La chiesa
L
a chiesa di San Giovanni della Costa è documentata per la prima volta*1 in una bolla di Eugenio III del 1145; in essa "ad exemplum Honorii III Pradecessoris sui"(sull'esempio di Onorio III, suo predecessore) si conferma all'abbazia di S. Salvatore, tra gli altri beni, la "Cellam Sancti Joannis in Monte Acuto, cum Ecclesiis, & pertinentiis suis"(1).Nel 1295 Ventura è nominato rettore di S. Giovanni della Costa di Monte Acuto; nello stesso anno il neoeletto rettore viene presentato al vescovo di Perugia il quale conferma la nomina; questa come altre 'presentazioni' fatte dal monastero al vescovo dimostrano che tra i due enti v'era una certa 'composizione' nell'amministrazione delle parrocchie(1)(2).
Nel 1332-34 il rettore della "ecclesie S. Iohannis de Costa Montis Acuti" è ancora Ventura e in questi anni è lui ad assolve al pagamento delle decime alla diocesi di Perugia(3).
Nel 1361 la parrocchia ha un catasto dei proprio beni; nel 1367 venne costruita una nuova campana(4).
Nei registri catastali del sec. XIV, la "Ecclesia Sancti Iohannis de Costa" si conferma essere tra le chiese dipendenti dal monastero di S. Salvatore di Monte Acuto(5); è iscritta negli estimi del 1361, 1437 e 1444 con due terreni, e ancora nel 1461, 1489 1493 e 1538(6).
Nel 1495 è redatto un libro in cui sono elencate tutte chiese soggette al monastero di S. Salvatore e a lui tributarie delle collazioni e dei canoni annui; in questo libro è riportata anche la chiesa di "S. Gio. della Costa di M. acuto"(1).
Durante il Capitolo Generale dalla congregazione di Monte Corona tenuto nel 1529 si stabilisce di rinunciare ai benefici del monastero su tutte le sue chiese e nel 1530 la rinuncia ai censi che i rettori di queste erano soliti pagare*2; con questo atto si concretizza anche il disimpegno dell'abbazia sul possesso di Monte Acuto, dei villaggi e delle chiese poste su di esso(1); di conseguenza la chiesa di S. Giovanni passa sotto il controllo del vescovo di Perugia.
Dal 1561 la parrocchia di S. Giovanni della Costa di Monte Acuto risulta unita alla parrocchia di Santa Maria di Monte Acuto (o di Fratticiola di Monte Acuto)(7)*3,
L'attività della chiesa di "San Giovanni della Costa in Monte Acuto e Santa Maria in Monte Acuto" è attestata nei libri parrocchiali dall'anno 1572(8).
Nel 1577 si ha notizia che questa chiesa versava il "pleberium" alla chiesa di S. Maria Assunta di Pieve Petroia(7)*4.
Nel 1578 il vescovo Bossio tenta, senza riuscirvi, di disunire la parrocchia di S. Giovanni della Costa da quella di S. Maria in Monte Acuto e di unirla alla parrocchia di S. Simone in Monestevole(7).
Nel 1746 la chiesa fu consacrata dal vescovo Ferniani(7).
Nel 1821 la parrocchia è provvisoriamente unita a quelle di S. Simone in Monestevole, S. Bartolomeo in S. Bartolomeo dei Fossi e San Michele Arcangelo in Racchiusole(7).
Prima del crollo del tetto nel 1954, parecchia gente andava in questa chiesa per la festa annuale(10), poi è stata dichiarata inagibile(11).
La chiesa di S. Giovanni della Costa è conosciuta anche con il nome di Madonna della Costa per la statua in legno raffigurante la Madonna con Bambino che è v'è stata custodita per lungo tempo e che ne ha fatto un significativo luogo di culto(10). Presumibilmente realizzata tra i sec. XII e XIII, è possibile (ma non certo) che questa statua sia quella che almeno fino alla metà del sec. XVI si trovava nella chiesa di S. Clemente in Valensina che nel rapporto della visita del vescovo Fulvio Della Corgna nel 1564 è descritta con queste parole: "Visitavit madonnam rilievi cum tabulis pictis Santissime inde / quas reaptari si potest santissimi aut retineri quanto decentius" (Ispezionò una madonna in rilievo con tavole dipinte Santissime di seguito / da riparare se possibile Santissimamente o conservate in modo decente) e che quindi sarebbe stata successivamente trasferita nella chiesa di S. Giovanni della Costa(12)*5. Dopo all'abbandono della chiesa di S. Giovanni nel 1954, la statua è stata trasferita nella vicina chiesetta di Sant'Angelo in Pian di Nese (oppure all'abbazia di San Salvatore di Montecorona(12)) e poi al Museo Diocesano di Perugia per esigenze conservative e di sicurezza(10)(12).
Il borgo
Quello di S. Giovanni della Costa doveva essere un insediamento a carattere abitativo sparso posto sul fianco sud-ovest di Monte Acuto.
Nei diplomi imperiali di Ottone IV del 1210 e di Federico II del 1220, all'abbazia di S. Salvatore di Montecorona viene confermato il possesso di "Montem Acutum cum Castris, Villis, Habitatoribus, & omnibus fuis Appenditiis"(di Monte Acuto con castelli, ville, abitanti e ogni loro appendice); con questi diplomi si ritiene implicitamente essere sotto la giurisdizione dell'abbazia anche villa Costa di S. Giovanni(1).
"Villa S. Iohannis de Costa" è documentata nel primo elenco delle comunità perugine del 1258 e ancora nel 1560 come "V. Coste S. Iohannis Montis Acuti". Nel 1278 in "v. Coste S. Iohannis" sono censiti 42 focolari (famiglie), nel 1282 sono 32(6). Nel 1410 si contano 152 bocche(12). Tra il 1438 e il 1501 in villa Costa di S. Giovanni di Montacuto si contano dai 20 ai 29 focolari(6).
Nel catasto perugino del 1361, a ciascuna delle tre ville di Galera, Fratticiola di Monte Acuto e Costa di S. Giovanni, risulta assegnato un terzo di Monte Acuto. Questo conferma quanto affermano diplomi del 1210 e del 1220, cioè della dipendenza di Monte Acuto e le comunità che vivevano intorno all'abbazia di S. Salvatore(14).
Ricerca e Sintesi
Strade e posti
Fonti
(1) Dissertazione.
(2) L'abbazia di San Salvatore di Monte Acuto - Montecorona nei secoli XI-XVIII.
(3) Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV.
(4) Belforti-Mariotti.
(5) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV.
(6) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.
(7) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.
(8) archivi SIUSA.
(10) Umbertide, Abbazie-Eremi-Templi-Ville-Feste-Folklore-Sacro eremo di Monte Corona-Castelli medioevali.
(11) L'Eco del Tevere (Settembre 2018).
(12) Considerazioni e ipotesi sulle sculture lignee nelle chiese dell'Umbria tra XII e XIII secolo.
(12) Documenti di storia perugina.
(14) Le comunanze rurali del contado perugino alla metà del secolo XIV.
Note
*1 Da alcuni si afferma che S. Giovanni fu confermata all'Abbazia già nelle bolle di Giovanni XIX del 1028 e Nicola II nel 1059, ma nel sunto di queste bolle negli 'Annales Camaldulenses', S. Giovanni non c'è menzione.
*2 Alcune chiese e beni sono rimasti di proprietà dell'abbazia; presso Monte Acuto è rimasto S. Girolamo di Monte Acuto e la chiesa e con l'ospedale in Ponte l'Anese(1).
*3 Molti sembrano far confusione con l'accorpamento parrocchiale (inteso come comunità cristiane) avvenuto tra S. Giovanni della Costa e S. Maria di Monte Acuto con una successiva unione di chiese (inteso come edifici) tra quest'ultima e quella vicina di S. Lucia di Fratticiola, tutti eventi avvenuti in pochi anni a metà del 500; contestualmente a queste unioni si dice anche che la statua della Madonna con Bambino sia stata trasferita alla chiesa di S. Giovanni.
*4 La chiesa di S. Maria Assunta di Pieve Petroia si trova a ovest di Monte Tezio (coordinate GPS 43.2010594, 12.3300666).
*5 La fonte(12) sembra far confusione su quale fosse chiesa che custodiva la statua della Madonna affermando che, nella statua conservata nel Museo del Duomo di Perugia, "È agevole riconoscervi una statua della Madonna che il vicario del vescovo Fulvio Della Corgna vide il 24 novembre 1564 sopra l'altare maggiore della chiesa di San Clemente nel villaggio di San Giuliano delle Pignatte".
In realtà nel borgo di S. Giuliano delle Pignatte l'unica chiesa presente è l'omonima chiesa di S. Giuliano e che in tutto il comune di Perugia sono esistite solo due chiese con il titolo di S. Clemente, una presso Ramazzano, l'altra in Valensina lungo la strada tra S. Giovanni del Pantano e Pierantonio; da quanto riportato dalla fonte(7), nella relazione della visita del vescovo Della Corgna del 1564, la chiesa di S. Clemente in Valensina era unita a quella di S. Giuliana in S. Giuliana di Monte Corona, non di S. Giuliano in S. Giuliano delle Pignatte di Monte Corona, è probabile quindi che il vescovo volesse dare solo un riferimento di prossimità della chiesa di S. Clemente in Valensina al borgo di S. Giuliano delle Pignatte e che quindi evidentemente la statua adornava l'altare della chiesa di S. Clemente in Valensina.
Pur ritenendo probabili le ipotesi fatte dalla fonte(12), restano alcuni dubbi sul riconoscere la statua della Madonna con Bambino della chiesa di S. Giovanni della Costa con la stessa statua della Madonna con tavole della chiesa di S. Clemente in Valensina per il fatto stesso che nella citazione di questa seconda statua manca un riferimento al Bambino "madonnam rilievi cum tabulis pictis Santissime inde"(una madonna in rilievo con tavole dipinte Santissime) e che la prima statua non sia corredata delle tavole che non avrebbero nemmeno trovato posto all'interno della nicchia dov'era custodiva la Madonna con Bambino nella chiesa di S. Giovanni; come accennato poi, in base alle notizie riportate dalla fonte(7), la parrocchia di S. Clemente in Valensina unita a quella di S. Giuliana (o pure fosse di S. Giuliano delle Pignatte), anche se abbastanza vicine, dal sec. XVI non sembrano avere avuto nessuna relazione con quella di S. Giovanni della Costa o di S. Maria di Monte Acuto o di altre a lei unite.