Località di Fontana e Olmo

Il distretto

O

ltre alla stessa Fontana, le altre principali località del distretto sono Olmo e la Trinità di Monte Malbe.
Chiesa di S. Martino di Fontana

Villa Fontana si trovava lungo una delle due strade che collegavano Perugia con Corciano; difatti da Corciano una strada scendeva, si immetteva nella "Strada Reale sotto villa Fontana"(1338), cioè l'odierna strada Trasimeno Ovest per poi passare davanti alla chiesa di S. Manno in Ferro di Cavallo; l'altra strada più a monte, rimaneva sul dorso di Monte Malbe (citata anche nel documento del 1242), attraversava Chiugiana e Fontana fino a passare poco sopra S. Manno*2. Probabilmente durante i secoli più turbolenti altomedioevail il borgo di Fontana è stato agevolato in prosperità per la sua ubicazione nascosta e fuori mano, mentre nei secoli successivi per ciò ne è stato penalizzato in favore di Olmo.

Lungo la strada proveniente dal lago Trasimeno e da Cortona e che andava verso Perugia v'era la località di Olmo; qui sostavano i viaggiatori e si accampavano gli eserciti per rifocillarsi nella nota "ostaria de l'Olmo, quale se chiama l'ostaria over palazzo de Francesco d'Oddo"(1495) e/o nelle "Taverne dell'Olmo"(1364) e/o nell'ospedale(1500) annesso a una chiesa non a caso intitolata a S. Pellegrino; lungo un torrente (direzione nord-sud), non lontano "dove è uno pontecello dove se piglia la via (la 'Strada Reale' direzione est-ovest) per andare a Corciano"(1495), dovevano esserci due mulini, uno per le olive e l'altro per il grano(1361/1430, 1530 e 1939). Si narra di diverse soldatesche che dalla Toscana marciavano verso Perugia e che sostavano all'Olmo, e questo per diverse ragioni: Perché si era sufficientemente distanti dalla città per non essere colti di sorpresa da improvvise sortite e poter quindi agevolmente manovrare le truppe come non era possibile fare nella vallata successiva tra Monte Malbe e Lacugnano o a Pian di Massiano; inoltre, se era necessario, da qui ci si poteva facilmente ritirare verso il Trasimeno e la Toscana. In un luogo tanto strategico non poteva mancare un castello (se ne parla con certezza tra il 1363/1388 e il 1496) che sembra però essere stato quasi sempre impotente a contrastare il passaggio dei numerosi e grandi eserciti.

Censimenti di Fontana
Anno   Rione     Definiz.  Nome               Popolazione       Fonte
1258   P.E.      villa     "Vila Funtane"     -                 (1)*1
1260   P.E.      villa     "V. Fontane"       100 corbe*        (1)
1260   P.E.      Chiesa    "Plebs Fontane"    5 c.              (1)
1282   P.E.      villa     "v. Fontane"       52 focolari**     (1)
1370   P.S.S.    villa     "villa Fontane"    -                 (1)
1380   P.S.S.    villa     "villa Fontane"    -                 (2)
1428   P.S.S.    villa     "villa fontane"    -                 (2)
1429   P.S.S.    villa     "villa fontane"    -                 (2)
1438   P.S.A.    villa     Fontana            27 f.             (1)
1439   P.S.A.    villa     Fontana            25 f.             (1)
1456   P.S.A.    loco      Fontana            17 f.             (1)
1469   P.S.A.    loco      Fontana            19 f.             (1)
1495   P.S.A.    villa     Fontana            17 f.             (1)
1496   P.S.A.    castello  Fontana            18 f.             (1)
1499   P.S.A.    villa     Fontana            21 f.             (1)
1501   P.S.A.    villa     Fontana            16 f.             (1)
XVI    P.S.A.    villa     "Villa de Fontana" 14 f.             (3)
1656   P.S.S.(?) -         Fontana            162 anime         (4)
1701   P.S.A.    -         Fontana            145 a.***         (4)
1701   P.S.S.    -         Olmo               42 a.****         (4)
1708   P.S.A.    -         Fontana            153 a.            (4)
1736   P.S.A.    -         Fontana            143 a.            (4)
1772   P.S.A.    -         Fontana            -                 (4)
1829   -         -         Fontana            214 a.            (4)
1833   -         -         Fontana            268 popolazione   (4)
1854   -         -         Fontana            500 abitanti      (4)
1861   -         -         Fontana*****       266 persone****** (4)
*      Corba = unità di misura di capacità per alimenti aridi.
**     Focolare = famiglia allargata, casa.
***    1 parrocchia.
****   0 parrocchie.
*****  "Olmo consiste in una fila di poche case, e campestre osteria
       lungo la corriera via che adduce da Perugia
".
****** 42 famiglie, 42 case.

Una prima citazione scritta del borgo di Fontana si trova nel contratto di concessione perpetua delle terre in Monte Malbe del Vescovo di Perugia fatta alla comunità del castello di Corciano nel 1242 nel quale si dice che in un lato del confine, v'era la "via que venit ad Fontanam et mittit ad Glogianam et pergit ad olivam Calvi"(strada che viene da Fontana e va a Chiugiana e continua agli olivi di Calvi)(5).

Chiesa di S. Pellegrino di Olmo

Nel 1335 Perugia e Arezzo sono in guerra; gli aretini prendono S. Sepolcro e, anche se i perugini si rifanno in parte nella battaglia di Anghiari, sono costretti a ritirarsi presso Cortona dove subiscono una grave e definitiva sconfitta; i soldati aretini quindi occupano e saccheggiano il Chiugino (Castiglion del Lago), il Trasimeno e Corciano e "Circa il punto a cui gli aretini si arrestarono presso Perugia volgendosi al Chiugi, sono lievemente discordi i cronisti. Essi arrivarono fino a Corciano secondo il Graziani, fino all'Olmo secondo ser Gorella, fino alle forche di Perugia a due miglia dalla città, secondo il Villani, pel qual luogo deve intendersi, non già qualche via bipartita presso alla città, ma il sito di S. Manno, dove anticamente appiccavansi i malfattori.", "il Tarlati (il capitano degli aretini) ... nomina come ultimo luogo delle sue escursioni il paesello di Fontana"; in seguito a quanto è successo, i Perugia per rappresaglia armano a loro volta un contingente militare per devastare le terre aretine(6).

Nell'aprile del 1355 l'imperatore Carlo IV è in viaggio nel centro Italia; mentre soggiorna a Siena "el patriarca de Aquilea (il fratello naturale di Carlo IV, Niccolò) prese el camino verso Asese, et li arbergò una notte; poi se partì e venne verso Peroscia, e non entrò nella cità, ma passò apresso alla porta con tutta la sua gente assai cortesemente, et andossene a l'Olmo, et li glie fu fatto assai onore dal nostro comuno de Peroscia, et mandarglie a donare cera e confette in gram quantità, el qual presente esso recevve graziosamente, offerendose molto al nostro Comuno."(7).

Per vendicarsi di un precedente attacco, nel 1358 i senesi inviano nel territorio perugino una spedizione che arriva fino all'Olmo, a tre sole miglia da Perugia, "ardendo e guastando ciò che potero"(8).

Tra il 1361 e il 1430 circa, per la sussistenza della Casa degli Scolari di S. Gregorio detta il Collegio della Sapienza Vecchia, si acquistano nel territorio di Fontana un rilevante numero di proprietà agricole, e cioè dieci appezzamenti di terreno con frazioni di bosco, due mulini (uno per il grano, l'altro per le olive) e cinque tenute; a tale consistente proprietà si aggiungono altri acquisti, tra cui dodici appezzamenti di terra; alcuni beni con l'Oratorio di Santa Agnese presso il vocabolo Colle sono poi venduti ai Frati Domenicani di Perugia; le proprietà si trovavano presso i vocaboli Colle*3 e Palazzo o i Palazzi o Fontana Bella*4; in fontana altri possedimenti erano quelli della Sapienza Bartolina, una istituzione fondata nel 1571 per ospitare studenti poveri con sede nella parrocchia di S. Savino in Porta Eburnea; le sue proprietà si trovavano presso l'omonimo vocabolo Sapienza Bartolina, al centro dell'abitato di Olmo. Tutte le tre sapienze (ne esisteva anche una terza detta Nuova) nel 700 vengono soppresse e i loro beni trasferiti all'Università degli Studi di Perugia(9).

Nel 1363, dopo aver ripreso il castello di Tuoro, i perugini decapitano sul posto tutti i ribelli che lo avevano in mano, tranne uno all'Olmo(10).

Nel 1363, dopo essersi separato dalla compagnia inglese, Anichino di Mongardo Tedesco a capo di una soldatesca composta perlopiù da italiani, sosta senza far danni nel territorio di Todi per vigilare sulla possibile minaccia che i suoi ex alleati inglesi, che stavano predando il vicino senese, potevano ordire contro di lui o contro Perugia; "Hora avvenne, che stando egli in questo pensiero, hebbe notitia, che quattrocento cavalli Ongari per unirsi con gli Inglesi contra di lui passavano per l'Olmo, hora villa, & già Castello di Perugia, non più di tre miglia dalla città lontana volta à Ponente, & che vi dovevano alloggiare la notte, onde egli per non perdere cosi bella occasione, di castigare i nimici suoi, mandò subito seicento cavalli a quella volta, i quali giunti ivi di notte assaltarono incontanente gli Ongari, che di ciò nulla temevano, & trovatigli tutti disarmati, & la maggior parte a dormire, n'uccisero intorno a quaranta, & cento cinquanta ne menarono prigioni, & tutti quei, che camparono, fuggirono verso Perugia"(10).

Un anno dopo, nell'ottobre del 1364, la compagnia inglese, proveniente dal territorio fiornetino, sosta presso Cortona da dove saccheggia i borghi e i castelli del chiugino perugino; a novembre gli inglesi giungono fino a Pian di Carpine [Magione] e anche qui predano le vicine località "indi trascorsero de Montemelino, a San Mariano, che lo presero, & alle Taverne dell'Olmo, dove si fermarono alcuni giorni"; Perugia nel frattempo richiama Anichino che si trovava nel Lazio e unitosi con i perugini, interrompe i saccheggi e costringe gli inglesi a patteggiare; Perugia sembra rifiutare un pagamento in denaro ma è disposta a offre le vettovaglie per i dieci giorni per permettere loro di ripartire, e cosi avviene(10).

Il 29 Aprile 1388 "fu da Magistrati stabilito che il Castello di Fontana si rifacesse di nuovo, e si edificasse nella Strada Reale Sotto la Villa di Fontana (...) entro il termine d'un anno, dandone ampia facoltà ad Andrea di Sciro degli Sciri, e a Giovanni di Solomeo", "ingiungendo la pena di 500 fiorini d'oro (...) se avessero ricusato o negligentato di prestarsi a questa opera e di far eseguire un tal decreto"(11); il castello è ovviamente quello dell'Olmo che sembra quindi essere stato ricostruito e non costruito di sana pianta come alcuni sostengono*5.

Nel 1390 "dì 13 de marzo in domeneca li nostri fuorauscite (i ribelli che in questi anni sono quelli della fazione popolare) vennero perfina a l'Olmo e a San Soste, et li fecero preda e pregioni."(7).

Nel 1396, per evitare eccessivi e inutili sforzi economici da parte degli abitanti dei borghi del contado perugino, si ordina "che nessuna communità, o villa potesse mettersi a edificare Castello alcuno senza espressa licenza de' Magistrati", ma viene "eccettuato Montebiano, il quale, perché fù deliberato, che si rifacesse, non volsero, che in questo divieto fosse compreso come anco la Rocca di Passignano, l'Olmo, & alcuni altri luoghi, & fortezze che di ordine de Magistrati erano state principiate"(10).

Nel 1402 "Li Perugini, che hebbero nuova della morte del Duca alli 18 di Agosto (il Duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, alleato di Perugia), dubitando del Papa, perché le genti sue unite con quelle de' Fiorentini, & co' fuorusciti nostri erano di già entrate nel Perugino... ", "munirono tutte le Castella, & fortezze atte a difendersi, di quanto era loro opportuno"(10); difatti il 26 agosto i soldati papali e fiorentini "posero campo all'Olmo de Fontana (...) dove che stettero li a campo 47 dì, e poi se ne levarono senza avere detto castello; ma mentre che stettero li a campo ebbero per li paesi d'intorno fra castelli e fortezze circa 40"(12). Quando i soldati papali e fiorentini lasciano l'Umbria per volgersi contro Bologna, i castelli sono lasciati nelle mani dei ribelli perugini, ma nel frattempo dai milanesi "Fù mandato Ottobuono da Parma con mille dugento cavalli, con la venuta del quale si riebbero quasi tutte le Castella, che di sopra habbiamo detto essere stati occupati da fuorusciti; Et per tor loro (non dare ai ribelli) l'occasione del venire a danni del Contado sotto la speranza, che havevano di essere ricevnti in alcune Castella che gli favorivano, come poco avanti loro era avvenuto, che spontaneamente gli havevano richiamati, fu deliberato negli ordinarij consigli di fare scaricare il Castel dell'Olmo, Montefrondoso, Montesperello, & Lacugnano, solo fu eccettuato nell'Olmo, che non si scaricassero se non insino al primo solaro le case di M. Lodovico di M. Agnolo."(10). Il Comune pare intenzionato ad abbattere anche la casa del castellano dell'Olmo probabilmente perché ritenuto compiacente con i ribelli, cioè il suo era uno dei "Castella che (ai ribelli) gli favorivano"*6. Per finanziare le demolizioni vengono confiscati i beni che i castellani possedevano all'interno dei castelli, anche questi già sequestrati, da restituire dietro il pagamento di 50 fiorini d'oro(11); in seguito "la demolitione delle Castella dell'Olmo, & di Lacugnano si ridusse a pena pecuniaria, e si può credere, che cosi fosse anco fatto dell'altre."(10); a maggio del 1403, per il castello di Olmo il riscatto era fissato a 400 fiorini poi ridotto a 220 fiorini(11).

Nel 1416, per aver contribuito non poco alla difesa di Corciano contro i nobili fuorusciti, la città premia la fedeltà degli uomini di Fontana e di Chiugiana esentando le loro famiglie dal pagamento di qualunque dazio per tre anni(11).

Nel 1432 il celebre monaco Ambrogio Traversati Camaldolese e i suoi compagni, che da Firenze andavano a Roma, venendo da Castiglione verso Perugia, nel suo diario annota: "pervenimus ad locum, qui dicitur Ulmus, juxta Perusiam ad duo millia Passuum"(arrivammo in un luogo detto Olmo a duemila passi da Perugia), dove vi pernottarono(11).

Nel 1495 Perugia è ancora in guerra contro i ribelli; "Et finalmente, lo dì seguente che li detti foreuscite intrarono in Corciano, fecero pensiero de volere venire perfino a Peroscia"; "el magnifico Messer Astorre (condottiero di Perugia), commo homo pratico ne l'arte del soldo (nell'uso dei miliziani), fu indovino quello dovevano fare e operare in questo sequente dì."; Astorre prima organizza le difese della città, poi con i soldati esce per compiere una sortita, "Et andò cum suoi soldate perfino presso l'ostarie de l'Olmo, e fulli referito per suoi spie e vedette, commo el nimico veniva verso la Città cum gran gente; e finalmente se fermò, commo io ho ditto, fra l'Olmo e S. Manno (Ferro di Cavallo)."; i fuoriusciti "non volsono venire più oltra; e subbito voltarono li cavalli indrieto, e ritironnese a l'ultima ostaria de l'Olmo, quale se chiama l'ostaria over palazzo de Francesco d'Oddo, dove è uno pontecello dove se piglia la via per andare a Corciano", anche Astorre evita lo scontro e indietreggia fino a Pian di Massiano(7). Pochi giorni dopo i ribelli decidono di provare a prendere Perugia avvalendosi di una spia che era in città e che li avrebbe dovui far entrare, quindi "li foreusciti peruscini quali erano in Corciano, pigliorono partito la notte venire a Peroscia; e cosi deliberati, misero in ordine loro gente. Et miseno loro vedette in cima al Monte de la Trinitade (la Trinità di Monte Malbe) si vedessino li cenni (i segnali per l'attacco). Et subbito viddino li cenni, quali fu doi fiammelli di foco presso a Monte Morcino; al quale respusero:", il piano sembra riuscire, fuoriusciti riescono a superare le mura e ad entrare in città, ma le difese cittadine li ricacciano fuori e l'inseguono fino a Corciano che viene anch'essa liberata(7).

Nel 1502 "dico commo nel ditto mese (giugno) furono dal cielo mandate quattro augurie in nostra cittade e contado", la pioggia rossa, le cavallette, "le ruche" cioè i bruchi e "El quarto augurio e sengnio furno li corve, e queste vennero a l'Olmo in numaro e multitudine grandissima, in modo che quando se addunavano verso de quelle coste de quelli monti, tutta pareva quella costa negra da la grande multitudine; e in tra l'altri, ve n'era uno roscio con becco giallo, assai maiure de tutti li altre..."(7).

Nel 1522 Malatesta e Orazio Baglioni prendono il controllo di Perugia e Gentile Baglioni deve fuggire; insieme ad altri ribelli, Gentile raggiunge l'Ossaia di Cortona dove sono accampati i fiorentini di Giovanni de Medici assieme ai senesi ribelli che si stavano preparando per marciare verso Siena; Gentile rifiuta di trattare con gli ambasciatori perugini e convince i fiorentini ad aiutarlo e a entra nel perugino dove "saccheggiò e rubò Passignano, e vi furono morti circa trentacinque uomini. Dipoi venne alla Magione, e finalmente si fermò all'Olmo: dicevasi esser 7000 fanti e 1000 cavalli."; i ribelli si avvicinano fin sotto le mura presso la Piaggia Colombata dove una scaramuccia con i soldati perugini finisce senza risultati; mentre proseguono saccheggi nel contado, le trattative vanno avanti "Et essendosi molto parlato insieme, il signor Orazio andò all'Olmo, dove stava il signor Gentile, e si abbracciarono e baciarono, e beverono e parlarono a lungo assieme. La sera, i nostri ambasciatori tornarono a Perugia al tardi, con dire che la pace era fatta"(7).

Nel 1530 Sciro Sciri ricorda "... come questo dì 13 di settembre ritornò in questa città Malatesta degli Baglione con grandissima allegrezza fatta dalli Priori e da altri con suono delle campane, e con tiro dell'artiglieria, e venne con molti cavalli, e più di 500 fanti parte nella città e parte all'Olmo e a Chiugiana (e a Fontana e per tutto il paese; della qual cosa ricevemmo molto danno nel nostro Molino). La tornata di detto Malatesta fu con volontà di Papa Clemente, e suo favore assai, e in modo che ogniuno faceva maraviglia. Benche lui salvò Fiorenza che non gì a sacco, (come ogniuno credeva): per questo ebbe tanto favore da detto Papa, che lo fece come padrone di più cose in Perugia, benché si diceva che detto Malatesta aveva ingannato li Fiorentini per venire al proposito suo con detto Papa Clemente."(13). Sempre Sciro nel 1538 annota che in "... questo dì 9 di lnglio venne in questa terra una grandine grandissima, di sorte che nun ci fu maggiore io questa terra da molltssimi anni, la quale cominciò nel distretto d'Antria, ovvero Passignano, e venne per Corciano e per Chiugiana e Fontana, e parte a S. Mariano..."(13).

Tra i proprietari della Tenuta di Fontana degli ultimi due secoli, si ricorda Ferdinando Cesaroni di Cortona che nel 1878 l'acquista da Pasquale Ticchioni; questi la amplia e la migliora; la proprietà viene ereditata dal figlio Ferdinando che allontanatosi da Perugia la smembra e ne vende parte a piccoli proprietari e il restante al conte Giovan Battista Rossi Scotti fino agli anni venti; la tenuta passa poi al marchese Campanari (o Campari) di Roma che a seguito della morte della moglie nella villa, decide di venderla dopo pochi anni al Comm. Tommaso Pintacuda nel 1929; successivamente la tenuta è data in amministrazione controllata dal Tribunale; nel 1939 il tutto viene acquistato dal Comm. Arrigo Sarti, proprietario di una nota industria di liquori che vi ha fatto diversi lavori tra cui la ristrutturato dei due mulini all'Olmo dell'olio e del grano con nuovi macchinari; pochi anni dopo la fine della guerra la tenuta passa alla società S.I.R.U. e da questa ad un'altra che procede alla lottizzazione e così da bella che era rimane soltanto la villa con qualche terreno che ha visto avvicendarsi vari proprietari, dall'Ing. Massimo Spagnoli alla famiglia del Ginocchietti(9).

Le chiese

Pieve di San Giovanni. Nel 1136 Innocenzo II conferma all'episcopato perugino il possesso della "plebem de Fontano cum capellis suis"(la pieve di Fontana con le sue cappelle)(14); nel 1163 l'Imperatore Federico I Barbarossa riconosce ancora al Vescovo tutti i diritti su una serie di chiesa, tra cui la "plebs de Fontana"(15).

Oltre al distretto, anche la "Plebs Fontane" in P. Eburnea è tra le ville, castelli ed enti religiosi del contado perugino tenuti a pagare la "impositio bladi", l'imposta straordinaria del 1260(1).

Tra il 1332 e il 1334 "dompnus Niccholaus plebanus" assolve al pagamento delle decime alla diocesi di Perugia per la "plebis S. Iohannis de Fontana"(16).

Nella lista delle chiese dipendenti dall'episcopato perugino nel sec. XIV, risulta anche la "Ecclesia plebis Sancti Iohannis de Fontana"(17). In questi secoli le campagne vengono riorganizzate e le pievi perdono le loro secolari funzioni amministrative; potrebbe essere per questa ragione che la pieve di S. Giovanni ha in parte cambiato il suo titolo, forse anche a causa di una sua rifondazione*7.

La chiesa di S. Giovanni, identificata con "ante Portam Latinam", è iscritta nei catasti del 1489 dove risulta avere 6 appezzamenti di terra(1); questa chiesa pare essere stata edificata con questo nome per portare in questi luoghi la memoria dell'omonima e celebre chiesa di Roma "ante Portam Latinam" costruita da Adriano I nel 772(11); Anticamente il 6 di Maggio era il giorno dedicato a S. Giovanni "ante Portam Latinam" e a Perugia questo giorno era festa di precetto (cioè di astensione dal lavoro)(11).

Nel 1547 le parrocchie di S. Martino in Fontana e di S. Giovanni in Fontana si trovavano unite(18).

Tra il 1751 e il 1800 si legge che "di questa chiesa con questo titolo nelle pertinenze di Fontana non restano altro che informi macerie"(11). Secondo la supposizione del defunto bon Arturo Gabrijelcic, economo spirituale della chiesa di San Giovanni Apostolo, questa chiesa potrebbe essere stata eretta nel vocabolo "i Palazzi" (o Fontana Bella)*4, dove una legge del 1939 a tutela del patrimonio storico, dichiara non edificabile un terreno per la presenza in superficie di pietre sparse squadrate e lavorate a mò di colonne, che potrebbero essere quanto resta dell'antica chiesa(9).

Chiesa di San Martino in Fontana. Tra il 1332 e il 1334 "dompno Iacobo rectore" assolve ai primi due pagamenti delle decime alla diocesi di Perugia per la "ecclesie S. Martini de Fontana"; i successivi pagamenti sono fatti da "dompnus Blaxius rector" per le "ecclesie S. Andree de Simpliciano et pro ecclesia S. Martini de Fontana"; Blasio effettua altri due pagamenti distinti per le due chiese(16).

La "Ecclesia Sancti Martini de Fontana" si trova nell'elenco delle chiese dipendenti dall'episcopato perugino nel sec. XIV(17).

La chiesa di S. Martino è iscritta nei catasti del 1361 e del 1444 con 5 libre, nel 1489 e nel 1510 con 60/61 libre, nel 1493 le sono registrate 25 libre(1); nel '500 stila un proprio particolare catasto(11).

Nel 1547 le parrocchie di S. Martino in Fontana e di S. Giovanni in Fontana si trovavano unite(18).

Nel 1558 la chiesa senza cura d'anime di S. Lazzaro nella Villa di S. Ermanno o di S. Manno (Ferro di Cavallo), che in quest'anno il Vescovo Ippolito della Corgna unisce al Collegio de Gesuiti, risulta soggetta alla parrocchia di S. Martino(11).

Nel 1565 si ha la prima notizia della presenza del fonte battesimale nella chiesa di S. Martino in Fontana(18); l'attività parrocchiale è documentata a partire dal 1668(19).

Tra il 1751 e il 1800 in S. Martino in Fontana "ancora si celebra (...) la festa di S. Giovanni Evangelista"(11). E' possibile che il fonte battesimale, l'altare e la festa di S. Giovanni siano stati ereditati dalla pieve/chiesa di S. Giovanni che in questi anni è descritta in rovina.

Nel sec. XVIII a questa chiesa viene rifatta la soprastruttura di un abside(20)

Già dal 1813 in questa chiesa esisteva un organo rifatto nel 1825(9).

Nel 1834 questa parrocchia è provvisoriamente unita a parte della parrocchia di S. Pietro in Chiugiana resasi vacante nel 1833(18).

Nell'inventario stilato nel 1835 da don Francesco Tucci si trova una descrizione della chiesa che aveva 5 altari: l'altare Maggiore, di S. Maria SS.ma del Carmine, di S. Giovanni "ante Portam Latinam", di S. Filippo Neri e di S. Eurosia giovane nobile spagnola fatta martire nel 714, quest'ultimi due rimossi durante i lavori di ampliamento del 1883; sempre in questa data la parrocchia aveva in dote due benefizi semplici, quello della chiesa della SS. Trinità in monte Malbe e di S. Pellegrino di Olmo, godeva delle decime dei suoi numerosi poderi sparsi nel territorio tra la Trinità e Olmo e, come custode del fonte battesiamale, dei quartesimi della Parrocchia di S. Pietro di Chiugiana(9).

Nel 1846 viene ricostruito il campanile con 3 campane, la grande fusa nel 1858, la mezzana nel 1863 e la piccola nel 1809; Nel 1924 l'orologio della torre campanaria della parrocchia di Fontana viene restaurato; non si sa quand'è stato installato(9); nel 1940 viene restaurato il tetto e nel 2000 è tolto il tabernacolo sulla parete di fondo all'altare(20).

Nel 1948 il parroco di S. Martino di Fontana, don Dario Pasquini, fonda la Scuola materna di Olmo; lo scopo originale era di accogliere e custodire bambini e bambine da tre a sei anni, appartenenti a famiglie povere locali; l'opera pia è tuttora funzionante(19).

Nel 1981 parte del territorio della parrocchia di S. Martino di Fontana viene ceduto alla nuova parrocchia di San Giovanni Apostolo nella valle di Olmo presso il vocabolo Vaglie. Dal 1997 il parroco delle parrocchie di Olmo e Fontana è condiviso anche con la parrocchia di S. Pietro Apostolo in Chiugiana(18).

Nell'ambito di questa parrocchia sono numerose le confraternite e compagnie: la Confraternita di S. Giovanni la più antica e la più documentata, la Compagnia della Madonna del Carmine dal 1726 al 1878, la Confraternita del SS. Sacramento dal 1807 riservata ai soli uomini, la Priorata del Purgatorio dal 1865 che assume poi il titolo di Pia Opera in suffragio delle Anime Sante del Purgatorio, la Lega Sagra contro la bestemmia e il turpiloquio dal 1911, la Compagnia di S. Antonio, la Compagnia del Trigesimo o del Trentesimo, la Priorata della SS. ma Trinità che provvedeva ad organizzare la festa annuale nell'omonima chiesa(9).

Chiesa di San Pellegrino di Olmo. Tra il 1332 e il 1334 "Paulus rector" (senza titolo di don) assolve al pagamento delle decime alla diocesi di Perugia per la "ecclesie S. Peregrini de Fontana"(16).

Nella lista delle chiese dipendenti dell'episcopato perugino nel sec. XIV, è anche la "Ecclesia Sancti Pelegrini de Fontana"(17).

Nel 1477 questa chiesa fu conferita come beneficio ecclesiastico col titolo di Cappellania dal Vescovo Iacopo Vagnucci(11).

La chiesa di S. Pellegrino è iscritta nei catasti del 1489 dove risulta avere 4 appezzamenti di terreno(1); nel '500 circa è redatto il suo personale catasto(11).

Nel 1590 il beneficio di questa chiesa è conferito a D. Filippo Banella, che poi diviene Vicario Arcivescovile(11).

Si narra che "Nella villa dell'Olmo, sulla strada pubblica, vi è una stanza nella quale si alloggiavano i pellegrini; e nelle cui pareti essendo dipinti alcune figure nel 1600, coll'esame giudiziale di più testimoni fu pensato che questo era l'antico Spedale dell'Olmo"(11); è possibile quindi che l'edificio dell'ospedale sia stato usato per rifondare la nuova chiesa*8.

Durante la visita pastorale del 1947, la chiesa di S. Pellegrino in Olmo è menzionata come oratorio appartenente alla parrocchia di Fontana(20).

Negli anni '60 è stato creato un corpo a 'T' ottenuto sfondando la nicchia del vecchio altare, tra la parte vecchia e la nuova della chiesa c'è un gradino; negli anni '70 nel presbiterio è stato eseguito un intervento strutturale(20)(9).

Chiesa di Sant'Alessio. Tra il 1332 e il 1334 "Petrus rector" (senza titolo di don) assolve al pagamento delle decime alla diocesi di Perugia per la "ecclesia S. Alexii de Fontana"(16).

La "Ecclesia Sancti Alexij de Fontana" è nell'elenco delle chiese dipendenti dall'episcopato perugino nel sec. XIV(17).

La chiesa di S. Alessio è iscritta nei catasti del 1489 dove risulta avere 1 pezzo di terra(1).

Tra il 1751 e il 1800 questa chiesa viene descritta diruta(11). Non si conosce quale sia stata la sua ubicazione(9).

Chiesa della Santissima Trinità di Monte Malbe. Della chiesa della SS. Trinità di Monte Malbe se ne parla in una sua pagina (vedere Chiesa della Santissima Trinità).

Nel territorio di Fontana v'erano alcuni oratori: Edificata nel 1775 è la chiesa di S. Serafino cappuccino e di S. Ferdinando Re di Spagna, annessa a una casa di campagna dell'allora Ferdinando Purrini poi dei Signori Lorenzetti, nella quale sull'altare v'è un quadro, opera di Franco Appiani, rappresentante la Vergine e i due Santi detti sopra; l'oratorio di S. Francesco d'Assisi si trova a lato del cancello d'ingresso dell'elegante casa padronale e dalla ampia casa colonica (oggi Osteria dell'Olmo), nel 1822 era della Nobile famiglia Alfani, poi una targa sopra il protone della residenza conferma il passaggio di "Villa Olmo, già di proprietà dell'ing. Monaldi, D.L.G.O. 1826" e successivamente alla famiglia Taticchi; l'oratorio di S. Agnese dei PP. Dominicani di Perugia (prima ancora della Sapienza Vecchia), annesso a un'abitazione nel vocabolo "Il Colle"(11)(9)*3.

 

Ricerca e Sintesi

Strade e posti

Fonti

(1) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.

(2) Documenti di storia perugina.

(3) Le piante et i ritratti delle Città e Terre dell Umbria Sottoposte al Governo di Perugia.

(4) La popolazione dello Stato Romano/Diario perugino ecclesiastico e civile/Indice alfabetico di tutti i luoghi dello stato pontificio/Riparto territoriale dello Stato Pontificio a tutto l'anno 1833/Corografia d'Italia gran dizionario storico geografico-statistico.../Topografia statistica dello stato pontificio.

(5) Studi sull'Umbria medievale e umanistica.

(6) Storia di Perugia dalle origini al 1860.

(7) Cronaca della città di Perugia.

(8) La cronaca del Trecento Italiano 1351-1375.

(9) Fontana - Storia di una pieve e di una comunità rurale nel territorio perugino*9.

(10) Della historia di Perugia.

(11) Belforti-Mariotti.

(12) Cronache della città di Perugia 1393-1561.

(13) Cronache della città di Perugia 1503-1579.

(14) Acta pontificum romanorum inedita.

(15) Le più antiche carte della cattedrale di San Lorenzo di Perugia.

(16) Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV.

(17) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.

(18) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.

(19) Archivi SIUSA.

(20) chieseitaliane.chiesacattolica.it

Note

*1 La fonte(1) ipotizza che vi fosse una seconda villa Fontana; la stessa fonte riporta un elenco delle località che dovevano occuparsi della manutenzione della strada che andava a Marsciano, cioè via Settevalli, e, tra v. Pillo (Ponte della Pietra) e v. Pila, risulta esserci un (anomalo) lungo tratto di strada sotto la responsabilità di v. Fontana; un dato che forse può aver convinto di questo è la registrazione di v. Fontana nel rione di Porta Eburnea nei registri civici del 1258 e 1282.

Di una v. Fontana differente da quella di Monte Malbe non ho trovato traccia, quindi neanche due v. Fontana come invece si trova, per esempio, per i due castelli di Monte Nero in P.S.P. e in P.S.A. o per le v. Migiana di Monte Tezio.

Solo nella stessa fonte(1) in queste zone trovo citato (forse nel sec. XIV) un "suburgis porte S. Subxanne, in locho dicto la Fontanella dei Coglie" che però non sembra trattarsi un vero e proprio distretto; nei registri dal 1258 al 1319 una "Vila Fontis" è indicata nel rione di Porta S. Pietro(1); nelle carte attuali, presso Ponte della Pietra e Pila ci sono alcuni vocaboli chiamati Fonte, Fontanelle ecc.

*2 Si trova scritto che "in vocabulo dicto el Pantano" (probabilmente è l'odierno omonimo vocabolo che si trova verso valle rispetto a Chiugiana coordinate GPS 43.09962, 12.30174), risalendo Monte Malbe si arrivava "usque ad quadam viam per quam itur ad villam Lacugnani que est ex parte inferiori dicte strate et usque ad quodam aliam viam per quam itur ad villam Fontane que est ex parte superiori dicte strate" (fino ad una certa strada dalla quale si va alla villa di Lacugnano, che è dalla parte inferiore di detta strada, e fino ad un'altra strada per la quale va al paese di Fontane, che è dalla parte superiore di detta strada)(1); di questa seconda strada "superiore", tra Chiugiana e Fontana, se ne parla anche nel contratto del 1242; la strada che da Corciano scendeva per andare a Lacugnano è quella che presso Ellera incrocia la s. Trasimeno Ovest.

*3 Nelle carte un vocabolo "Il Colle" è a 550m circa a nord-est di Fontana (coordinate GPS 43.11702, 12.328311).

*4 Nelle carte un vocabolo "I Palazzi" è a 450m circa a nord-est di fontana (coordinate GPS 43.115273, 12.328856), il vocabolo "Fontana Bella" è a 650m circa a est di Fontana (coordinate GPS 43.113749, 12.332483).

*5 A narrare questo fatto sono sostanzialmente le fonti(10) e(11); la fonte(10) dice che dal Consiglio fu "ordinarono che si facesse il Castello di Fontana", mentre la fonte(11) scrive una volta "che si fabbricasse un castello di nuovo", un'altra "che il Castello di Fontana si rifacesse di nuovo"; la fonte(11) sembra quindi intendere che il castello dell'Olmo sia stato ricostruito dove prima ce n'era un'altro; considero più corretta la fonte(11) perché sembra più dettagliata ha preso l'informazione da tre fonti, compresa la fonte(10); è poi difficile credere che siano stati concessi solo otto mesi di tempo per costruire una fortezza per intero (da fine aprile alla fine dell'anno).

*6 Le fonti(10) e(12) danno versioni differenti: La fonte(10) comprende "il Castel dell'Olmo" tra quelli presi dalle truppe papali e fiorentine mentre la fonte(12) dice che, al termine di tutto, fiorentini e papali "se ne levarono senza avere detto castello"; analizzando nel complesso i fatti, immagino che il castellano del castello dell'Olmo abbia consegnato il castello agli invasori e ribelli senza fare resistenza e che questi compiaciuti glie lo abbiano lasciato in custodia.

*7 Nelle fonti(9) e(11) si sostiene che l'antica pieve di Fontana sia la chiesa di S. Martino; credo che la ragione di questo sia dovuto al fatto che le citazioni più antiche mancano di indicare uno specifico nome alla pieve e che probabilmente queste fonti non erano a conoscenza delle citazioni riguardanti S. Giovanni come quella del 1332-34 "plebis S. Iohannis de Fontana"(16) e nel sec. XIV "Ecclesia plebis Sancti Iohannis de Fontana"(17); inoltre non si considera che nel XVI sec. alla chiesa di S. Martino viene unita a quella di S. Giovanni e che evidentemente i benefici di questa seconda passarono alla prima.

*8 La fonte(9) sostiene che la prima fondazione di questa chiesa è avvenuta "... in epoca imprecisata, e comunque successivamente alla data del 1611, il piccolo ambiente (che fino ad allora era adibito ad ospedale) fu infine trasformato in una chiesa..."; come confermano le citazioni storiche, la chiesa di S. Pellegrino di Olmo è certamente esistita a partire dal 1332/34(16); è probabile invece che fino al 1600 in Olmo vi fossero sia la chiesa che un ospedale.

*9 Questa fonte è ricca di notizie storiche ma diverse di quelle più antiche sono troppo vaghe o risultano errate; ad esempio nel 1416 "Joannes Ciani de Villa Fontis comitatus Perusii" oppure nel 1258 "Plebs S. Martini" non hanno nulla a che vedere con Fontana ma sono "Vila Fontis" e "Plebs S. Martini in Campo" registraie nel 1258 nel rione di Porta S. Pietro(1).

 Monte Malbe



Coordinate GPS 43.112976, 12.324268

Chiesa di San Martino di Fontana
Chiesa di San Martino di Fontana
 Monte Malbe



Strade e Posti
Monte Malbe 
Fontana