Edicola della Madonna di Palazzo della Rosa

N

el luogo chiamato "il Palazzo della Rosa", rimane ancora in piedi un'edicola con un dipinto rappresentante la madonna col bambino del 1480. È questo l'unico avanzo di una cappella, qui già esistente, nelle cui pareti erano dipinti i fatti della vita di un san Savino monaco della badia. Riportiamo le iscrizioni che vi si leggevano ancora sulla fine del secolo XVIII.

Nel lato destro, era dipinto un Santo vestito alla monastica, con l'iscrizione: "S. Bellatamus".

In faccia alla porta éravi: "Nòtovi alcuni miracoli di Santo Savino monaco de està abazia de S. Salvatore de Monte Acuto, e quisto S. Savino fò nativo de Castiglione de Abate, e quisto potere (podere) del collo di cisterna fò suo"*1.

Al di sotto si leggeva "... nella sagrestia della chiesa Savino orava, nella badia dicevano i monaci: li passari fan danno: lui risposi, nò, ma hallo fatto gire per la fenestrella tutti nella sacrestia, e li monaci guardando, trovano pieno di passari: altra volta li monaci vennero a spasso qui e regiero e passaro la nave; Savino remase dereto, e lui pigliò una canna e misi i piedi sullo suo scapulare e passò el tevere".

In lettere più piccole si aveva: "Multi altri miraculi se trova nella sua vita". La terza iscrizione, sotto la seconda, diceva: "Un altro miraculo, stando lui in heremo, li monaci giero a lui all'heremitorio, portaro una gallina cotta, e poi veguro alla pasquia, tornaro e trovaro lui in oratione, el pignatte in la gallina anco bulliva di carnevale fino a pasquia, e a lui fz mlta [fecero molta] reverentia".

Vicino a queste iscrizioni si vedeva la figura di un santo con l'aureola, vestito monasticamente di bianco, con un breviario in mano, e a piedi scritto: "S. Savinus monacus abbadie S. Salvatoris".

Sotto la terza iscrizione si notava: "anno d.ni MCCCCLXXXIII [1483] a dì duo d'agosto questa capella fece fare Niccolò di Pietro de Scarino, nativo di Castiglione: fò homo d'arme d'Re ferante, e stette anni 24 nello Regiame con signore Matteo de Capua: no potè mai havè licencia libera de tornar a casa sua; quando Re fece far la guerra a Fiorenzia dal Matteo, venne con la sua gente d'armi, affrontossi con li suoi nemici fiorentini, e foro rotti, e scampò ni un altro, se none el buon Nicolò, e lui fece fare questa cappella (per) sua divozione".

Ai tempi di Nicolò quindi, i due santi e monaci di S. Salvatore di Monte Acuto, Savino e Bellatamo erano ricordati e venerati; di loro però, non si hanno altri monumenti o notizie, ne dallo Jacobilli, ne nei documenti perugini, ne in altre collezioni di atti dei santi(1).

S. Savino (morto nel 1190) è ricordato tra gli uomini illustri di Umbertide; nella sala centrale del Municipio si conserva il suo ritratto dipinto su tela. Fino ai primi decenni del sec. XX tra il popolo circolavano ancora ricordi e leggende che poco variavano dai fatti successi in antico(2).

Foto 1982 (Umbertide e il suo territorio)

Per ricordare il cinquecentenario della costruzione dell'edicola, il 27 settembre 1980 si è inaugurata la prima festa annuale di Montecorona(3). Nel 1982 si ricorda un primo restauro(4); nel 2015 l'edicola è di nuovo restaurata dal Comitato promotore della festa(3).

Oggi l'edicola della Madonna di Palazzo Rosa continua a essere venerata e ben curata.

 

Ricerca e Sintesi

Strade e posti

Fonti

La congregazione Camaldolese degli eremiti di Montecorona.

(1) Annales Camaldulenses ordinis Sancti Benedicti.

(2) Umbertide-abbazie-eremi-templi-ville-feste-folklore-sacro eremo di Monte Corona-castelli medioevali.

(3) atvreport.it

(4) Umbertide e il suo territorio.

Note

*1 Nelle carte di oggi un vocabolo Citerna è segnalato a poche decine di metri a nord-est dell'edicola.

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