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a vistosa torre fa apparire il borgo di Pian di Nese (o di Ponte la Nese) un antico fortilizio; pur non escludendo che abbia avuto questa finalità, la storia di Pian di Nese ci racconta soprattutto del suo ospedale.L'ospedale
Gli ospedali erano per lo più strutture dedite all'assistenza di viandanti e mendicanti, ma nel sec. XIV si era incrementato il numero di quelli usati per l'isolamento degli infettati da morbo(3).
Questo "Spedale di S. Lazzaro vicino alla Nese" lo si conosce per la prima volta nel 1293 quando "Benevenga Monaco" del Monastero di S. Salvatore di Monte Acuto (o Montecorona) rinuncia al suo priorato(1).
Nel giugno del 1295 l'ospedale di S. Lazzaro di Nese doveva essere retto da un priore insieme a qualche converso; in quest'anno Paganella "olim Benvenuti" si fa oblata/conversa dell'ospedale promettendo obbedienza a un altro converso ivi presente, Cagnolo, e all'Abate; Cagnolo promette di garantire gli alimenti e il necessario per la vita in sanità ed in infermità a Paganella e di accogliere nell'ospedale il figlio di lei Angeluccio come suo "familiare"; questa situazione riceve l'assenso dell'Abate Roberto quando in ottobre si reca in visita all'ospedale; tutto questo appare come un'evidente caso di sistemazione familiare presso un ente religioso(3).
Nel catasto del 1489 l'ospedale di S. Lazzaro "Hospitale Sancti Lazari de villa Galere" nel distretto di Galera nel rione di P.S.A. risulta propretario di 6 pezzi di terra; è possibile che altre generiche intestazioni catastali di un generico ospedali in villa Galera siano riferite a questo di S. Lazzaro (in Galera se ne conosce un altro con il nome di S. Giuliano, vedere Galera), cioè quella del 1361 "Hospitale de villa Galere", 1444 e 1493(2)(5)*1.
Nel libro del 1495 in cui sono elencate tutte chiese soggette al monastero di S. Salvatore e a lui tributarie delle collazioni e del canone annuo, è elencato anche l'ospedale di S. Lazzaro*2; nei precedenti diplomi di conferma dei beni del monastero dei sec. XII e XIII, quest'ospedale è invece assente(1).
Nella riforma dell'ottobre del 1518 si stabilisce di unire diverse chiese controllate dall'abbazia; anche l'ospedale di S. Lazzaro viene unito alla chiesa di S. Angelo(1).
Nel Capitolo Generale dalla congregazione di Monte Corona tenuto nel 1529 si decide di rinunciare ai benefici di tutte le chiese e nel 1530 la rinuncia ai censi che erano soliti pagare i rettori delle chiese stesse; con il trascorrere del tempo di queste chiese si è perso il ricordo e il possesso ad eccezione dell'Ospedale di "S. Lazzaro, annesso al Ponte l'Anese"*2 e della chiesa di "S. Michele Arcangelo al Ponte l'Anese, che rimasero unite all'abbazia"(1).
Nell'agosto del 1533 si certifica l'unione delle chiese di S. Pietro di Scarseto, S. Lazzaro (ospedale), S. Michele Arcangelo del Ponte l'Anese, e di S. Benedetto di Casseto(3)*3.
Nel 1783 circa, Roberto di Montecorona (Omonimo dell'Abate ricordato nel 1295) ci racconta che in Pian di Nese "sussiste ancora la fabbrica dell'Ospedale, e la Chiesa, e si vedono le vestigia del Monastero contigue alla Chiesa di S. Michele Arcangelo", ma "non essendovi più Monaci, che ricevessero i Pellegrini", il Monastero e l'ospedale erano dismessi e in rovina(1).
La località
Nel marzo del 1376 si ha la notizia dell'affitto di un pezzo di terra lavorativa presso la villa del Pantano nella "ponte de la Nese" comprendente casa, molino e gualchiera (macchinario per la lavorazione della lana (o carta) annesso a un mulino)(4)*4.
Nel 1557 viene imposta una tassa a diverse comunità per il riattamento del Ponte della Nese(6).
Prima di salire verso la cappella di S. Angelo, sul fronte in un piccolo manufatto che racchiude una fonte c'è una lapide, sicuramente attribuibile ai proprietari di quegli anni, dove si legge: "Carolina Rambaldi Bonucci fece costruire per comodo proprio e dei viandanti - anno 1876"(7).
Legata al borgo e all'ospedale di Pian di Nese era la vicina chiesetta di S. Michele Arcangelo (vedere Chiesa di San Michele Arcangelo)*5.
Ricerca e sintesi
Strade e posti
Fonti
(1) Dissertazione.
(2) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.
(3) BDSPU - L'abbazia di San Salvatore di Monte Acuto - Montecorona nei secoli XI-XVIII.
(4) L'Eco del Tevere (Settembre 2018).
(5) san.beniculturali.it - Catasti.
(6) Archivio storico del comune di Perugia, inventario.
(7) S. Giovanni del Pantano e il suo intorno.
Note
*1 Nelle mappe IGM attuali, il vocabolo "Ponte la Nese" si trova presso il ponte della strada proveniente da S. Giovanni del Pantano che attraversa il torrente Nese (coordinate GPS 43.23737, 12.31652); lungo questa strada e vicino al ponte è un casolare chiamato "C. l'Osteria" (coordinate GPS 43.23602, 12.31714) e tra il ponte e l'osteria si trova un'edicola sacra (coordinate GPS 43.23732, 12.31691).
L'ospedale di S. Lazzaro di "Ponte la Nese" era probabilmente nell'attuale borgo di Pian di Nese. Visto il suo nome, non è da escludere che ques'ospedale sia stato un ricovero per ammalati mentre per viandanti era l'osteria posta proprio lungo la strada che da Pantano e Perugia giungeva alla Badia di Monte Corona e Umbertide.
*2 Dal resoconto fatto dalla fonte(1), ho omesso il monastero della SS. Trinità perché non era in Pian di Nese. Le diverse fonti che narrano di questo monastero sono per lo più contraddittorie.
La fonte(1) riporta tra i Beni del monastero di S. Salvatore nel 1495, la chiesa della "SS. Trinità al Ponte Lanese, coll'Ospedale annesso di S. Lazzaro" e la chiesa di "S. Michele Arcangelo al Ponte Lanese" spiegando che "Queste due Chiese quasi contigue SI CREDE sia il Monastero della SS. Trinità, fondato coi beni di Raniero Beltrami Cittadino Perugino, il quale, come riferisce il Ciarti, con altri Autori nel 1209 donò tutte le sue Case, e Beni stabili, ch'egli possedeva in Monte Corona, o Monte Cortona al Sacro Eremo di Camaldoli, e con questi Beni Guidone, allora Generale dell'Ordine Camaldolese, a persuasione di Giovanni Conti Cardinale, e Vescovo allora di Perugia, e dell'istesso Ranieri, ed altri Cittadini Perugini fondò il Monastero della Santissima Trinità, a cui era annesso ancora l'Ospedale di S. Lazzaro".
In ('Umbertide-abbazie-eremi-templi-ville-feste-folklore-sacro eremo di Monte Corona-castelli medioevali') si afferma invece che "Una discreta estensione di terreno attorno (a Colle S. Savino) fu donata nel 1209 da Ranieri Beltramo patrizio perugino". Similmente in "Topografia statistica dello stato pontificio, 1861" si afferma di "... un'antico Oratorio dedicato a S. Savino. Beltramo da Perugia nel 1209 lo donò ai Camaldolesi".
In ('Delle memorie annali et istoriche delle cose di Perugia 4') si dice che la donazione era semplicemente vicino Umbertide "Raniero Beltrami ... lassò tutte le sue case, e beni stabili, ch'egli possedeva a Monte Corona, non lungi dalla Fratta, all'Eremo de Camaldoli dove ... fondò, & eresse un Monasterio ad honore della Santissima Trinità".
In fine in ('Vite de' Santi e Beati dell'Umbria') si dice che ne "L'anno 12l0 Guido Generale de' Camaldoli, havendo ottenuto l'anno avanti alcuni terreni in d. Monte Corona da Raniero Beltramo perugino, vi edificò un Monastero sotto il titolo della Santissima Trinità, e vi mandò ad habitare un'Abbate con alcuni monaci del suo Ordine Camaldolese, dove fiorirono molti osservanti monaci".
La verità è spiegata dettagliatamente in ('Annales Camaldulenses ordinis Sancti Benedicti' da tomo 4 a 7 si trovano notizie che ricostruiscono abbastanza dettagliatamente la sua storia); nel contratto di donazione del 1209, "Raynerius quondam filius Bertrami Bernardi de Perusio", "dono, trado, cedo & concedo tibi domno Guidoni priori Camaldulensi recipienti nomine ecclesie sancti Salvatoris heremi Camaldolensis tantum de mea vinea, que est posita non longe a civitate Perusina in vocabulo Palliola juxta terrenum Bernardi mei fratris, & filiorum Cardinalis & Carlevaris & juxta viam publicam"(... dono a Guidoni priore camaldolese, per la chiesa camaldolese di S. Salvatore, la mia vigna che si trova non lontano da Perugia in vocabolo "Palliola" (Pallotta), vicino alla terra di mio fratello Bernardo, e i figli "Cardinalis & Carlevaris", e vicino alla strada pubblica). La stessa fonte ci dice che nel luglio del 1210 il vescovo approva la costruzione della "ecclesiæ Sanctæ Trinitatis in loco dicto Palliala" con obbligo del pagamento del censo annuo; questa chiesa è detta anche "in Perusino ecclesiam sanctæ Trinitatis prope civitatem"(1219). Questa chiesa è anche censita in ('Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV'). Ancora oggi la "Chiesa della Santissima Trinità alla Pallotta" si affaccia sulla via S. Girolamo poco fuori le mura di Perugia.
In conclusione i beni donati da Beltramisono al priore di S. Salvatore di Montecorona, Guidoni, si trovavano presso Perugia e non Montecorona ed è probabile che non fossero neanche amministrati dai coronesi.
*3 S. Pietro di Scarseto si trova tra Umbertide e Pierantonio. La chiesa di S. Benedetto di Casseto è indicata dalla stessa fonte(1) in Certalto, nome di un castello che si trovava tra Gubbio e Citta di Castello; nel 1145 Eugenio III conferma all'abbazia di S. Salvatore la "Ecclesiam S. Benedicti in Carseta, & S. Andreæ in Castro, cum omnibus eorum pertinentiis".
*4 Lungo la strada proveniente da Pantano, "Prima di imboccare il ponte si incontra una piccola edicola posta d'angolo al bivio di una campestre che portava al Molino, ora non più esistente, segnalato (nel 1997) nell'I.G.M., che sfruttava la forza dell'acqua del Nese"(7).
Nelle carte IGM di oggi è indicato un vocabolo "Il Molino" con alcuni fabbricati poco a est di Pian di Nese, lungo la strada che attraversa un vicino fosso e arriva alla chiesa di S. Angelo (coordinate GPS 43.23978, 12.31097).
*5 Nei registri del sec. XIV è registrata una "Ecclesia Sancti Petri de Anese" dipendente dal monastero di S. Salvatore ('In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV'); di questa chiesa non si hanno altre notizie, solo doveva essere molto piccola per quanto poco era allibrata; probabilmente era in qualche località lungo il corso del Nese ma non si sa dove.