Castello di Monte Nero

Il castello

L

'origine del nome del castello di Monte Nero è spiegata con due opinioni:

- Questo castello in passato era chiamato volgarmente "De Brignonibus", denominazione che non deriva dal nome di un casato o da quello di un castello. "De Brignonibus" può ricondursi alla parola che nel significato corrente indica ancora "susine"; infatti, fin dai tempi remoti, il luogo era ricco di selve e vi crescevano in abbondanza piante di prugne, di cui soprattutto erano gustosissimi i violacei "pemichini", che si maturano proprio nel periodo in cui cade la festa di San Lorenzo, il 10 agosto(1).

- La particolare denominazione con cui è menzionato nei documenti perugini del '200 il castello di Monte Nero nel contado di P. S. Angelo, Mons Niger Brignonum, va fatta risalire con ogni probabilità a una famiglia magnatizia citata nelle fonti più antiche, quella di "Bernone de Monte Nigro", che dovette essere presente patrimonialmente, non sappiamo in che misura, nella zona. A riprova di ciò, in alcuni documenti valpontesi più tardi, il castello viene denominato come "Mons Niger Bernonum"(2).

"Bernonis de Monte Nigro"
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    Rampa      Ugo
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    Teuza
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    Mincio

Nel 1034 il "Bernoni", deceduto da decenni, è citato per la prima volta in un documento come padre dei suoi figli; più chiaramente nel 1054 un privilegio di Papa Leone IX conferma al monastero di S. Pietro di Perugia i suoi beni, tra i quali "terra Ugonis, nepotis Bernonis de Monte Nigro"(la terra di Ugo, nipote di Bernone di Monte Nero). Nei documenti pervenuti si continua a usare il nome di Bernone per il territorio e per il castello di Monte Nero per circa tre secoli dalla sua morte, indice dell'importanza del soggetto. Come detto, le terre di Ugo entrano a far parte dei beni del monastero di S. Pietro, ma a lui sono poi (ri)concesse in enfiteusi (concessione con domunio perpetuo sul bene). Dei figli di Bernone non si hanno notizie ma si conoscono due suoi nipoti, Ugo e la sorella Rampa. Rampa muore presumibilmente prima del 1052, Ugo più tardi ma senza eredi; Teuza, la figlia di Rampa, eredita quindi l'intero patrimonio familiare. Il figlio di Teuza, Mincio è indicato come il padre del capostipite della famiglia degli Arcipreti(2)(3).

La prima citazione del castello è in un atto di donazione al monastero S. Maria di Valdiponte del 1158 avvenuta "in destrictu et in castro Montis nigri"(4).

"Castrum Muntis Nigri" di P.S.A si trova nel più antico elenco delle comunità perugine del 1258. Nel 1282 nel distretto di "c. Montis Nigri Brignonum" sono censiti 81 focolari(famiglie) quando nelle vicine località sono 19 nelle due Migiana di Monte Tezio, 31 in Canneto, 12 in Colognola; nel in Monte Nero 1438 ci sono 38 focolari e nel 1456 sono 26. Quando nel 1501 i focolari di Monte Nero sono 39, a Migiana di Monte Tezio sono 11, Canneto 24, Colognola 30, Ponte Pattoli 37(5).

Non sempre si riesce con certezza a distinguere gli eventi e i personaggi dei due castelli omonimi, in Porta S. Angelo e in Porta S. Pietro presso Deruta; anche i rapporti di parentela tra i signori che si fregiarono del predicato "de Monte Nigro" in P.S.A. non sono chiari(2).

Nel 1260 Bonconte "de Montenigro", Carsuccio "d. Munaldi", d. Bonifazio e "Maynaldus de Montenigro" sono tra i magnati del contado di P.S.A(2).

          (Munaldo)  (Guido)   (Rainuccio)
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Bonconte  Carsuccio  Mainardo   Rainerio  Bonifazio
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Vegnatolo

Nel 1276 "Carsuccio d. Munaldi de Montenigro", P.S.A., è ambasciatore a Cascia e è tra i milites che devono recarsi al servizio di Spoleto per partecipare alla spedizione contro il marchese di Montemigiano e Trevi(2).

Nel 1285 "Carsutius domini Munaldi" e "Vegnatolus domini Boncontis" sono i principali magnati di Perugia con estimi fondiari rispettivamente di 3000 e 2500 libre(7). Oltre a loro sono ricordati nella Libra Mainardo de Monte Nigro per 800 libre, Rainerio de Monte Nigro per 700 l. e d. Bonifazio de Montenigro per 500 l.(2)*1.

Il territorio di Monte Nero si estendeva fino a Ponte Pattoli e al Tevere. Nel 1286 Carsuccio d. Munaldi e l'abate di S. Maria di Valdiponte si accordano per costruire (o ricostruire) un molino sul Tevere presso Ponte Pattoli(2). "Vegnatolo olim d. Boncontis de castro Montis Nigri Brignonum"(2) che ha un molino più a valle, lamenta di essere nell'impossibilità di macinare a causa della chiusa del mulino dei monaci(6). Nello stesso anno Vegnatolo, spalleggiato da una masnada di 40-50 armati, distrugge la chiusa che alimenta il molino del monastero(2); per quanto fatto, Vegnatolo è condannato al pagamento di una multa(2). La questione non sembra conclusa perché nel 1293 è necessario ricorrere a un lodo arbitrale per dirimere un'altra lite tra Vegnatolo e il monastero di S. Maria, vertente sulla confinazione tra il molino del monastero e quello di Vegnatolo presso Ponte Pattoli, "seu ville Curdigliani"(presso villa Cordigliano)(2)*2.

Nel 1286 Mainardo, Carsuccio "d. Munaldi" e Vegnatolo "d. Boncontis" di Monte Nero sono ricompensati dal comune di Perugia per aver partecipato alla guerra del 1282 contro Foligno(2).

In merito al nome del castello, nel 1293 Monte Nero lo si trova citato come "de Prugnonibus", ma in seguito lo si trova di nuovo chiamato "Monte Nigro Brignonum"(2).

Nel 1297 Vegnatolo "d. Boncontis" è tra i componenti di una numerosa ambasceria inviata dal comune di Perugia presso i fiorentini(2).

    Brunetto             Vanni
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Giovanni  (Lello e/o Nello)  Cola

Nel 1371 "Giovanni del Brunetto de' Nobili da Montenero di porta Sant'Angelo", della fazione dei nobili e alleati con il Papa, è tra i maggiori sobillatori del popolo contro i Raspanti della classe borghese. Nel 1373 "restò morto il Brunetto da Montenero"(il padre di Giovanni?) nei tumulti scoppiati in porta S. Angelo istigati apposta dal Papa per mettere alla prova la fedeltà dei cittadini al governo. Nel 1377 con Perugia guidata dai Borghesi, "furono presi Lello e Giovanni del Brunetto de' Nobili di Montenero per dubbio che essi non mettessero soldati del papa in quel castello. Questa famiglia che fu anch'ella molto nobile e descritta con altre nel libro rosso, gli omini di essa si presero il cognome dal dominio che avevano di quel castello"(9). Nel 1389 altri disordini provocano la morte di un "ser Mateo da Monte Nero de Porta Sole"(8)*3.

Il 4 dicembre 1392 il comune di Perugia deve chiedere un prestito di 500 fiorini per "riconquistare il castello di Monte Nero, occupato dai fuoriusciti"(5)*4.

Nel 1411 "Paolo Orsino, e Sforza da Cotignuola, essendosi tornati verso Roma, intendendo, che Braccio con gli altri suoi fuorusciti di Perugia travagliavano in quelle parti, se n'andarono in aiuto suo con un buon numero di cavalli, & fanti, talmente che con gli altri, che v'erano prima, secondo che da gli scrittori nostri si narra, non erano meno di quatre mila cavalli con poca fanteria; Braccio, a cui era stato dato il carico di tutta la guerra, conoscendo, che gli era necessario di havere un ponte sul Tevere per poterlo passare a voglia sua, deliberò d'assalire il Ponte di Pattolo luogo per lo Castello che vi è, più degli altri munito, & gagliardo" e "passato il ponte trascorse per tutte le Castella, che sono intorno a quelle colline, & abbrusciate, & scaricate molte ville, & palazzi, e fatta una grossa preda s'appresentò alla vista della Città, ma non essendogli uscito alcuno incontra, ritornato in dietro abbruciò Pretola, & ruinò tutte le molina, ch'erano per quelle contrade, poi se ne tornò a gli alloggiamenti, ch'erano vicino al Tevere al luogo detto Bucarello, & indi a non molti giorni essendo ito con l'esercito di là dal fiume verso la montagna glie si diedero volontariamente molte Castella"(9); in questi fatti è stato sicuramente coinvolto anche il castello e le terre di Monte Nero.

Nel 1413/1415 gli uomini di Monte Nero fanno istanza ai magistrati perugini, perché, a causa dei danni delle guerre e dell'occupazione dei fuoriusciti, le loro terre sono devastate e loro non hanno i mezzi per vivere(5). Oltre che ad altri castelli, anche agli uomini di "di Monte Nero di Porta Sant'Angelo, fu permesso, che potessero a loro spese riparare le Castella, purche quelli di Monte Nero non potessero per alcun tempo rifar mai li palazzi di ser Giovani, & de Cola di Vanne ['Giovanni Brunello e di Nello e Cola di Vanni'(1)] che erano nel loro territorio, & ch'erano stati per ordine de' Magistrati abbrusciati, & scaricati"(9)*3.

Da censimenti pontifici, nel 1656 in Monte Nero (escluso Caiano) ci sono 90 anime, nel 1701 sono 155 e nel 1736 sono 120; nel 1829 nel distretto di Monte Nero si contano 227 anime, nel 1861 in S. Lorenzo di Monte Nero, unito a S. Giovanni del Cascino (Caiano?), 255 individui(10).

L'abbandono definitivo del castello sembra sia avvenuto nel '900(6).

Oggi il castello si presenta parzialmente ristrutturato con alcune parti (discutibilmente) ricostruite e altre che hanno bisogno di essere consolidate, ma i lavori sono fermi da molti anni.

Le chiese

Chiesa di Santa Maria di Monte Nero. La prima notizia di una "ecclesie Montis Nigri" si ha nel riconoscimento fatto dall'Imperatore Federico I Barbarossa alla cattedrale di S. Lorenzo nel 1163 della proprietà di una "tertiam partem"(terza parte). Pochi anni dopo, nel 1169, Alessandro III conferma al vescovo perugino la "medietatem ecclesie de Monte Nigro"(metà della chiesa) e nel 1189 Clemente III "quicquid iuris habetis in ecclesia de Monte Nigro"(ogni giurisdizione nella chiesa di Monte Nero)(11). Questi tre documenti sembrano indicare una graduale (volontà di) presa di possesso da parte del vescovo dei beni ecclesiastici presenti nel territorio di Monte Nero; tutte e tre le scritture non specificano su quale chiesa il vescovo esercitasse il controllo, se in S. Maria, in S. Giustino o entrambe.

Nel 1193 Papa celestino III confermando i beni dell'abbazia di San Paolo di Valdiponte elenca anche "Quicquid habetis in Curte Castri de Monte nigro et eius pertinentijs"(ogni cosa posseduta nella corte del castello di Monte Nero e sue pertinenze)(13). Come nelle precedenti, anche in questa conferma manca il nome della chiesa, ma presumibilmente sembra essere quella di S. Maria nel castello; da osservare che questo atto contraddice quello del 1189 che conferisce piena giurisdizione sulle chiese di Monte Nero al vescovo.

La chiesa di S. Maria "de castro Montis Nigri Brignonum"(2) è citata per la prima volta in una concessione in beneficio fatto dal vescovo nel 1270(2)(12).

Nei registri dei pagamenti delle decime del 1332-34 alla diocesi perugina, si ha che ad assolvere ai pagamenti per la "ecclesia S. Marie de Monte nigro pro tertia parte"(chiesa di S. Maria di Monte Nero per una terza parte) era il rettore "Egidius"(14); Egidio è anche rettore della chiesa di S. Donato di Civitella Benazzone (controllata dai monasteri di S. Paolo in Valdiponte e di S. Pietro di Perugia) e di S. Giustino di Monte Nero (controllata dal monastero di S. Maria in Valdiponte e del vescovo perugino)(14). Per quanto detto fin qui, Egidio sembra amministrare la chiesa di S. Maria di Monte Nero per conto del vescovo di Perugia e del monastero di S. Paolo in Valdiponte assieme.

Oltre alla chiesa di S. Maria di Monte Nero, nei censi del 1361 nel distretto di Monte Nero risulta anche un omonimo monastero di S. Maria(5)(15)*5.

Negli inventari del sec. XIV, la "Ecclesia Sancte Marie de Monte Nigro Pringnonis" risulta appartenente alla cattedrale perugina(15); S. Maria è registrata negli estimi catastali del 1493(5).

Nel 1560 le parrocchie di S. Maria di Monte Nero e di S. Lorenzo (in villa Caiano) risultano unite in una con il titolo di S. Lorenzo di Monte Nero; l'attività di questa parrocchia è documentata dal 1578(16).

Nel 1722 alla parrocchia di S. Lorenzo e Santa Maria in Monte Nero è unita la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo in Villa Caiano(16).

Nel 1763 le chiese di S. Maria in Monte Nero e dei S.S. Giovanni e Paolo in villa Caiano risultano distrutte(16).

Chiesa di San Giustino. Presso il castello di Monte Nero, altra chiesa era quella di S. Giustino di Monte Nero; la "ecclesia S. Iustini de Monte Nigro pro parte"(una parte della chiesa di S. Giustino) è citata una prima volta nel 1291 tra quelle contese dal vescovo di Perugia al monastero di S. Maria di Valdiponte(17). L'azione perpetrata in questi secoli dai vescovi (non solo in Perugia), volge a forzare l'appropriazione di tutte le chiese presenti nella diocesi non pienamente possedute(17) come appare per la succitata chiesa di S. Maria o per la chiesa di S. Sergio di Carestello (vedere Carestello).

Nei registri dei pagamenti delle decime del 1332-34 alla diocesi perugina, si ha che ad assolve ai pagamenti per la "ecclesia S. Iustini de Monte nigro" (oppure "ecclesie S. Iustine de Cruce Montis Nigri"*6) erano due rettori: Il primo era "Egidius", rettore anche delle chiese di S. Donato di Civitella Benazzone (controllata dai monasteri di S. Paolo in Valdiponte e di S. Pietro di Perugia) e di S. Maria di Monte Nero (controllata dal monastero di S. Paolo in Valdiponte e del vescovo di Perugia)(14); il secondo era "Bonaionta", rettore anche della chiesa di S. Maria in Ponte Pattoli (controllata dal monastero di S. Maria in Valdiponte)(14). In sintesi, Egidio sembra condurre la chiesa di S. Giustino per conto del vescovo di Perugia (e forse anche del monastero di S. Paolo di Valdiponte), mentre "Bonaionta" per conto del monastero di S. Maria in Valdiponte. La simultanea gestione di questa chiesa da parte de due rettori pare conseguente al conflitto avvenuto 40 anni prima tra il vescovato di Perugia e il monastero di S. Maria in Valdiponte.

Negli inventari del sec. XIV la "Ecclesia Sancti Iustini de Monte Nigro" risulta dipendente dall'abazia di S. Maria di Valdiponte(5)(15).

Il distretto di Monte Nero comprendeva anche la vicina località di villa Caiano; qui vi erano altre chiese localizzate in villa Caiano e sono S. Lorenzo, S. Giovanni (o SS. Giovanni e Paolo la cui attività della parrocchia di SS. Giovanni e Paolo è registrata dal 1575(16)) e S. Donato (vedere Chiesa di San Lorenzo di Monte Nero).

Nei limiti del distretto di Monte Nero erano anche due oratori, uno dedicato alla Madonna del Belvedere (oggi una località "C. Belvedere" è in un colle 500m a ovest di Ponte Pattoli) appartenente a Sante Balducci, l'altro dedicato a Sant'Ignazio dei conti Oddi(1).

 

Ricerca e Sintesi

Strade e posti

Fonti

(1) Castelli, monasteri, ville ed eremi dell'alta valle tiberina.

(2) Repertorio delle famiglie e dei gruppi signorili nel perugino e nell' eugubino tra XI e XIII secolo.

(3) Dal cespuglio all'albero - nuovi documenti per la storia della famiglia Arcipreti di Perugia (1034-1416).

(4) Le più antiche carte dell'abbazia di S. Maria Val di Ponte.

(5) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.

(6) 'I Racconti di Graziano' L'Olivo e la Ginestra - Associazione Culturale.

(7) L'Imposizione diretta nei comuni dell'Italia centrale nel XIII secolo. La Libra di Perugia del 1285.

(8) Cronaca della città di Perugia dal 1309-1491.

(9) Della Historia di Perugia.

(10) La popolazione dello Stato Romano (1656-1901)/Indice alfabetico di tutti i luoghi dello Stato Pontificio/Topografia statistica dello stato pontificio.

(11) Le più antiche carte della cattedrale di San Lorenzo di Perugia.

(12) Pievi e parrocchie dipendenti dal capitolo della Cattedrale di Perugia nel secolo XIII.

(13) An umbrian abbey San Paolo di Valdiponte.

(14) Rationes decimarum.

(15) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.

(16) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.

(17) Situazioni di conflittualità tra vescovi e monasteri in materia di esenzione (Umbria settentrionale, sec. XIII).

Note

*1 Dalla fonte(2) e dai nomi dei nobili perugini riportati nel Libro Rosso del 1333 (in "Documenti di storia perugina"), è possibile proseguire le discendenze fino a questa data di tre famiglie; "Bolgarutius" di "Lutii" di Vegnatolo; "Cionolus" di "Mannectoli" di Carsuccio; "Massiolus et Angelutius" di "Ghirardutii" di Mainardo.

*2 In ("BDSPU - Santa Maria di Valdiponte") si riporta e si completa la narrazione degli eventi nel seguente modo: "Nel 1193 fu visitata la Chiusa del Molino del Monastero perché Vegnacolo Bonconzi di Montenero si credeva pregiudicato pel suo Molino; ma fu trovata regolare. Lo stesso Bonconzi nel 1209 vende tutte le terre ed il Molino all'Abate Oratore e così il Monastero divenne Padrone di ambi i molini detti fin dal 1271 'sopra e sotto' il Ponte". Quanto narrato non sembra corretto perché "l'Abate Oratore" muore nel 1222 e di "Vegnacolo Bonconzi di Montenero" si hanno notizie tra il 1275 e il 1299 circa(2); in mancanza di prove, posso provare a riordinare i fatti così: "Bonconzi [padre di Vegnacolo] nel 1209 vende tutte le terre ed il Molino [a monte del Tevere] all'Abate Oratore" e, dopo fatti riportati spora, si narra del lodo arbitrale del 1293 sempre sopra riportato "Nel 1293 [e non nel 1193] fu visitata la Chiusa del Molino del Monastero perché Vegnacolo Bonconzi di Montenero si credeva pregiudicato pel suo Molino [a valle del Tevere]; ma fu trovata regolare".

*3 Gli eventi del 1371 e 1413/1415 sono da alcuni attribuiti al castello di Monte Nero di P.S.P. per la presenza nel 1375 presso Deruta di una famiglia "Di Vanne"; la maggior parte delle fonti affermano essere del castello di P.S.A., inoltre "Vanne" è un nome abbastanza comune anche in questi luoghi e un "Brunello de Giovanne" di P.S.A. è uno dei capitani nominati nel 1434(8); inoltre la richiesta di danni del 1413/1415 sembra essere conseguente dall'occupazione fatta da Braccio e i fuoriusciti di Ponte Pattoli e delle zone circostanti tra il 1410 e il 1413(9).

*4 Ci potrebbero essere dubbi su quale sia il castello oggetto di questo intervento; ritengo essere il Monte Nero in P.S.A. perché, salvo errori di datazione, il prestito è stato chiesto un anno prima che il Monte Nero di P.S.P. fosse occupato dai ribelli nel 1393 e sul finire dello stesso anno riconquistato.

*5 Di questo monastero non si hanno notizie; alcune coincidenze potrebbero indicare essere l'edificio della chiesa di S. Maria di Monte Nero destinato provvisoriamente a monastero: Con lo stesso nome, è descritto con continuità nel 1270 come chiesa(2), nel 1332-34 chiesa(14), nel sec. XIV chiesa (Liber beneficiorum)(5)(15), nel 1361 monastero(5), dal 1493 a seguire chiesa(5)(15)(16).

Non coincidente sembra essere però la collocazione: La chiesa di S. Maria di Monte Nero era certamente nel castello mentre, secondo la fonte(5), "È probabile" che il monastero "non fosse ubicato nel castello, ma nella villa ad esso prossima di S. Lorenzo di Monte Nero", ma di questo non ci sono riscontri e la stessa fonte(5) non ne da certezza.

*6 La dicitura "de Cruce Montis Nigri" riferita alla chiesa di S. Giustino, potrebbe riguardare l'attuale località che nelle carte IGM è chiamata "Podere S. Croce" a 1,3km a sud-ovest del castello di Monte Nero (coordinate GPS 43.16221, 12.384421).

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Coordinate GPS 43.171405, 12.393701

Panorama dal castello. A destra Monte Subasio, al centro Ponte Pattoli
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Strade e Posti

Monte Nero 
Castello di Monte Nero