Conservone

L

'acquedotto medievale della Fontana Maggiore è un acquedotto di epoca medievale situato nella città di Perugia.
Affresco nella ex casa del custode.

L'Opera fu un ardito sistema di vasi comunicanti collegati con una lunga tubatura in piombo sotto pressione. Senza l'ausilio di pompe, ma funzionando per il principio della gravità, si riuscì ad imprimere all'acqua il moto inverso, tanto che Uguccione Ranieri di Sorbello (1960) scrive che al tempo "..dappertutto in Italia si parlava di questa straordinaria città dove l'acqua va in salita.".

Nonostante che Perugia fosse ricca di acqua, come testimoniano centinaia di pozzi posti sotto ad ogni palazzo antico, le terme romane con il Mosaico di Orfeo, la sorgente della fonte dei tintori. ecc., nella seconda metà del 1200 il Comune di Perugia fu indotto a cercare altri approvvigionamenti idrici fuori della città per diverse ragioni: Un forte incremento demografico avuto nel 1200, una grave siccità intercorsa dal 1200 al 1250 e come una operazione di immagine eseguita per ostentazione di potere della emergente classe mercantile.

Nel 1250 il Comune commissiona al monaco Plenario la ricerca dell'acqua.

Nel 1254 dopo aver individuato le risorse economiche, su progetto di Fra Plenario il Comune stipula il contratto con "Un tal Mastro Ambrogio che ebbe l'incarico di allacciare le vene di Montepacciano, a tre miglia distanti dalla città, profittando di ogni altra scaturigine che nell'alpestre sito si rinvenisse; e per condurre quest'acque un Buonomo di Filippo da Orte ebbe quello più grave di forar monti, innalzare archi e costruire cisterne".

I lavori furono interrotti più volte per il ritorno delle piogge e problemi economici ma ripresero nel 1266.

Il tracciato del primo acquedotto transitava per S. Orfeto, San Marco, poi risaliva per Monte Grillo, Ponte d'Oddi, Monastero di S. Caterina vecchia, Monastero di Monte Ripido, poi attraversava sotto le mura medievali confluendo nella grande cisterna del Monastero S. Agnese (Corso Garibaldi), scendeva poi nella valle della conca attraverso le 10 campate della odierna via dell'acquedotto. Da qui termina l'ultimo tratto a cielo aperto, in via Appia, risaliva nell'ultimo tratto sotterraneo che confluisce alla fontana.

Nel 1278 fu costruita la fontana maggiore e terminò la costruzione acquedotto. L'acqua zampillò la prima volta il 13 febbraio 1280.

vicino al "Conservone vecchio" si costruì una piccola casa con un'adiacente chiesetta, dove si insediarono degli eremiti che ne divennero di fatto i custodi. Nella casa si trova il cunicolo di accesso al conservone principale. Oggi è sede del Museo delle Acque(1).

Nel 1293 cessò l'afflusso di acqua per la rottura di tubi, proprio durante l'imminente l'arrivo del Papa Bonifacio XVIII. Per non far brutta figura si ordinò il trasporto di acqua piovana a schiena di asino.

Nel 1309 l'acquedotto è in rovina, oltre che per problemi funzionali e incrostazioni di calcare, a causa dei numerosi furti delle tubature di piombo e di acqua.

Nel 1317 il consiglio generale incaricò Frate Vincenzo di progettare il ripristino dell'acquedotto. Effettuate tutte le ricognizioni il monaco propose l'abbandono del primo acquedotto, per sostituirlo con un altro più corto di 700 m, ma più ripido, che si rilevò poi troppo ardito per la pressione dei tubi che divenne il doppio del primo tracciato. Invece di passare per S. Orfeto e San Marco, si scelse la valle del Rio nel fosso dello Spinello, passando poi per Pontedoddi.

Dopo 5 anni nel 1322 tornò l'acqua alla fontana ma si susseguirono numerose interruzioni e interventi manutentivi.

Nel 1641 si scoprì come il normale afflusso di acqua fosse impedito da tre diversi conventi di clausura della città, e in special modo dalle monache del convento di sant'Antonio di Padova. Si decise, come rimedio, di deviare le condotte(1).

Le ricerche storiche hanno rilevato la tenacia e la mole di investimento della municipalità, non solo nella fase costruttiva, ma anche nel corso dei secoli, superando innumerevoli difficoltà per mantenere attiva questa grande opera. Nonostante il grande investimento per 5 secoli la funzionalità dell'acquedotto non è stata efficiente, a causa dei problemi funzionali, manutentivi, danneggiamenti, e sabotaggi durante le lotte intestine, tanto che l'acquedotto fu dismesso.

Nel 1827 fu sostituito con uno nuovo con la direzione dell'ingegnere comunale Giovanni Cerrini, con le acque dell'Appennino di Nocera dirette sempre al serbatoio di Monteripido. Il nuovo acquedotto fu realizzato con tubi di ghisa ripristinando il primo tracciato del 1280 con partenza dal nuovo serbatoio.

 

Ricerca e Sintesi

Strade e posti

Fonti

Sintesi da wikipedia.

(1) umbriatourism.it

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Coordinate GPS 43.148944, 12.371052

Ex casa del custode dei Conservoni oggi Museo dell'acqua
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Strade e Posti

Monte Pacciano 
Conservone