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Castiglion dell'Abate

L

a prima testimonianza di Castiglione dell'Abbate (chiamato Monte Castiglione) si trova nella descrizione dell'atto di fondazione del monastero di S. Salvatore di Monte Acuto ricordata posteriormente dallo Jacobillius (non si sa quanto attendibile*1) nei seguenti passaggi: "Sub anno 1008 constructionem monasterii sancti Salvatoris de Monte-acuto sub Monte-Castellionis, hodie dicto Monte-Corona, in territorio Perusino prope Tiberim, & terram Fractæ"(Nell'anno 1008 viene costruito il monastero di S. Salvatore di Montacuto sotto Monte-Castiglione, oggi chiamato Monte-Corona, nel territorio Perugino vicino al Tevere e alla terra di Fratta(Umbertide)...)(1).

Monte Castiglione lo si trova ancora citato in riferimento al monastero di S. Salvatore: Nella Bolla di Eugenio III del 1145 "Dilectis Filiis Offredo Abbati Monasterii S. Salvatoris Domini, in Territorio Perusino in loco, qui dicitur fub Monte Castellione"; Nei diplomi di Ottone IV nel 1210 e Federico II nel 1220 "Abbas Carsedonius, Vir Religiosus, ex Monasterio S. Salvatoris, quod situm est in Territorio Perusino, sub Monte Castillione fecus Fluvium Tyberis"(2).

In un'edicola edificata nel 1480 presso "Palazzo della Rosa" sul finire del sec. XVIII si leggeva ancora: "Nòtovi alcuni miracoli di Santo Savino monaco de està Abazia de S. Salvatore de Monte Acuto, e quisto S. Savino fò nativo de Castiglione de Abbate, e quisto potere [podere] del Collo di Cisterna fò suo."(3). Dopo la morte di S. Savino nel 1190, al santo è intitolata la località di Colle S. Savino con l'eremo dove il Santo andava a rifugiarsi e il luogo suo natio di Monte Castiglione (dove anche qui la sua famiglia aveva molte proprietà che passarono al convento(4)), rinominato appunto Castiglione dell'Abbate. Roberto da Montecorona nella sua opera "dissertazione" afferma che Castiglione dell'Abbate "Era questo il Membro principale dell'Abbadia di Monte Acuto, prendendo il nome dallo stesso Abbate; in cui faceva qualche volta la sua residenza, e vi esercitava pienissima Giurisdizione."(2).

Le prime citazione del nome di Castiglione dell'Abbate, sono in una registrazione debitoria del 1245 di un certo "Sensus Oliveriì de Castilione Abbatis"(5) e nel 1250 quando il "bailitor de Casteglone Abbatis" chiamato "Comandolus" e un'altro complice sono condannati per il furto dei buoi di "Pedonis de Colle S. Savini"(6).

"Castilionis Abatis" è registrato nel primo elenco delle comunità perugine di Porta S. Angelo del 1258 e ancora in quelli del 1260 come "c. Castilionis Abbatis"; nel 1282 in Castiglione sono censiti 20 focolari (famiglie)(5); "castrum Castiglionis Abbatis" compare ancora nelle liste delle località del 1370(5) e del 1380(7) ma non più in quelle successive del sec. XV*2.

Un'altra persona da ricordare per il cospicuo materiale storico locale tramandato è il notaio Achille di Bernardino di Montone, in attività nella seconda meta del sec. XIII e residente in una casa nella piazza del castello(7).

Nel 1297 il Consiglio dei Priori ordina la ricostruzione delle mura di Castiglione dell'Abbate, che vi si lasciasse solo una porta aperta e che si chiudessero le altre. Nel 1298 viene ordinato alle ville di Fratticiola di Monte Acuto e di Galera di concorrere alle spese con il pretesto che gli abitanti di queste ville vi avevano trovato più volte rifugio; nello stesso anno gli uomini delle due comunità presentano istanza rilevando che tra le ville e il castello vi era grande distanza; quindi il consiglio annulla il provvedimento(5)(8)*3.

Nel dicembre del 1351, "certe sbandite del comuno de Peroscia, con altri malandrine, in tutto 70", aiutati dal tradimento di un certo "Margaglione", prendono Castiglione dell'Abbate; l'abate riesce a scappare ma altri sono fatti prigionieri(9). Tutto questo avviene quando Perugia deve fronteggiare invasioni dalla Toscana e ribellioni da Gubbio e altri luoghi ed è allo stesso tempo impegnata a prestare soccorso ai fiorentini attaccati dai milanesi; la presa di Castiglione avviene nei giorni in cui le scorribande eugubine, aiutate dai ribelli fuoriusciti di Perugia, entrano nel contado perugino e raggiungono la zona di Fratta. Dopo 24 giorni, il 14 gennaio del 1352, il comune di Perugia riprende il castello grazie all'intervento agli armati forniti dai rioni di Porta S. Angelo, P.S. e P.S.S.(9).

"Et adì dicto [24 febbraio 1390] venne la nuova come dicto Francesco de Nino [ribelle di Perugia] have presa la Fratteciola, Monte l'Abate, et alcuna altra fortezza."(9).

Nel libro degli atti dei Corservatori della Libertà si legge che nel 1390 viene ordinato di fare le rocche (cioè le torri) in Preggio e in Castiglione dell'Abbate(10).

Nel 1396, mentre si combattono i nemici dello Stato Popolare espugnando il fortilizio di Portole, per evitare la cattura del castello di Castiglione dell'Abbate il Consiglio dei Priori insieme ai Cinque "super" Conservatori delle Libertà Civiche di Perugia nominano un Castellano in Castiglione e ordinano di risanare le sue mura che appaiono in gran parte diroccate; per fare quest'opera, la comunità di Castiglione viene risarcita di 60 fiorini dall'erario(8)(11).

Nel 1408 la comunità di Castiglione dell'Abbate è dispensata dal concorrere alla spesa di costruzione di una chiusa nei paraggi, ma viene obbligata a riattare le mura del castello a proprie spese(8).

Nel 1413 il Consiglio Generale di Perugia, su istanza degli uomini delle comunità di Castiglione dell'Abbate e delle ville a esso adiacenti di S. Giuliano, Pieve di Cicaleto e Colle S. Savino, decide di sgravare queste dal pagamento della gabella del fuoco(8).

Nel 1446 Castiglione dell'Abbate e altri castelli che hanno la necessità di fortificare le mura, sono esonerati dal pagamento di metà dei fuochi di un anno(10); L'anno seguente, nel 1447, viene ordinato anche alle comunità di villa di S. Savino e della Pieve di Cicaleto di concorrere alle spese della fabbrica di Castiglione dell'Abbate(7). Altri provvedimenti di manutenzione sono adottati nel 1463(8) e nel 1480(4)(12).

Nel 1477 il Consiglio dei Priori della città accoglie la richiesta di Pieve di Cicaleto e di S. Savino di essere unite a Castiglione dell'Abbate(5); questa unione aiuta a comprendere quale fosse il legame esistente tra le tre località e forse la ragione dell'assenza nei censi da questo secolo di Castiglione dell'Abbate*3.

Nel 1488 dopo aver vinto ed esiliato quella degli Oddi, la fazione dei Baglioni è alla guida della città di Perugia. Nel 1489 gli Oddi, stanziati nell'eugubino, mettono insieme alcune centinaia di armati e, una volta congiunti con altri fuorusciti della città, tornano nel perugino per prendere di alcuni castelli del contado. A ovest il tentativo di prendere il castello di Panicale fallisce ma, con fanti arruolati nel senese e nel chiugino (Castiglione del Lago), il castello di Paciano viene conquistato. A est le cose sembrano andare meglio: "... Agamennone della Penna, Giulio Cesare della Staffa, & M. Angelo di Leonello degli Oddi occuparono Pietra Melina, Civitella delle Benedittioni, S. Patrignano, & Sportacciano Castella di Perugia senza offendervi alcuno, & M. Bertoldo degli Oddi Castiglione dell'Abbate, & perché haveva da 300 fanti con alcuni cavalli si presentò anco poi alla vista della Fratta [Umbertide], ma senza alcun frutto, percioché Frattegiani tenendo serrate le porte, ricasarono di riceverlo.". Inizialmente l'intercessione del legato del Papa, in appoggio ai Baglioni, non sembra convincere i ribelli a liberare i castelli occupati, ma poi, grazie un arbitrato del Vescovo di Chiugi, "... in breve spazio di tempo sa concluso, che Pacciano si dovesse restituire al Legato, che vi andò poi personalmente, che gli officiali vi havessero ed esser messi da lui, e non ad altri, & che a fuorusciti fosse lecito di stare per tutti i luoghi che a loro più fossero piaciuti, fuori che nel Territorio di Perugia, che le robbe tolte fossero loro restituite, & quello che si conchiuse di Pacciano si conchiuse anco poi di Civitella, & di Pietra Mellina, & de gli altri luoghi, che i fuorusciti occupati s'havevano, & ad ambedue le Castella vi andò personalmente con li sudetti Signori il Legato, & egli proprio ne prese per la Chiesa il possesso ..."(10). Nello stesso anno quindi i castelli di Paciano, Civitella, Pietra Melina e altri (non si sa quali) tornano alla città ma non tutti e non quelli di Sportacciano e di Castiglione dell'Abbate: Sportacciano viene ripreso ad aprile del 1490(9); Castiglione dell'Abbate viene ripreso il 27 di agosto; il 28 di agosto "furono mandati sotto la guida di Moricone da Spello, & di Giberto Giberti Commissario alcuni Cavalli, e Fanti alla Fratta, i quali essendo in una notte ad alcune ville non lunghi da Castiglione, vi presero dodeci [o quattordici(9)] Contadini di quel luogo, che furono l'istessa notte mandati a Perugia, & messi in prigione; & il di seguente [1 di settembre(9)] vi fu mandato Matteo Nicola de Coppoli con ordine che si dovesse smantellare, et gittar per terra il Castello, ch'era stato sempre infin dal principio della novità degli Oddi tenuto da fuorusciti, & poco obediente alla Città, & vi furono mandati quanti huomini erano in Perugia di quello essercitio, affinche quanto prima si scaricasse, & ve ne furono anco di Città di Castello, che da Camillo Vitelli vi erano stati condotti."(9)(10); per demolire rapidamente Castiglion dell'Abbate è inviata un ingente forza militare perché si temeva un ritorno dei ribelli nel castello(9); dalla demolizione di Castiglione viene risparmiata solo la torre(4)(12).

Da censimenti pontifici in Monte Corona nel 1615 si contano 318 anime, nel 1701 in Colle S. Savino o Monte Corone 222 e nel 1736 235 anime; in Castiglione dell'Abbate nel 1829 si hanno 314 anime, nel 1861 circa 350 anime(13)*4.

Nel 1880 il marchese Filippo Marignoli, proprietario in quegli anni della vasta tenuta agricola di Monte Corona, progetta il recupero di Castiglione, ma l'opera non viene attuata(12).

Nei primi anni 60 del 900 si racconta che del castello erano rimasti i resti delle grosse mura di cinta, i ruderi di muri perimetrali dei ricoveri, la torre e una grande quantità di pietre sparse, molte utilizzate per recingere orticelli coltivati nella costa verso mezzogiorno la quale scende meno ripida(4).

Nei primi anni 80 la proprietà e il castello sono acquistati da un privato che ha realizzato la strada per arrivare sulla sommità del colle e ha elaborato un disegno di ripristino(12).

Oggi Castiglion dell'Abbate è proprietà privata; del castello restano solo i ruderi e macerie che, anche se apparentemente poco significative, necessitano di essere valorizzate; a fianco della torre, che non si sa se è quella storica originale, è stata costruita un'abitazione moderna.

Chiesa di Santa Maria di Castiglion dell'Abate. E' sempre lo Jacobillius a darci le prime notizie della chiesa di S. Maria di Castiglion dell'Abate; la chiesa di "sanctæ Mariæ de Monte-castellionis" (definita monastero) è confermata al monastero di S. Salvatore da Giovanni XIX nel 1028, da Nicola II nel 1059 e da Gregorio VII nel 1075(1). S. Maria è assente nella lista dei beni confermati al monastero nella Bolla di Eugenio III del 1145, mentre è presente nei diplomi di Ottone IV nel 1210 e Federico II nel 1220 come "Cellam de Santa Maria de Castillione cum omnibus suis pertinentiis"(2).

Nel 1270 Bonengrado, rettore di S. Maria, cede per 15 anni il diritto di taglio di una selva e per 6 anni un campo dato a colonia, tutti beni sono in dote a questa chiesa(2)(7).

Nel sec. XIV la "Ecclesia Sancte Marie de Castilione Abbatis" è ancora tra quelle dipendenti del monastero di S. Salvatore(14).

Nel catasto del 1489 a S. Maria sono segnati 7 pezzi di terra(5).

La chiesa di "S. Maria di Castiglione dell'Abbate" è nella lista dei beni dell'Abbazia di S. Salvatore redatta nel 1495(2).

Nel 1501 sono registrate le collazioni pagate all'Abbazia da numerose chiese, tra le quali anche quella di Santa Maria di Castiglione(2).

La chiesa di S. Maria rimane a beneficio dell'Abbazia anche dopo che questa nel 1530 la rinuncia al possesso di molti beni(2). In data non precisata, la cura della chiesa di S. Maria viene trasferita all'Abbazia(2).

Da una lunga tradizione, il giorno dell'Ascensione, sulla sommità del colle faceva sosta la processione religiosa partita dall'Abbazia di San Salvatore (evidentemente la chiesa, in cima al colle, era molto vicino o dentro il castello); tale consuetudine dalla fine della seconda guerra mondiale non è stata più riproposta(12).

 

Ricerca e Sintesi

Strade e posti

Fonti

(1) Annales Camaldulenses ordinis Sancti Benedicti.

(2) Dissertazione.

(3) La congregazione Camaldolese degli eremiti di Montecorona.

(4) Umbertide-abbazie-eremi-templi-ville-feste-folklore-sacro eremo di Monte Corona-castelli medioevali.

(5) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.

(6) I 'libri dei banditi' del comune di Perugia.

(7) L'abbazia di San Salvatore di Monte Acuto - Montecorona nei secoli XI-XVIII.

(8) Belforti-Mariotti.

(9) Cronaca della città di Perugia dal 1309-1491.

(10) Della historia di Perugia.

(11) Dal cespuglio all'albero - nuovi documenti per la storia della famiglia Arcipreti di Perugia.

(12) Umbertide e il suo territorio.

(13) La popolazione dello Stato Romano (1656-1901)/Indice alfabetico di tutti i luoghi dello stato pontificio/Topografia dello stato pontificio.

(14) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV

Note

*1 Si hanno dubbi sull'attendibilità di quanto racconta lo Jacobillius, tanto è vero che le date in cui sono avvenuti questi eventi sono il più delle volte ritenuti tradizionali.

*2 Non è chiara la presenza di un'unica citazione di un "Castellabbate" identificato come "loco" nei censi del 1469 con 4 fuochi della fonte(5).

*3 Le fonti(4) e(12) affermano che questi interventi si resero necessari dopo che "... Castiglione, occupato dagli Eugubini, era stato riconquistato dai Perugini dopo un lungo ed estenuante assedio, durante il quale la fortezza aveva riportato notevoli danni...", ma di questi eventi non ho trovato conferme. in questo secolo, la guerra e la lunga contesa tra Perugia e Gubbio per il controllo dei castelli lungo il confine, vede Gubbio sostanzialmente sulle difensive e sembra difficile che suoi armati possano essersi stanziati fino a Castiglione dell'Abbate, sulla riva destra del Tevere; forse in questi avvenimenti viene coinvolto un'altro Castiglione, uno di quelli che con questo nome erano vicino al confine; nel perugino presso il confine, il castello di Montelabate era detto anche Castello della Badia(8).

*4 I censi del 600 e 700 probabilmente comprendevano le zone di Monte Corona, Colle S. Savino e Castiglion dell'Abate; nei censi dell'800 suppongo sia compresa anche l'area di Cicaleto.

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