Castello di Monte Nero

Il castello

S

i hanno due tesi che spiegano quale sia l'origine del nome del castello di Monte Nero:

_Il castello in passato era chiamato volgarmente "De Brignonibus", denominazione che non deriva dal nome di un casato o da quello di un castello. "De Brignonibus" può ricondursi alla parola che nel significato corrente indica ancora "susine"; infatti, fin dai tempi remoti, il luogo era ricco di selve e vi crescevano in abbondanza piante di prugne, di cui soprattutto erano gustosissimi i violacei "pemichini", che si maturano proprio nel periodo in cui cade la festa di San Lorenzo, il 10 agosto(1);

_La particolare denominazione con cui è menzionato nei documenti perugini del '210 il castello di Monte Nero nel contado di P. S. Angelo, Mons Niger Brignonum, va fatta risalire con ogni probabilità a una famiglia magnatizia citata nelle fonti più antiche, quella di "Bernone de Monte Nigro", che dovette essere presente patrimonialmente, non sappiamo in che misura, nella zona. A riprova di ciò, in alcuni documenti valpontesi più tardi, il castello viene denominato come "Mons Niger Bernonum"(2).

      "Bernoni"
          |
          |
        figli
  ________|________
 |                 |
Ugo              Rampa
                   |
                   |
                 Teuza
             ______|______
            |             |
          Mincio      "Maierusce"
      ______|______     
     |             |
 Guiduccio   Gualfreduccio
                   |
                   |
                 figlio

La prima citazione conosciuta del Bernone si ha nel 1034, in un contratto di vendita all'eposcopato di S. Lorenzo di Perugia di "una pecia de terra qui est posita in fundo Montegoni"(un pazzo di terra posto nel fondo "Montegoni") confinante in un lato con la "terra de filis condam Bernoni"(terra dei figli del fu Bernone)(4); è indicativo il fatto che in "Montegoni" l'episcopato possedeva altri terreni che confinavano in altri due lati con quello in vendita(3)(4).

Nel 1047 Enrico II conferma all'abate Bonizzone del monastero di S. Pietro in Perugia i suoi beni tra i quali "terram quoque Ugonis de Monte Nigro et Rampe sororis eius"(anche la terra di Ugo di Monte Nero e di sua sorella Rampa); nel 1052 Leone IX riconferma allo stesso abate i beni del monastero "necnon et terram Ugonis, nepotis Bernonis de Monte Nigro"(nonché la terra di Ugo, nipote di Bernone di Monte Nero) e a seguire altre conferme fino al 1231(3)(5); questi privilegi confermano che in Monte Nero aveva i suoi interessi anche monastero di S. Pietro in Perugia.

E' significativo il fatto che il castello e il distretto di Monte Nero siano chiamati nei documenti prevalentemente con il nome del Bernone anche diversi secoli dopo dalla sua morte presumibilmente avvenuta sul finire del sec. X(3)*1.

Rampa pare che muoia prima del 1052 e prima del fratello Ugo; non conoscendo se e quali eredi avesse Ugo, si può avanzare l'ipotesi che Teuza figlia di Rampa abbia ereditato dell'intero patrimonio di famiglia(3); in effetti è indiscutibile e alquanto singolare il ruolo centrale di madre e figlia (superiore o distinto da quello dei consorti) nelle questioni patrimoniali e familiari, ma non sappiamo se parte dell'eredità del Bernone sia andata ad altri eredi a noi sconosciuti. In un contratto di donazione di un pezzo di terra alla cattedrale di Perugia del 1060, confinante a questo nel "quarto latere ab imo est res de Teuça de Rampa"(quarto lato basso è la proprietà di Teuza di Rampa)(3)(4). Nel 1110 "Maierusce et Mincii Teuze" sono tra i testimoni in un contratto per il rinnovo di una concessione enfiteutica dalla canonica di San Lorenzo(4)(6). Nel 1163 "Guidutius de Mincio de Teuça" dona alla canonica della cattedrale di San Lorenzo di Perugia un cospicuo blocco di beni, con i relativi diritti, ubicati dentro e fuori la città; nello stesso documento Guiduccio ottiene dall'arciprete l'usufrutto di tali beni, sotto forma di una concessione livellare enfiteutica; tra i confinanti delle case e "grutte" in P. S. A. è nominato il "filius Gualfredutii fratris mei"(figlio di mio fratello Gualfreduccio)(6); da quest'ultimo contratto si capisce che gli interessi di questo ramo familiare si siano allontanati da Monte Nero; Guiduccio di Mincio di Teuza è considerato uno dei capostipiti della nobile famiglia perugina degli Arcipreti(3).

La prima citazione del castello si trova in un atto di donazione fatta al monastero di S. Maria di Valdiponte nel 1158 di beni posti "in destrictu et in castro Montis nigri"(7).

Nel rione di Porta S. Pietro a nord di Deruta esisteva un altro castello con il nome di Monte Nero e nei documenti non sempre si riesce a distinguere quali eventi e i personaggi riguardano l'uno o l'altro; come le stesse fonti, anch'io in questo posso aver commesso degli errori (vedi Castello di Monte Nero).

Il "Castrum Muntis Nigri" nel rione di P.S.A è descritto nel più antico elenco delle comunità perugine del 1258. Nel 1282 nel distretto di "c. Montis Nigri Brignonum" sono censiti 81 focolari(famiglie) quando nelle vicine località sono 19 nelle due Migiana di Monte Tezio, 31 in Canneto, 12 in Colognola; nel in Monte Nero 1438 ci sono 38 focolari e nel 1456 sono 26. Quando nel 1501 i focolari di Monte Nero sono 39, a Migiana di Monte Tezio sono 11, Canneto 24, Colognola 30, Ponte Pattoli 37(8).

I rapporti di parentela tra i signori che si fregiano del predicato "de Monte Nigro" in P.S.A. non sono chiari e evidentemente alcuni rami familiari si sono da tempo trasferiti in città; nel 1260 Bonconte "de Montenigro", Carsuccio "d. Munaldi", d. Bonifazio e "Maynaldus de Montenigro" sono tra indicati tra i magnati del rione di P.S.A(2).

  Bonconte       Munaldo           (Guido)              (Rainuccio)
     |              |                 |                      |
     |              |                 |                      |
 Vegnatolo      Carsuccio          Mainardo               Rainerio     Bonifazio
     |              |                 |
     |              |                 |
  "Lutii"      "Mannectoli"       Girarduccio
     |              |                 |
     |              |                 |
"Bolgarutius"   "Cionolus"  "Massiolus et Angelutius"
(e fratelli)

Nel 1276 "Carsuccio d. Munaldi de Montenigro", P.S.A., è ambasciatore a Cascia e è tra i milites che devono recarsi al servizio di Spoleto per partecipare alla spedizione contro il marchese di Montemigiano e Trevi(2).

Nel 1285 "Carsutius domini Munaldi" e "Vegnatolus domini Boncontis" sono i principali magnati di Perugia con estimi fondiari rispettivamente di 3000 e 2500 libre(2)(10). Oltre a loro sono ricordati nella Libra Mainardo "de Monte Nigro" per 800 libre, Rainerio "de Monte Nigro" per 700 l. e d. Bonifazio "de Montenigro" per 500 l.(2).

Il territorio di Monte Nero si estendeva fino a Ponte Pattoli e al Tevere. Nel 1286 Carsuccio d. Munaldi e l'abate di S. Maria di Valdiponte si accordano per costruire (o ricostruire) un molino sul Tevere presso Ponte Pattoli(2). "Vegnatolo olim d. Boncontis de castro Montis Nigri Brignonum"(2) che ha un molino più a valle, lamenta di essere nell'impossibilità di macinare a causa della chiusa del mulino dei monaci(9). Nello stesso anno Vegnatolo, spalleggiato da una masnada di 40-50 armati, distrugge la chiusa che alimenta il molino del monastero(2); per quanto fatto, Vegnatolo è condannato al pagamento di una multa(2). La questione non sembra conclusa perché nel 1293 è necessario ricorrere a un lodo arbitrale per dirimere un'altra lite tra Vegnatolo e il monastero di S. Maria, vertente sulla confinazione tra il molino del monastero e quello di Vegnatolo presso Ponte Pattoli, "seu ville Curdigliani"(presso villa Cordigliano)(2)*2.

Nel 1286 Mainardo, Carsuccio "d. Munaldi" e Vegnatolo "d. Boncontis" di Monte Nero sono ricompensati dal comune di Perugia per aver partecipato alla guerra del 1282 contro Foligno(2).

Nel 1297 Vegnatolo "d. Boncontis" è tra i componenti di una numerosa ambasceria inviata dal comune di Perugia ai fiorentini(2).

Nel Libro Rosso dei Nobili Perugini del 1333 si riconoscono citati "Cionolus Mannectoli de Monte Nigro" nel rione di P.S., "Massiolus et Angelutius Ghirardutii de Montenigro" e "Bolgarutius Lutii Vegnatoli de Montenigro et frater eius" nel rione di P.S.A.(11).

    Brunetto             Vanni
    ____|____           ___|___
   |         ?         ?       |
Giovanni  (Lello e/o Nello)  Cola

Nel 1371 "Giovanni del Brunetto de' Nobili da Montenero di porta Sant'Angelo", della fazione dei nobili e alleati con il Papa, è tra i maggiori sobillatori del popolo contro i Raspanti della classe borghese. Nel 1373 "restò morto il Brunetto da Montenero"(il padre di Giovanni?) nei tumulti scoppiati in porta S. Angelo istigati apposta dal Papa per mettere alla prova la fedeltà dei cittadini al governo. Nel 1377 con Perugia guidata dai Borghesi, "furono presi Lello e Giovanni del Brunetto de' Nobili di Montenero per dubbio che essi non mettessero soldati del papa in quel castello. Questa famiglia che fu anch'ella molto nobile e descritta con altre nel libro rosso, gli omini di essa si presero il cognome dal dominio che avevano di quel castello"(13). Nel 1389 altri disordini provocano la morte di un certo "ser Mateo da Monte Nero de Porta Sole"(12)*3.

Il 4 dicembre 1392 il comune di Perugia deve chiedere un prestito di 500 fiorini per "riconquistare il castello di Monte Nero, occupato dai fuoriusciti"(8)*4.

Nel 1411 "Paolo Orsino, e Sforza da Cotignuola, essendosi tornati verso Roma, intendendo, che Braccio con gli altri suoi fuorusciti di Perugia travagliavano in quelle parti, se n'andarono in aiuto suo con un buon numero di cavalli, & fanti, talmente che con gli altri, che v'erano prima, secondo che da gli scrittori nostri si narra, non erano meno di quatre mila cavalli con poca fanteria; Braccio, a cui era stato dato il carico di tutta la guerra, conoscendo, che gli era necessario di havere un ponte sul Tevere per poterlo passare a voglia sua, deliberò d'assalire il Ponte di Pattolo luogo per lo Castello che vi è, più degli altri munito, & gagliardo" e "passato il ponte trascorse per tutte le Castella, che sono intorno a quelle colline, & abbrusciate, & scaricate molte ville, & palazzi, e fatta una grossa preda s'appresentò alla vista della Città, ma non essendogli uscito alcuno incontra, ritornato in dietro abbruciò Pretola, & ruinò tutte le molina, ch'erano per quelle contrade, poi se ne tornò a gli alloggiamenti, ch'erano vicino al Tevere al luogo detto Bucarello, & indi a non molti giorni essendo ito con l'esercito di là dal fiume verso la montagna glie si diedero volontariamente molte Castella"(13); come vedremo, in questi fatti è coinvolto anche Monte Nero.

"A cagione della guerra e della occupazione fatta dai fuorusciti del Conte Paolo [Orsino] [di Monte Nero] e di altri Castelli", molti uomini abitavano in Perugia e andavano qua e la prestando la loro opera per procacciandosi il necessario per sostenersi; il 5 dicembre del 1413 gli uomini di Monte Nero presentano una supplica ai Magistrati chiedendo di poter vagare o tornare nei castelli occupati dai fuorusciti e non essere molestati dai dazi; il Consiglio Generale accoglie loro domanda e la estende a tutti quelli che erano nelle stesse condizioni(14)*5.

Nel 1415 si concede agli uomini di Castiglion della Valle di poter rifare le mura del loro castello che precedentemente erano state demolite su ordine dei Magistrati; una simile concessione è fatta agli uomini di Pieve di S. Chierico, mentre a quelli di "di Monte Nero di Porta Sant'Angelo, fu permesso, che potessero a loro spese riparare le Castella, purché quelli di Monte Nero non potessero per alcun tempo rifar mai li palazzi di ser Giovani, & de Cola di Vanne ['Giovanni Brunello e di Nello e Cola di Vanni'(1)] che erano nel loro territorio, & ch'erano stati per ordine de' Magistrati abbrusciati, & scaricati"(13)*6.

Nel dicembre del 1439 il Consiglio Generale da licenza angli uomini di Monte Nero di ricostruire a tutte loro spese il palazzo di S. Giovanni del Cajano che era stato rovinato in tempo di guerra(14).

Nell'aprile 1444 il Consiglio Generale condona 40 fiorini agli uomini di Monte Nero per riparare il castello che era stato rovinato e quasi distrutto dai nemici della città(14)*7.

In un censiemnto di ville e castelli di Perugia presumibilmente risalente all'inizio della seconda metà del sec. XVI, nel "Castel de Monte Nero" si contano 28 fuochi(15); negli inventari pontifici, nel 1656 in Monte Nero (escluso Caiano) ci sono 90 anime, nel 1701 sono 155 e nel 1736 sono 121; nel 1829 nel distretto di Monte Nero si contano 227 anime, nel 1861 in S. Lorenzo di Monte Nero, unito a S. Giovanni del Cascino (cioè Caiano), 255 individui(16).

L'abbandono definitivo del castello sembra sia avvenuto nel '900(9).

Oggi il castello si presenta parzialmente ristrutturato con alcune parti (discutibilmente) ricostruite e altre che hanno bisogno di essere consolidate, ma i lavori sono fermi da molti anni.

Le chiese

Chiesa di Santa Maria di Monte Nero. La prima notizia di una "ecclesie Montis Nigri" si ha nel riconoscimento fatto dall'Imperatore Federico I Barbarossa alla cattedrale di S. Lorenzo nel 1163 della proprietà di una "tertiam partem"(terza parte). Pochi anni dopo, nel 1169, Alessandro III conferma al vescovo perugino la "medietatem ecclesie de Monte Nigro"(metà della chiesa) e nel 1189 Clemente III "quicquid iuris habetis in ecclesia de Monte Nigro"(ogni giurisdizione nella chiesa di Monte Nero)(4). Questi tre documenti sembrano indicare una graduale (volontà di) presa di possesso da parte del vescovo dei beni ecclesiastici presenti nel territorio di Monte Nero; tutte e tre le scritture non specificano su quale chiesa il vescovo esercitasse il controllo, se in S. Maria, in S. Giustino o entrambe.

Nel 1193 Papa celestino III confermando i beni dell'abbazia di San Paolo di Valdiponte elenca anche "Quicquid habetis in Curte Castri de Monte nigro et eius pertinentijs"(ogni cosa posseduta nella corte del castello di Monte Nero e sue pertinenze)(18). Come nelle precedenti, anche in questa conferma manca il nome della chiesa, ma presumibilmente sembra essere quella di S. Maria nel castello; da osservare che questo atto contraddice quello del 1189 che conferisce piena giurisdizione sulle chiese di Monte Nero al vescovo.

La chiesa di S. Maria "de castro Montis Nigri Brignonum"(2) è citata per la prima volta in una concessione in beneficio fatto dal vescovo nel 1270(2)(17).

Nei registri dei pagamenti delle decime del 1332-34 alla diocesi perugina, si ha che ad assolvere ai pagamenti per la "ecclesia S. Marie de Monte nigro pro tertia parte"(chiesa di S. Maria di Monte Nero per una terza parte) era il rettore "Egidius"(19); Egidio è anche rettore della chiesa di S. Donato di Civitella Benazzone (controllata dai monasteri di S. Paolo in Valdiponte e di S. Pietro di Perugia) e di S. Giustino di Monte Nero (controllata dal monastero di S. Maria in Valdiponte e del vescovo perugino)(19); tirando le somme pare che Egidio amministri la chiesa di S. Maria di Monte Nero per conto del vescovo di Perugia e del monastero di S. Paolo in Valdiponte assieme.

Oltre alla chiesa di S. Maria di Monte Nero, nei censi del 1361 nel distretto di Monte Nero risulta esserci anche un omonimo monastero di S. Maria non si sa se maschile o femminile(8)(20)(14); in un'intestazione catastale databile tra il sec. XIV e il 1489 si trova il nome di un "Monasterium Sancte Marie de castro Montis Nigri"(21)*5. Si dice che "I beni di questa chiesa [oppure 'chiesa con monastero'] rimangono in oggi [1751-1800] uniti alla suddetta pastorale di S. Lorenzo"(15). Date le varie coincidenze e il fatto che la stessa chiesa di S. Maria di Monte Nero sia stata unita a quella di S. Lorenzo, presumo che il monastero e la chiesa di S. Maria siano per lo meno da individuare nello stesso edificio*8.

Negli inventari del sec. XIV, la "Ecclesia Sancte Marie de Monte Nigro Pringnonis" risulta appartenente alla cattedrale perugina(20); S. Maria è registrata negli estimi catastali del 1493(8).

Nel 1560 le parrocchie di S. Maria di Monte Nero e di S. Lorenzo (in villa Caiano) risultano unite in una con il titolo di S. Lorenzo di Monte Nero; l'attività di questa parrocchia è documentata dal 1578(22).

Nel 1722 alla parrocchia di S. Lorenzo e Santa Maria in Monte Nero è unita la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo in Villa Caiano(22).

Nel 1763 le chiese di S. Maria in Monte Nero e dei S.S. Giovanni e Paolo in villa Caiano risultano distrutte(22).

Chiesa di San Giustino. Presso il castello di Monte Nero, altra chiesa era quella di S. Giustino di Monte Nero; la "ecclesia S. Iustini de Monte Nigro pro parte"(una parte della chiesa di S. Giustino) è citata una prima volta nel 1291 tra quelle contese dal vescovo di Perugia al monastero di S. Maria di Valdiponte(23). L'azione perpetrata in questi secoli dai vescovi (non solo in Perugia), volge a forzare l'appropriazione di tutte le chiese presenti nella diocesi non pienamente possedute(23) come appare per la succitata chiesa di S. Maria o per la chiesa di S. Sergio di Carestello (vedere Carestello).

Nei registri dei pagamenti delle decime del 1332-34 alla diocesi perugina, si ha che ad assolve ai pagamenti per la "ecclesia S. Iustini de Monte nigro" (oppure "ecclesie S. Iustine de Cruce Montis Nigri"*9) erano due rettori: Il primo era "Egidius", rettore anche delle chiese di S. Donato di Civitella Benazzone (controllata dai monasteri di S. Paolo in Valdiponte e di S. Pietro di Perugia) e di S. Maria di Monte Nero (controllata dal monastero di S. Paolo in Valdiponte e del vescovo di Perugia)(19); il secondo era "Bonaionta", rettore anche della chiesa di S. Maria in Ponte Pattoli (controllata dal monastero di S. Maria in Valdiponte)(19). In sintesi, Egidio sembra condurre la chiesa di S. Giustino per conto del vescovo di Perugia (e forse anche del monastero di S. Paolo di Valdiponte), mentre "Bonaionta" per conto del monastero di S. Maria in Valdiponte. La contemporanea gestione di questa chiesa da due rettori, pare conseguente al conflitto avvenuto 40 anni prima tra il vescovato di Perugia e il monastero di S. Maria in Valdiponte.

Negli inventari del sec. XIV la "Ecclesia Sancti Iustini de Monte Nigro" risulta dipendente dall'abazia di S. Maria di Valdiponte(8)(20).

Il distretto di Monte Nero comprendeva anche la vicina località di villa Caiano; qui vi erano altre chiese localizzate in villa Caiano e sono S. Lorenzo, S. Giovanni (o SS. Giovanni e Paolo la cui attività della parrocchia di SS. Giovanni e Paolo è registrata dal 1575(22)) e S. Donato (vedere Chiesa di San Lorenzo di Monte Nero).

Nei limiti del distretto di Monte Nero erano anche due oratori, uno dedicato alla Madonna del Belvedere (oggi una località "C. Belvedere" è in un colle 500m a ovest di Ponte Pattoli) appartenente a Sante Balducci, l'altro dedicato a Sant'Ignazio della congregazione di Gesù poi passata ai conti Oddi(1)(14)*11.

 

Ricerca e Sintesi

Strade e posti

Fonti

(1) Castelli, monasteri, ville ed eremi dell'alta valle tiberina.

(2) Repertorio delle famiglie e dei gruppi signorili nel perugino e nell' eugubino tra XI e XIII secolo.

(3) Dal cespuglio all'albero - nuovi documenti per la storia della famiglia Arcipreti di Perugia (1034-1416).

(4) Le più antiche carte della cattedrale di San Lorenzo di Perugia.

(5) Le carte dell'archivio di S. Pietro di Perugia.

(6) BDSPU - Gli Arcipreti della Penna una famiglia nella storia di Perugia.

(7) Le più antiche carte dell'abbazia di S. Maria Val di Ponte.

(8) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.

(9) 'I Racconti di Graziano' L'Olivo e la Ginestra - Associazione Culturale.

(10) L'Imposizione diretta nei comuni dell'Italia centrale nel XIII secolo. La Libra di Perugia del 1285.

(11) Documenti di storia perugina.

(12) Cronaca della città di Perugia dal 1309-1491.

(13) Della Historia di Perugia.

(14) Belforti-Mariotti*10

(15) Le piante et i ritratti delle Città e Terre dell Umbria Sottoposte al Governo di Perugia.

(16) La popolazione dello Stato Romano (1656-1901)/Indice alfabetico di tutti i luoghi dello Stato Pontificio/Topografia statistica dello stato pontificio.

(17) Pievi e parrocchie dipendenti dal capitolo della Cattedrale di Perugia nel secolo XIII.

(18) An umbrian abbey San Paolo di Valdiponte.

(19) Rationes decimarum.

(20) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.

(21) san.beniculturali.it

(22) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.

(23) Situazioni di conflittualità tra vescovi e monasteri in materia di esenzione (Umbria settentrionale, sec. XIII).

Note

*1 Nel 1427 si trova un'intestazione catastale a nome di due uomini "de castro Montisnigri Prignonum"(21).

*2 In ("BDSPU - Santa Maria di Valdiponte") si riporta e si completa la narrazione degli eventi nel seguente modo: "Nel 1193 fu visitata la Chiusa del Molino del Monastero perché Vegnacolo Bonconzi di Montenero si credeva pregiudicato pel suo Molino; ma fu trovata regolare. Lo stesso Bonconzi nel 1219 vende tutte le terre ed il Molino all'Abate Oratore e così il Monastero divenne Padrone di ambi i molini detti fin dal 1271 'sopra e sotto' il Ponte". Quanto narrato non sembra corretto perché "l'Abate Oratore" muore nel 1222 e di "Vegnacolo Bonconzi di Montenero" si hanno notizie tra il 1275 e il 1299 circa(2); in mancanza di prove, posso provare a riordinare i fatti così: "Bonconzi [padre di Vegnacolo] nel 1219 vende tutte le terre ed il Molino [a monte del Tevere] all'Abate Oratore" e, dopo fatti riportati spora, si narra del lodo arbitrale del 1293 sempre sopra riportato "Nel 1293 [e non nel 1193] fu visitata la Chiusa del Molino del Monastero perché Vegnacolo Bonconzi di Montenero si credeva pregiudicato pel suo Molino [a valle del Tevere]; ma fu trovata regolare".

*3 Questi eventi sono certamente successi nel castello di Monte Nero in P.S.A. come conferma la fonte(13).

*4 L'attribuzione di questa notizia al castello di P.S.A. non è sicura perché in questi stessi anni anche Deruta e il vicino Monte Nero è coinvolto nella guerra contro Perugia; ritengo pero che si stia parlando del castello di Monte Nero in P.S.A. perché, salvo errori di datazione, non è possibile che il prestito sia stato chiesto un anno prima (dicembre del 1392) che Monte Nero di P.S.P. sia stato occupato dai ribelli nel 1393 e riconquistato sul finire dello stesso anno.

*5 La fonte(14) attribuisce quanto accaduto al castello di Monte Nero in P.S.P. ma è evidente che è avvenuto in conseguenza degli accadimenti di due anni prima nel rione di P.S.A. dallo stesso Paolo Orsino.

*6 Se è pur vero che nel catasto di Deruta del 1361 si trova una famiglia "Cola Vannis Munaldi" e "Cola Vannis Ceccholi"('Deruta e il suo territorio'), questo nome nei sec. XIII e XIV è abbastanza ricorrente e anche in P.S.A. si trova una intestazione fatta a nome di "Cola Vannis Maffey et Petrus Maffey de castro Montis Nigri Prignonum" del 1390(21); inoltre quanto avvenuto in questa data pare evidentemente collegato ai fatti del 1371, 1373 e del 1377 oltre che a proseguire quelli del 1411 e 1413.

*7 La fonte(14) riporta questa notizia per il Monte Nero di Deruta ma ritengo che sia quello di P.S.A. solo perché del castello di P.S.P. non sembrano esserci più notizie dalla prima metà del sec. XIV.

*8 Di questo monastero si hanno poche notizie; alcune coincidenze fanno credere che possa essere stato il medesimo edificio della chiesa di S. Maria di Monte Nero destinato provvisoriamente a monastero: Con il nome di S. Martia la si trova in sequenza indicata nel 1270 come chiesa(2), nel 1332-34 chiesa(19), nel sec. XIV chiesa (Liber beneficiorum)(8)(20), nel 1361 monastero(8)(14), dal 1493 a seguire come chiesa(8)(20)(21).

La collocazione di questo monastero è incerta: La chiesa di S. Maria di Monte Nero era certamente nel castello mentre, secondo la fonte(8), "È probabile" che il monastero "non fosse ubicato nel castello, ma nella villa ad esso prossima di S. Lorenzo di Monte Nero", ma di questo non ci sono riscontri e la stessa fonte(8) non ne da certezza.

*9 La dicitura "de Cruce Montis Nigri" riferita alla chiesa di S. Giustino, potrebbe riguardare l'attuale località che nelle carte IGM è chiamata "Podere S. Croce" a 1,3km a sud-ovest del castello di Monte Nero (coordinate GPS 43.16221, 12.384421).

*10 La fonte(14) sembra si ignorare l'esistenza del castello di Monte Nero nel rione di P.S.A..

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Coordinate GPS 43.171405, 12.393701

Panorama dal castello. A destra Monte Subasio, al centro Ponte Pattoli
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Strade e Posti

Monte Nero 
Castello di Monte Nero