317 avesse condannato gli Spirituali e le varie sette eretiche dell'epoca, ancora alla fine del 1318 il movimento dei Fraticelli era ben vivo e ben radicato nella 'densa selva' perugina di Monte Malbe. Attraverso lo studio dei documenti rintracciati nel fondo 'Gardone', nei Catasti e nella serie Consigli e Riformanze dell'Archivio di Stato di Perugia, ricostruisce la storia e delinea le vicende del 'fraticellismo' a Perugia, partendo dal 1277, quando i 'fratres de Monte Malbe' appaiono per la prima volta nei documenti perugini, in quanto sovvenzionati dal Comune..."Ricerca e sintesi
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Fonti
Riferimenti all'Umbria in PICENUM SERAPHICUM.
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Della presenza di religiosi 'fratrum de Monte Balbe' in questa zona si ha notizia lungo tutto il corso del secolo XIV a partire dal 1277, anche se nel documento non si specifica in quale luogo, dei numerosi ubicati nella selva, tali religiosi fossero insediati.La prima attestazione sicura pervenutaci circa l'esistenza dell'insediamento va comunque ricondotta all'anno 1318, quando il Comune di Perugia concede una mina di terreno seminativo della comunanza ai fraticelli 'qui morantur ad Sassum in Monte Malbe et iuxta ipsum Sassum et domo Eremi'. Il piccolo complesso edilizio che si sviluppa a strapiombo su un dirupo di roccia calcarea – di qui, evidentemente, il toponimo 'Sasso' ancora vivo nella memoria toponomastica –, si presenta oggi come una casa colonica in abbandono, in buona parte avvolta dalle sterpaglie e in condizioni di grave fatiscenza...".
"... si può intuire che attorno a questa data sulla spelonca del primitivo eremitaggio si stava terminando l'edificazione del complesso consacrato alla Vergine con la sua cappella; del resto, se nel 1318 si parla di fraticelli che vivono al 'Sasso' e presso il 'Sasso', di qui innanzi i documenti nomineranno invariabilmente l'Eremo aggiungendo al toponimo il titolo 'Santa Maria'... ".
"Si apprende che il luogo di Santa Maria di Montemalbe era divenuto con il priore generale Francesco di Niccolò da Perugia, detto 'Papa Fraticellorum', il centro propulsore di una congregazione – riconosciuta dai vescovi di Perugia e Città di Castello – che occupava già altri quattro luoghi (uno nella diocesi di Città di Castello, due sul monte Subasio e un altro a Monte Acuto, nelle pertinenze della potente abbazia di San Salvatore), con in tutto almeno undici frati sotto la Regola di sant'Agostino...".
"I religiosi di Montemalbe forti dell'appoggio del vescovo di Perugia, Andrea Bontempi, e delle autorità municipali superarono indenni il processo che ebbe come unico esito le dimissioni del Priore della congregazione , il quale, tuttavia, continuò con ogni probabilità ad essere il regista occulto della vita della comunità fraticellesca...".
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Fonti
Estratti dal lavoro di Francesco Piagnani in "I lacerti d'affresco dell'eremo perugino di Santa Maria del Sasso e una ricostruzione per il maestro di Paciano".
L
a concessione dell'eremo di S. Maria del Sasso ai fraticelli da parte del comune Perugino risale al 1318.Nel 1358 l'eremo figura tra le dipendenza del priorato di S. Croce di Monte Bagnolo che a sua volta nel 1353 risulta soggetto all'abate di Subiaco. Il priore della congregazione Agostiniana di S. Maria del Sasso era fra Francesco "Nicolay".
Strettamente legato a S. Maria di Sasso era anche un altro eremo situato alle pendici di Monte Malbe intitolato a S. Caterina che nel 1383 evitò di essere incorporato ai frati del Corpo di Cristo della cappella di S. Ercolano superiore e nel 1535 fu dedicato a S. Giuseppe dai frati Cappuccini che vi si insediarono. Altre ramificazioni erano ad Assisi e Città di Castello.
Proprio a Città di Castello e Borgo S. Sepolcro nel 1361 alcuni frati della congregazione furono inquisiti per il loro tipo di vestiario, ma non sembra che siano stati presi provvedimenti.
Nel 1368 i frati subiscono una nuova accusa da fra Guglielmo vescovo di Narni per pratica irregolare della questua ma il comune di Perugia, che da sempre patrocinava l'attività dei frati e soprattutto Alfonso Pecha di Vadaterra vescovo di Jean che dall'anno prima era ospite nel loro convento, intervennero in loro difesa e i frati ottennero ufficialmente il diritto di questuare e furono assolti.
Prima dell'anno 1393 i fraticelli guidati da fra Liberato da Borgo San Sepolcro, che nel 1363 prese il posto del dimissionario fra Francesco "Nicolay", abbandonarono Santa Maria del Sasso per trasferirsi e fondare il monastero di S. Maria Novella in Porta Sant'Angelo a Perugia (probabilmente aiutati dai monaci Agostiniani che già risiedevano nel quartiere). Il comune di Perugia che continuò ad esercitare lo ius patronato sull' eremo ora senza guida, lo assegnò all'opera riformatrice dei frati di fra Paoluccio (Trinci) ma anche questi ultimi sotto la guida di fra Battista da Gubbio si trasferirono nel monastero di S. Maria Novella*1.
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Fonti
Sintesi da "Focolai eremitici tra Umbria e Marche nel XV secolo".
Note
*1 Questi due trasferimenti sembra che siano stati motivati anche da problemi di sicurezza da brigantaggio.
N
el 1358, S.Maria del Sasso in Monte Malbe fu donato dal "...Priore di S. Croce di Montebagnalo dell'Ordine di S. Benedetto di Subiaco, a Fra Francesco di Nicola Perugino dell'Ordine di S. Agostino e ai suoi successori, con tutti i beni contigui; ma per le guerre che successero e per altri accidenti fu abbandonato; ora doppo l'essere D.Gio:Battista con i suoi compagni dimorato qui alcun tempo, travagliati ancor essi dalle guerre, fecero pensiero di ridursi in Perugia e messo ciò in esecuzione, fu loro concesso un picciolo luogo nella Porta di S. Angelo, chiamato S.Maria Novella (1421), il quale, quasi con le proprie mani fabricarono, aiutati dall'elemosine dei Cittadini e particolarmente di quelli della Porta di S. Angelo. Qui vissero per alcun tempo vita eremitica, non però sotto Religione alcuna, approvata dalla Santa Madre Chiesa."*1.Successivamente "... Supplicato a Martino V. che piacesse concedere la Religione di S. Agostino, e particolarmente la sopradetta Congregatione d'Osservanza (di S. Maria del Popolo), i due luoghi, cioè S. Maria Novella e S. Maria del Sasso e che D. Gio:Battista, con suoi compagni s'incorporassero nella Religione Agostiniana...".
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Fonti
'Perugia Augusta'
Note
*1 Nel 'Focolai eremitici tra Umbria e Marche nel XV secolo' e in 'Perugia Augusta' ci sono delle differenze nei tempi e nei modi di fondazione ed insediamento in S. Maria Novella. E' probabile che nel racconto di 'Perugia Augusta' si fa un pò di confusione.