N
elle carte IGM questa luogo è chiamato "Chiesa del Piano di Nese", in quelle regionali "La Torre"; sempre nelle carte regionali a 50m a nord dalla chiesa (43.250773, 12.351941) v'è ancora indicato l'antico cimitero; nel 1949 si dice che il cimitero e la chiesa di S. Giuliana erano raggiungibili dal castello scendendo "verso la strettissima valle" attraverso "un ripido sentiero ombroso di elci ed in parte intagliato sulla bianca roccia"(1).La torre, come altre torri nelle vicinanze, faceva sicuramente parte del sistema di controllo e difensivo della zona, di questo però non si sa nulla.
Le prime notizie della chiesa di Santa Giuliana risalgono al 1143(2) e al 1145 nella Bolla con la quale Eugenio III conferma a S. Salvatore il "Monasterium Sanctæ Julianæ cum Capellis, & pertinentiis suis"(3).
Nel sec. XIII la storia di questa chiesa sembra legarsi a quella della fondazione del monastero femminile di S. Giuliana di Perugia. Il 27 gennaio del 1236 si sa che alcuni cittadini Perugini decidono di indossare l'abito monastico convinti dalla bontà del nuovo movimento cistercense adottato in S. Salvatore di Monteacuto; questi promettono di lasciare i loro beni a un monastero femminile da costruirsi in Perugia per le loro congiunte e per altre donne intenzionate ad abbandonare la vanità del mondo. Nello stesso momento (il giorno prima) il Papa Gregorio IX invia una lettera ad alcune "nobiles mulieres Perusine" desiderose di servire Dio anche loro sotto l'ordine cistercense, accordandogli il permesso di costruire un "monasterium prope civitatem Perusii in loco qui dicitur Sancta Maria ad honorem Sancte Helysabeth"(un monastero vicino alla città di Perugia nel luogo detto S. Maria in onore di S. Elisabetta); in quest'epoca però in Perugia non conosce nessun "locus qui dicitur Sancta Maria" e neanche di un monastero di S. Elisabetta, sembrano quindi esserci state delle difficoltà nel trovare in breve tempo un sito adeguato; una spiegazione potrebbe essere trovata in una lettera di Gregorio IX del 2 giugno del 1236 con la quale si approva una concessione fatta dall'abbazia di S. Salvatore di Monte Acuto della chiesa di S. Giuliana a 11 donne per costruirvi un cenobio femminile sotto il "regimen" dei monaci cistercensi; sembra quindi che i monaci dell'abbazia abbiano voluto mantenere in qualche modo l'impegno preso alcuni mesi prima. Non si hanno prove di un'attività monastica femminile in S. Giuliana di Monte Acuto, cioè se per le monache la chiesa e gli annessi erano solo un bene a loro soggetto o se sia stata usata effettivamente come dimora provvisoria in attesa del definitivo trasferimento nel monastero vicino alla città, ma potrebbe non essere una coincidenza il fatto che 12 anni dopo, nel 1248, si iniziano ad avere le prime notizie di una comunità religiosa femminile intitolata proprio a S. Giuliana e che ancora 4 o 5 anni dopo, nel 1253, della loro attività(4)*1. Questa vicenda si conclude nel 1257 quando, con un contratto di permuta, il monastero di S. Salvatore riottiene la "ecclesia Sancte Iuliane de Monte Acuto et possessionibus et rebus ad ipsam spectantibus ecclesiam et pro ducentis libris denariorum minutorum"(la chiesa di S. Giuliana di Monte Acuto e i possedimenti e beni appartenenti alla chiesa stessa e 200 denari), in cambio della sua parte (e dell'altra parte ceduta dal S. Fiorenzo di Perugia) della chiesa di S. Egidio di Colle e altri beni presso Colle al monastero di S. Giuliana(4)(5). Nel 1262 un contratto di enfiteusi certificata la piena appartenenza della chiesa di S. Giuliana all'abbazia di Monte Acuto(5).
Nel 1332-1334 il rettore della "ecclesie S. Iuliane prope Antignellam", "dompnus Guillelmus", paga le decime dovute alla diocesi perugina(6).
La "Ecclesia Sancte Iuliane prope Antingnellam" è ancora negli elenchi del sec. XIV tra le chiese appartenenti al monastero di S. Salvatore di Monte Acuto(7); quando nel 1404 "Mateoli Antonini de Carilibus monaci monasterii S. Salvatoris de Monte Acuto" era "rectoris et gubernatoris" di S. Giuliana, la chiesa è iscritta per 2 pezzi di terra; S. Giuliana si trova ancora negli estimi catastali del 1417, del 1444, del 1489 e del 1493; alcune volte la si trova registrata come S. Giuliana "de Nesa"(2).
In un atto del 1452, la Chiesa di Santa Giuliana di Monte Cortona viene dichiarata membro dell'abbazia e nel 1495 è registrata tra le chiese tributarie dell'abbazia(3).
Nel 1530 l'abbazia di S. Salvatore rinuncia al possesso di molte delle sue chiese e proprietà e anche quella di S. Giuliana è tra quelle alienate(3). Dal 1535 questa parrocchia diventa di libera collazione del vescovo(8).
Dalla metà del sec. XVI, alla parrocchia di S. Giuliana di Monte Corona è unita la chiesa di S. Clemente di Valensina(8)(9), ed è cosi anche per quella di S. Martino di Valensina(9).
Da un censimento della diocesi di Perugia, nel 1856 Santa Giuliana di Montecorona risulta intitolare di un'associazione Mariana, un aggregazione di fedeli devoti a Maria e partecipi alla difesa della fede e della morale cattolica(10).
Si racconta che la festa di S. Giuliana vergine e martire cade il 16 febbraio ma in questa chiesa era celebrata con solennità in maggio; vi accorreva molta gente e si chiamava la festa delle ciliegie perché in quel giorno i contadini vicini ne portavano a vendere tanti canestri. Ora le ciliege non ci sono più e la festa è decaduta assieme all'usanza del barbaro gioco del "tiro al gallo"(11).
Nel 1949 l'interno della chiesa è descritto con "...una pila con l'acqua benedetta, un modestissimo altare di mattoni e due vecchie panche ne costituiscono il solo arredamento. Un pregevole affresco del 400 rappresentante la Vergine col Bambino, miracolosamente salvato dalla offesa della calce, sta ad indicare che forse un tempo tutta la chiesa era ornata di bella pittura. Sul concio di chiave di una fenestra, è scolpita una graziosa testina di angelo, posta tra due grandi ali spiegate."(1).
Nel 1982 dopo l'acquisizione dell'antico complesso di edifici con torre e chiesa da parte di un privato, il titolo di S. Giuliana viene trasferito all'oratorio di S. Antonio che si trova all'interno del vicino e omonimo castello di S. Giuliana(12)(13).
Sempre nel 1982 il tetto risulta rifatto da poco tempo ma diversi affreschi di scuola umbra Rinascimentale all'interno della chiesa risultano in precarie condizioni(12).
Nel 2015 e fino a oggi, la chiesa di S. Giuliano del Piano di Nese è dismessa, restaurata e adibita a soggiorno nel complesso destinato all'ospitalità turistica(14).
Ricerca e sintesi
Strade e Posti
Fonti
(1) Il castello di S. Giuliana in Perusia: rivista d'arte, cultura e turismo.
(2) Città e territorio tra medioevo ed età moderna.
(3) Dissertazione.
(4) Il cartulario di S. Giuliana di Perugia.
(5) L'abbazia di San Salvatore di Monte Acuto - Montecorona nei secoli XI-XVIII.
(6) Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV.
(7) In margine ad una carta geografica delle chiese, dei monasteri e degli ospedali della Diocesi e del contado di Perugia nel sec. XIV,
(8) Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860.
(9) Belforti-Mariotti.
(10) Santuari nel territorio della provincia di Perugia.
(11) Umbertide-abbazie-eremi-templi-ville-feste-folklore-sacro eremo di Monte Corona-castelli medioevali.
(12) Umbertide e il suo territorio.
(13) chieseitaliane.chiesacattolica.it
(14) Calendario di Umbertide 2015.
Note
*1 Oltre a non essere ben chiare le origini del gruppo monastico femminile di S. Giuliana, non è certa neanche della data dell'erezione del loro monastero di Perugia come descritto dalla stessa fonte(4): In ("Memorie Auguste ovvero annali della Chiesa Perugina") la data indicata è il 1235 (come scritto sopra di Gregorio IX); per ("Storia dell'Ordine Cistercense del monastero di S. Giuliana di Perugia") il monastero doveva esistere fin dagli anni '40 del 200 circa; per ("Vite de' santi e beati dell'Umbria") è il 1245; in ("Notizie del monastero di S. Giuliana") il 1255; Per ("Memorie storiche raccolte dalle opere di Timoteo Bottonio"), ("Memoriarum diversarum ecclesiarum civitatis Perusiae") e ("Perusia Augusta") è il 1292.